L’allevamento bovino da carne si fonda sulla costante ricerca della massimizzazione delle performance produttive limitando l’incidenza dei costi di alimentazione e di quelli sanitari. L’obiettivo è incrementare la redditività aziendale garantendo un buon livello di benessere. In tale ottica assumono notevole importanza tutte le variabili che possono risultare determinanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati e, dopo l’aspetto sanitario, la prima è certamente la gestione alimentare. Negli ultimi decenni ha avuto un ruolo sempre crescente il supporto tecnologico negli allevamenti, soprattutto se si tiene conto che il numero di capi mediamente presenti in azienda è ormai molto elevato e quindi non più gestibile solo avvalendosi delle tecniche tradizionali, come l’osservazione diretta da parte dell’allevatore. L’introduzione di nuove tecnologie in allevamento, nota come zootecnia di precisione (Precision Livestock Farming -PLF- o, secondo i più recenti sviluppi, Digital Livestock Farming) prevede l’adozione di sensori wearable, dispositivi tecnologici e software di elaborazione che permettono la rilevazione precoce di criticità e un’importante riduzione dei tempi di individuazione e diagnosi di alcune dismetabolie (es. acidosi ruminale) o di problemi di scarso benessere (es. tempi di ruminazione e attività motoria) che possono compromettere la salute e le prestazioni dei singoli animali supportando l’allevatore nel suo processo decisionale. In tale ambito è stato effettuato uno studio con l’obiettivo di valutare l’influenza della tecnica di somministrazione della dieta (unifeed vs. tradizionale) sulle performance produttive di vitelloni da carne di razza Piemontese. La prova è stata condotta presso la Struttura Didattica Speciale Veterinaria (SDSV) del polo di Grugliasco (TO) tra ottobre e dicembre 2019. Sono stati selezionati dieci vitelloni di razza Piemontese suddivisi in due gruppi omogenei per età e peso e stabulati in box dotati di mangiatoia e abbeveratoi automatici con contalitri per il calcolo dell’ingestione di SS e di acqua. Il rilievo dei parametri relativi a pH e temperatura ruminale, attività motoria e tempi di ruminazione sono stati effettuati per mezzo di boli ruminali e sensori auricolari. I risultati ottenuti non hanno evidenziato differenze significative tra le due tecniche di somministrazione per quanto riguarda le performance zootecniche (accrescimento e ingestione di SS) e il consumo di acqua. Allo stesso modo, i parametri relativi al pH e la temperatura ruminali, così i tempi di ruminazione e l’attività motoria, hanno mostrato valori e andamenti nell’arco delle 24 ore sovrapponibili tra le due tesi sperimentali. In particolare, è da evidenziare come il consumo del concentrato separato dal fieno nella somministrazione tradizionale non abbia determinato variazioni più marcate del pH ruminale rispetto ai soggetti alimentati con tecnica unifeed. Lo studio dimostra che, quando la razione è formulata correttamente, entrambe le modalità di somministrazione della dieta sono da ritenersi valide per il mantenimento di un buon stato di salute degli animali e per ottimizzare le loro performance. La zootecnia di precisione rappresenta quindi un valido strumento per affrontare le nuove sfide del mercato attraverso il miglioramento dell’efficienza produttiva salvaguardando il benessere degli animali allevati e la sostenibilità delle produzioni
LA ZOOTECNIA DI PRECISIONE NEL BOVINO DA CARNE: UTILIZZO DI SENSORI PER UNA CORRETTA GESTIONE DELL’ALIMENTAZIONE E DEL BENESSERE
SALUSSO, SIMONE
2019/2020
Abstract
L’allevamento bovino da carne si fonda sulla costante ricerca della massimizzazione delle performance produttive limitando l’incidenza dei costi di alimentazione e di quelli sanitari. L’obiettivo è incrementare la redditività aziendale garantendo un buon livello di benessere. In tale ottica assumono notevole importanza tutte le variabili che possono risultare determinanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati e, dopo l’aspetto sanitario, la prima è certamente la gestione alimentare. Negli ultimi decenni ha avuto un ruolo sempre crescente il supporto tecnologico negli allevamenti, soprattutto se si tiene conto che il numero di capi mediamente presenti in azienda è ormai molto elevato e quindi non più gestibile solo avvalendosi delle tecniche tradizionali, come l’osservazione diretta da parte dell’allevatore. L’introduzione di nuove tecnologie in allevamento, nota come zootecnia di precisione (Precision Livestock Farming -PLF- o, secondo i più recenti sviluppi, Digital Livestock Farming) prevede l’adozione di sensori wearable, dispositivi tecnologici e software di elaborazione che permettono la rilevazione precoce di criticità e un’importante riduzione dei tempi di individuazione e diagnosi di alcune dismetabolie (es. acidosi ruminale) o di problemi di scarso benessere (es. tempi di ruminazione e attività motoria) che possono compromettere la salute e le prestazioni dei singoli animali supportando l’allevatore nel suo processo decisionale. In tale ambito è stato effettuato uno studio con l’obiettivo di valutare l’influenza della tecnica di somministrazione della dieta (unifeed vs. tradizionale) sulle performance produttive di vitelloni da carne di razza Piemontese. La prova è stata condotta presso la Struttura Didattica Speciale Veterinaria (SDSV) del polo di Grugliasco (TO) tra ottobre e dicembre 2019. Sono stati selezionati dieci vitelloni di razza Piemontese suddivisi in due gruppi omogenei per età e peso e stabulati in box dotati di mangiatoia e abbeveratoi automatici con contalitri per il calcolo dell’ingestione di SS e di acqua. Il rilievo dei parametri relativi a pH e temperatura ruminale, attività motoria e tempi di ruminazione sono stati effettuati per mezzo di boli ruminali e sensori auricolari. I risultati ottenuti non hanno evidenziato differenze significative tra le due tecniche di somministrazione per quanto riguarda le performance zootecniche (accrescimento e ingestione di SS) e il consumo di acqua. Allo stesso modo, i parametri relativi al pH e la temperatura ruminali, così i tempi di ruminazione e l’attività motoria, hanno mostrato valori e andamenti nell’arco delle 24 ore sovrapponibili tra le due tesi sperimentali. In particolare, è da evidenziare come il consumo del concentrato separato dal fieno nella somministrazione tradizionale non abbia determinato variazioni più marcate del pH ruminale rispetto ai soggetti alimentati con tecnica unifeed. Lo studio dimostra che, quando la razione è formulata correttamente, entrambe le modalità di somministrazione della dieta sono da ritenersi valide per il mantenimento di un buon stato di salute degli animali e per ottimizzare le loro performance. La zootecnia di precisione rappresenta quindi un valido strumento per affrontare le nuove sfide del mercato attraverso il miglioramento dell’efficienza produttiva salvaguardando il benessere degli animali allevati e la sostenibilità delle produzioniFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/152951