Il riso (Oryza sativa L.) è una delle specie più diffuse a livello mondiale con circa 160 milioni di ettari coltivati. L’Italia è il primo produttore europeo di riso con circa 150 varietà comunemente coltivate, 234 mila ettari destinati alle risaie e 1.5 mln di tonnellate prodotte nel 2018 (Eurostat). Il progresso tecnologico si sta diffondendo molto rapidamente anche nell’agricoltura, l’ambito del monitoraggio colturale associato a tecniche di agricoltura di precisione affascina sempre più agricoltori. La concimazione è indubbiamente uno degli argomenti più approfonditi nell’ambito dell’agricoltura di precisione e le coltivazioni erbacee possono godere pienamente dei benefici delle nuove ricerche. Le tecniche di concimazione di precisione prevedono il passaggio attraverso step fondamentali quali il telerilevamento, l’interpretazione dei dati ottenuti e la conversione di questi in dosi di concime. Il telerilevamento si basa sul concetto che le caratteristiche chimico-fisico-biologiche di una pianta siano descrivibili in funzione della riflettanza emessa dalla pianta stessa. È possibile confrontare le varie lunghezze d’onda emesse dalla pianta per valutarne lo stato di salute come l’eventuale stress idrico o il contenuto di clorofille. Questo ultimo aspetto è particolarmente importante per le concimazioni di precisione: al contenuto di clorofille è strettamente correlato il quantitativo di azoto presente nella pianta. In una coltura di pieno campo come il riso è possibile, tramite volo di un drone o scaricando dati satellitari, valutare quali zone del campo presentano una canopy meno ricca di azoto rispetto ad altre. Questa indagine è possibile tramite indici di vigore come l’NDRE che sfrutta le bande dell’infrarosso e del Red-Edge per misurare il contenuto di clorofille nella canopy e di conseguenza l’azoto fogliare. Nella zona delle risaie lombardo-piemontesi, lo Studio Associato Barbieri-Rognoni si occupa anche della concimazione di copertura del riso a dose variabile utilizzando le curve di calibrazione del riso sviluppate in collaborazione con l’Università di Torino e l’Ente Nazionale Risi. Le curve di calibrazione sono state studiate su quattro varietà di risi: Carnaroli e Ronaldo a rappresentare i risi Lungo-A, Gladio per i Lungo-B e Centauro per i Tondo. Nello studio sono stati analizzati i campi di 12 aziende risicole nel triennio 2018-20 per un totale di 1522 ha e 21 varietà coltivate. I dati relativi alle tecniche agronomiche, alle concimazioni e alle produzioni sono stati forniti direttamente dagli agricoltori. Lo studio si pone l’obiettivo di indagare se esistono pratiche agronomiche in grado di influenzare, positivamente o negativamente, l’indice NDRE in funzione della taglia varietale (bassa, media o alta) o del tipo (Lungo-A, Lungo-B o Tondo). I risultati evidenziano come i risi di taglia bassa e i tondi beneficino di lavorazioni profonde (aratura), mentre per gli altri gruppi non emergono differenze significative. Il tipo di semina (interrata o in acqua) non discrimina significativamente tra i vari gruppi, fatta eccezione per le taglie bassa e media dove la prima beneficia della semina interrata e la seconda della semina in acqua. Si vuole inoltre indagare se all’interno dei tipi di riso vi siano differenze significative tra l’indice NDRE associato alla singola varietà che non permettono l’applicazione indifferenziata delle curve di calibrazione sviluppate sulle quattro varietà di riferimento.
Caratterizzazione del sistema colturale risicolo mediante tecniche di telerilevamento: prime valutazioni del NDRE quale driver per la concimazione differenziale
FARBO, ALESSANDRO
2019/2020
Abstract
Il riso (Oryza sativa L.) è una delle specie più diffuse a livello mondiale con circa 160 milioni di ettari coltivati. L’Italia è il primo produttore europeo di riso con circa 150 varietà comunemente coltivate, 234 mila ettari destinati alle risaie e 1.5 mln di tonnellate prodotte nel 2018 (Eurostat). Il progresso tecnologico si sta diffondendo molto rapidamente anche nell’agricoltura, l’ambito del monitoraggio colturale associato a tecniche di agricoltura di precisione affascina sempre più agricoltori. La concimazione è indubbiamente uno degli argomenti più approfonditi nell’ambito dell’agricoltura di precisione e le coltivazioni erbacee possono godere pienamente dei benefici delle nuove ricerche. Le tecniche di concimazione di precisione prevedono il passaggio attraverso step fondamentali quali il telerilevamento, l’interpretazione dei dati ottenuti e la conversione di questi in dosi di concime. Il telerilevamento si basa sul concetto che le caratteristiche chimico-fisico-biologiche di una pianta siano descrivibili in funzione della riflettanza emessa dalla pianta stessa. È possibile confrontare le varie lunghezze d’onda emesse dalla pianta per valutarne lo stato di salute come l’eventuale stress idrico o il contenuto di clorofille. Questo ultimo aspetto è particolarmente importante per le concimazioni di precisione: al contenuto di clorofille è strettamente correlato il quantitativo di azoto presente nella pianta. In una coltura di pieno campo come il riso è possibile, tramite volo di un drone o scaricando dati satellitari, valutare quali zone del campo presentano una canopy meno ricca di azoto rispetto ad altre. Questa indagine è possibile tramite indici di vigore come l’NDRE che sfrutta le bande dell’infrarosso e del Red-Edge per misurare il contenuto di clorofille nella canopy e di conseguenza l’azoto fogliare. Nella zona delle risaie lombardo-piemontesi, lo Studio Associato Barbieri-Rognoni si occupa anche della concimazione di copertura del riso a dose variabile utilizzando le curve di calibrazione del riso sviluppate in collaborazione con l’Università di Torino e l’Ente Nazionale Risi. Le curve di calibrazione sono state studiate su quattro varietà di risi: Carnaroli e Ronaldo a rappresentare i risi Lungo-A, Gladio per i Lungo-B e Centauro per i Tondo. Nello studio sono stati analizzati i campi di 12 aziende risicole nel triennio 2018-20 per un totale di 1522 ha e 21 varietà coltivate. I dati relativi alle tecniche agronomiche, alle concimazioni e alle produzioni sono stati forniti direttamente dagli agricoltori. Lo studio si pone l’obiettivo di indagare se esistono pratiche agronomiche in grado di influenzare, positivamente o negativamente, l’indice NDRE in funzione della taglia varietale (bassa, media o alta) o del tipo (Lungo-A, Lungo-B o Tondo). I risultati evidenziano come i risi di taglia bassa e i tondi beneficino di lavorazioni profonde (aratura), mentre per gli altri gruppi non emergono differenze significative. Il tipo di semina (interrata o in acqua) non discrimina significativamente tra i vari gruppi, fatta eccezione per le taglie bassa e media dove la prima beneficia della semina interrata e la seconda della semina in acqua. Si vuole inoltre indagare se all’interno dei tipi di riso vi siano differenze significative tra l’indice NDRE associato alla singola varietà che non permettono l’applicazione indifferenziata delle curve di calibrazione sviluppate sulle quattro varietà di riferimento.File | Dimensione | Formato | |
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