L’eredità di Schelling e Jung. Ripercorrendo le tracce di gnosticismo e alchimia

The essay is focused upon the thoughts of F. W. J. Schelling and C. G. Jung, upon the shared background of their esoteric studies (mainly gnostic and alchemical) and upon the contribution that these thoughts still seem to offer today. Following a deep investigation of the conceptual themes and the philosophical bases of gnosticism and alchemy, the second part of the essay will delve into Schelling’s philosophy: his cosmogonic conception, which is based upon J. Böhme and alchemy, and his theodicy, the problem of evil and the gnostic ascendancy will be the primary focuses of the chapter. The third part, on the other hand, will move on to describe Jung and his Liber novus. In particular, the alchemic symbolism which arises from the text will be highlighted and an alchemic interpretation of the work will be attempted: Liber novus as an Opus magnum. The final part of the Liber (Proofs and Sermons) is the one in which the gnostic studies gain the most importance. In the final chapter the two thoughts will be retraced, the main themes that the two philosophers share will be highlighted and an interpretation of the legacy they seem to offer to contemporary debate will be offered. Schelling and Jung both brought forward, in a common critique of their times and both explicitly and implicitly, possible answers and solutions, namely: a triadic/quaternary dialectic interpretation which differs from the traditional binary one (parmenidian, chartesian, fichtian); the decentralization of man, which becomes a medium among other creatures; a conception of God that differs from the orthodox one, a God that preserves evil and feminine in Itself; the idea that the discard/waste/removed is not cancelled, but reintegrated in the Opus; the importance of a mediation in a relationship understood as «love» (a theme that can also be found in the contemporary speculation upon quantic physics, for instance); the conception of an holistic and interconnected reality; the comeback of a mythical and symbolical language. The effort will be that of highlighting the great importance of the influence of esoteric studies in Schelling and Jung, not just by analysing the occurrence of single elements, but also by observing how these studies have influenced the philosophic conception of the world in the two authors and in their thoughts’ structures, and how these systems can still offer interesting inputs for understanding and changing our times.

La presente ricerca costituisce un’indagine sui pensieri di F. W. J. Schelling e C. G. Jung, sul comune retroterra dei loro studi esoterici (principalmente gnostico e alchemico) e sul contribuito che tali pensieri sembrano ancor oggi offrire alla nostra contemporaneità. Dopo un approfondimento sulle tematiche concettuali e sui fondamenti filosofici di gnosticismo e alchimia, la seconda parte dello studio entrerà nel vivo della filosofia di Schelling: saranno prese in esame la sua concezione cosmogonica, che riprende J. Böhme e l’alchimia, e la teodicea, la questione del male e l’ascendenza gnostica. La terza parte, invece, vede come protagonisti Jung e il suo Liber novus. Sarà evidenziato il simbolismo alchemico che emerge dal testo e ne sarà proposta un’interpretazione alchemica: il Liber novus come Opus magnum. L’ultima parte del Liber (Prove e Sermoni) è invece il luogo dell’opera junghiana in cui prendono maggiormente voce gli studi gnostici. In ultima verranno tratte le fila dei due pensieri, saranno messe in luce le principali tematiche che li vedono accordarsi e sarà proposta una lettura sull’eredità che sembrano offrire alla contemporaneità. Da una critica comune al proprio tempo, Schelling e Jung avanzano (alle volte esplicitamente altre in modo implicito) delle possibili risposte o soluzioni: si tratta di una visione dialettica triadica/quaternaria che differisce da quella binaria tradizionale (parmenidea, cartesiana, fichtiana); del decentramento dell’uomo che diviene medium tra le altre creature; o ancora di una concezione di Dio altra rispetto a quella ortodossa, un Dio che conserva in sé il male e il femminile; dell’idea che lo scarto/il rifiuto/il rimosso non sia eliminato ma reintegrato nell’Opus; dell’importanza della mediazione e della relazione intesa come «amore» (tema che peraltro torna nella speculazione contemporanea della fisica quantistica, per esempio); della concezione di una realtà olistica e interconnessa; del ritorno del linguaggio simbolico e mitico. Si cercherà, quindi, di mettere in luce l’influenza di grande portata che gli studi esoterici sembrano aver esercitato su Schelling e Jung, non più tanto analizzando l’emergere dei singoli simboli ed elementi, quanto piuttosto osservando come questi studi possano aver influenzato la concezione filosofica del mondo dei due autori, la loro struttura di pensiero, e come queste possano ancora offrire spunti interessanti per comprendere e cambiare il nostro presente.