L'obiettivo di questo elaborato è, come si evince dal titolo, studiare l'utopia considerandola nel suo insieme. Così come quando si vuole conoscere un oggetto non ci si accontenta di una fotografia che, per quanto nitida, resta sempre un'immagine piatta e quindi incapace di rendere lo spessore di ciò che vi è immortalato; allo stesso modo nell'analisi dell'utopia bisogna tener conto di tutte le sue dimensioni: il sogno (o fantasia che dir si voglia), la realtà e la finzione (letteraria in particolare). E' immediatamente evidente che ogni progetto utopico è l'immagine di quello che l'autore pensa sia migliore rispetto a quanto c'è nella realtà, la finzione entra in gioco nel momento in cui attraverso la lingua scritta (soprattutto) egli riesce in qualche modo a concretizzare quanto ha immaginato, perché lo descrive scendendo nei particolari e lo condivide con altri. L'utopia quindi non può fare a meno della realtà; nasce, infatti, dal confronto con quest'ultima e a essa è rivolta, perché spera di cambiarla, di renderla simile a sé e quindi di migliorarla. Ogni dimensione è pertanto essenziale sia per comprendere a pieno le ragioni che spingono una persona a elaborare un progetto utopico e a decidere di divulgarlo, sia per capire il motivo per il quale, sebbene tanto criticata, l'utopia continui a essere presente (seppur sotto spoglie diverse a seconda dei periodi) e a far parlare di sé. Si potrebbe dividere questo scritto in due sezioni: nella prima, di cui fanno parte il primo e il secondo capitolo, il discorso rimane su un piano più teorico e storico, nella seconda, comprendente gli ultimi tre capitoli, ci si occupa invece del rapporto dell'utopia con il reale. Il primo capitolo è dedicato alla definizione dell'utopia, confrontata con l'ideale e l'ideologia. Nel II capitolo c'è una breve storia dell'utopia (Platone, il Rinascimento con Moro, Campanella e Bacone e la tarda modernità con i socialisti utopisti del XIX secolo Saint-Simon, Fourier e Owen). Nel terzo capitolo si analizza l'aspetto pragmatico dell'utopia, nella sua funzione di critica dell'esistente e di motore della storia. Gli ultimi due capitoli trattano del rapporto tra letteratura e utopia. Il quarto capitolo prende in esame il fenomeno della diffusione delle distopie e il quinto la fiaba che è ora il genere letterario in ui l'utopia riesce ad esprimersi al meglio.

Le dimensioni dell'utopia: sogno, realtà e finzione.

MARELLO, SARA
2009/2010

Abstract

L'obiettivo di questo elaborato è, come si evince dal titolo, studiare l'utopia considerandola nel suo insieme. Così come quando si vuole conoscere un oggetto non ci si accontenta di una fotografia che, per quanto nitida, resta sempre un'immagine piatta e quindi incapace di rendere lo spessore di ciò che vi è immortalato; allo stesso modo nell'analisi dell'utopia bisogna tener conto di tutte le sue dimensioni: il sogno (o fantasia che dir si voglia), la realtà e la finzione (letteraria in particolare). E' immediatamente evidente che ogni progetto utopico è l'immagine di quello che l'autore pensa sia migliore rispetto a quanto c'è nella realtà, la finzione entra in gioco nel momento in cui attraverso la lingua scritta (soprattutto) egli riesce in qualche modo a concretizzare quanto ha immaginato, perché lo descrive scendendo nei particolari e lo condivide con altri. L'utopia quindi non può fare a meno della realtà; nasce, infatti, dal confronto con quest'ultima e a essa è rivolta, perché spera di cambiarla, di renderla simile a sé e quindi di migliorarla. Ogni dimensione è pertanto essenziale sia per comprendere a pieno le ragioni che spingono una persona a elaborare un progetto utopico e a decidere di divulgarlo, sia per capire il motivo per il quale, sebbene tanto criticata, l'utopia continui a essere presente (seppur sotto spoglie diverse a seconda dei periodi) e a far parlare di sé. Si potrebbe dividere questo scritto in due sezioni: nella prima, di cui fanno parte il primo e il secondo capitolo, il discorso rimane su un piano più teorico e storico, nella seconda, comprendente gli ultimi tre capitoli, ci si occupa invece del rapporto dell'utopia con il reale. Il primo capitolo è dedicato alla definizione dell'utopia, confrontata con l'ideale e l'ideologia. Nel II capitolo c'è una breve storia dell'utopia (Platone, il Rinascimento con Moro, Campanella e Bacone e la tarda modernità con i socialisti utopisti del XIX secolo Saint-Simon, Fourier e Owen). Nel terzo capitolo si analizza l'aspetto pragmatico dell'utopia, nella sua funzione di critica dell'esistente e di motore della storia. Gli ultimi due capitoli trattano del rapporto tra letteratura e utopia. Il quarto capitolo prende in esame il fenomeno della diffusione delle distopie e il quinto la fiaba che è ora il genere letterario in ui l'utopia riesce ad esprimersi al meglio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/15280