Lo sviluppo della scienza dei biostimolanti vegetali richiede una definizione chiara di questo termine. Il dibattito sulla possibile definizione è lungo e complesso fino a che si arriva alla definizione finale, nella quale vengono conciliate tutte le ideologie e le ipotesi prima sostenute, al fine di ottenere una definizione che sarà riconosciuta a livello mondiale. La maggior parte dei biostimolanti in uso oggi sono miscele complesse di sostanze chimiche derivate da un processo biologico o dall'estrazione di materiali biologici. La complessità di queste miscele è spesso considerata essenziale per le prestazioni del biostimolante e, quest'ultimi, possono avere proprietà del tutto diverse, che non possono essere completamente chiarite conoscendo le caratteristiche dei componenti separati o le loro combinazioni. Questa è la teoria della complessità o emergence, sostiene che in molti sistemi biologici le proprietà non possono essere completamente chiarite conoscendo le caratteristiche delle componenti separate o le loro combinazioni. La composizione dei biostimolanti è molto varia. Sono tante le materie prime che si possono utilizzare per produrre questi prodotti e proprio perché la diversità dei materiali di partenza è ampia la modalità di azione di questi prodotti non è facilmente determinata. Una delle caratteristiche di maggior pregio di questi composti è l'attenuazione degli effetti negativi dei fattori di stress abiotici sulle piante, migliorandone il controllo e regolando così: siccità, calore, salinità, freddo, stress ossidativo, meccanico e chimico. Le risposte della pianta allo stress dipendono dal tessuto o dall'organo colpito. Il metabolismo energetico è influenzato dal fatto che lo stress diventa più grave, (ad es. Zuccheri, lipidi e fotosintesi) quindi ci sono cambiamenti graduali e complessi nel metabolismo in risposta allo stress. Mai come in questi ultimi anni il clima è stato un avversario tanto tenibile per le nostre colture. Si alternano inverni miti o gelidi ed estati piovose o torride. Questa mancanza di regolarità nelle nostre temperature e sugli eventi atmosferici non facilità le produzioni agrarie, soprattutto per quanto riguarda le colture a pieno campo. Ecco perché i biostimolanti (specialmente alcune categorie di essi) hanno il compito di attenuare questi stress abiotici, sui quali noi non abbiamo il controllo. Il frumento è la coltura più vastamente coltivata nel mondo e continua ad essere la fonte cerealicola più importante per gli esseri umani. Questo è il motivo per cui c'è un attento studio sulla ricerca di prodotti, in questo caso biostimolanti, per facilitarne la crescita ed aumentare la produzione anche in situazioni di stress. Il frumento è maggiormente esposto a questi stress: idrico, salino, da caldo e da freddo. Molti hanno notato lo stato di confusione nel campo dei biostimolanti e questo ha portato a ritenere che gran parte del mercato di questi prodotti non si basi sulla scienza o sull'efficacia e che molti prodotti sono poco più di ¿rifiuti riciclati¿ venduti sulla base di pseudoscienza e marketing. Vi è un numero significativo di studi riportanti benefici di alcune formulazioni di biostimolanti e dati sulla crescita del mercato. L'euforia del mercato che si sta verificando in questo settore riconosce queste incognite, pertanto i biostimolanti sono visti da molti innovatori e investitori come un meccanismo per condurre alla scoperta di nuove molecole biologicamente derivate.
Azione dei biostimolanti sulla resistenza a stress abiotico.
BOLASSA, SAMUELE
2018/2019
Abstract
Lo sviluppo della scienza dei biostimolanti vegetali richiede una definizione chiara di questo termine. Il dibattito sulla possibile definizione è lungo e complesso fino a che si arriva alla definizione finale, nella quale vengono conciliate tutte le ideologie e le ipotesi prima sostenute, al fine di ottenere una definizione che sarà riconosciuta a livello mondiale. La maggior parte dei biostimolanti in uso oggi sono miscele complesse di sostanze chimiche derivate da un processo biologico o dall'estrazione di materiali biologici. La complessità di queste miscele è spesso considerata essenziale per le prestazioni del biostimolante e, quest'ultimi, possono avere proprietà del tutto diverse, che non possono essere completamente chiarite conoscendo le caratteristiche dei componenti separati o le loro combinazioni. Questa è la teoria della complessità o emergence, sostiene che in molti sistemi biologici le proprietà non possono essere completamente chiarite conoscendo le caratteristiche delle componenti separate o le loro combinazioni. La composizione dei biostimolanti è molto varia. Sono tante le materie prime che si possono utilizzare per produrre questi prodotti e proprio perché la diversità dei materiali di partenza è ampia la modalità di azione di questi prodotti non è facilmente determinata. Una delle caratteristiche di maggior pregio di questi composti è l'attenuazione degli effetti negativi dei fattori di stress abiotici sulle piante, migliorandone il controllo e regolando così: siccità, calore, salinità, freddo, stress ossidativo, meccanico e chimico. Le risposte della pianta allo stress dipendono dal tessuto o dall'organo colpito. Il metabolismo energetico è influenzato dal fatto che lo stress diventa più grave, (ad es. Zuccheri, lipidi e fotosintesi) quindi ci sono cambiamenti graduali e complessi nel metabolismo in risposta allo stress. Mai come in questi ultimi anni il clima è stato un avversario tanto tenibile per le nostre colture. Si alternano inverni miti o gelidi ed estati piovose o torride. Questa mancanza di regolarità nelle nostre temperature e sugli eventi atmosferici non facilità le produzioni agrarie, soprattutto per quanto riguarda le colture a pieno campo. Ecco perché i biostimolanti (specialmente alcune categorie di essi) hanno il compito di attenuare questi stress abiotici, sui quali noi non abbiamo il controllo. Il frumento è la coltura più vastamente coltivata nel mondo e continua ad essere la fonte cerealicola più importante per gli esseri umani. Questo è il motivo per cui c'è un attento studio sulla ricerca di prodotti, in questo caso biostimolanti, per facilitarne la crescita ed aumentare la produzione anche in situazioni di stress. Il frumento è maggiormente esposto a questi stress: idrico, salino, da caldo e da freddo. Molti hanno notato lo stato di confusione nel campo dei biostimolanti e questo ha portato a ritenere che gran parte del mercato di questi prodotti non si basi sulla scienza o sull'efficacia e che molti prodotti sono poco più di ¿rifiuti riciclati¿ venduti sulla base di pseudoscienza e marketing. Vi è un numero significativo di studi riportanti benefici di alcune formulazioni di biostimolanti e dati sulla crescita del mercato. L'euforia del mercato che si sta verificando in questo settore riconosce queste incognite, pertanto i biostimolanti sono visti da molti innovatori e investitori come un meccanismo per condurre alla scoperta di nuove molecole biologicamente derivate.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/152751