L'interesse verso lo studio degli effetti delle invasioni biologiche è cresciuto rapidamente nell'ultimo decennio. Solo in Europa, il numero totale di specie aliene di funghi, piante e animali è superiore a 12000. In particolare, le specie vegetali naturalizzate sono più di 4100 e, tra di esse, 2440 sono note per aver causato impatti ambientali e socioeconomici. La presente tesi si focalizza sulla comprensione degli impatti delle piante alloctone sulle specie, comunità ed ecosistemi nativi. Si tratta di un tema importante dato il continuo aumento della frequenza e magnitudo d'introduzioni di piante: mai come ora esiste la necessità di regolare questo componente della globalizzazione. Quando una specie è introdotta in una nuova regione, essa può avere conseguenze sia negative, sia positive. Inoltre gli effetti dei processi di competizione e di alterazione degli ecosistemi nativi sono spesso difficili da valutare e quantificare in dettaglio. Al fine di attuare le migliori scelte nella gestione delle specie alloctone è necessario uno studio obiettivo dei loro impatti, che includa anche un'ottica a lungo termine e un'indagine sui loro possibili effetti positivi. La ricerca bibliografica ha permesso di evidenziare come gli impatti ecologici complessivi delle piante aliene siano altamente dipendenti dal contesto. Tra tutte le specie di piante alloctone naturalizzate, quelle invasive rappresentano solo una frazione (circa il 10%) ma sono in grado di condizionare molte componenti dell'ecosistema ricevente. Inoltre occorre tenere in considerazione le dinamiche ecologiche ed evolutive, poiché gli impatti delle piante invasive possono attenuarsi nel tempo, o al contrario diversi effetti negativi possono manifestarsi a lungo termine. Infine, con il procedere del cambiamento climatico e la migrazione delle specie oltre i loro areali storici, il termine ¿non nativo¿ diventerà probabilmente meno rilevante e nuovi scenari, quali la colonizzazione assistita, potrebbero essere presi in considerazione. In conclusione l'analisi bibliografica mette in luce la mancanza di un modello accettato e diffuso per l'interpretazione degli impatti; gli studi si concentrano sugli effetti di singole specie (oltre l'80%), su effetti ¿istantanei¿ e non a lungo termine, infine sui costi di gestione e raramente sui benefici che alcune specie esotiche possono apportare. È essenziale ampliare le ricerche sugli impatti, al fine di comprendere il ruolo che le piante aliene avranno nei futuri ecosistemi.

Considerazioni sugli impatti ecologici e sui potenziali ruoli positivi delle piante aliene

BIANCHI, VANESSA
2018/2019

Abstract

L'interesse verso lo studio degli effetti delle invasioni biologiche è cresciuto rapidamente nell'ultimo decennio. Solo in Europa, il numero totale di specie aliene di funghi, piante e animali è superiore a 12000. In particolare, le specie vegetali naturalizzate sono più di 4100 e, tra di esse, 2440 sono note per aver causato impatti ambientali e socioeconomici. La presente tesi si focalizza sulla comprensione degli impatti delle piante alloctone sulle specie, comunità ed ecosistemi nativi. Si tratta di un tema importante dato il continuo aumento della frequenza e magnitudo d'introduzioni di piante: mai come ora esiste la necessità di regolare questo componente della globalizzazione. Quando una specie è introdotta in una nuova regione, essa può avere conseguenze sia negative, sia positive. Inoltre gli effetti dei processi di competizione e di alterazione degli ecosistemi nativi sono spesso difficili da valutare e quantificare in dettaglio. Al fine di attuare le migliori scelte nella gestione delle specie alloctone è necessario uno studio obiettivo dei loro impatti, che includa anche un'ottica a lungo termine e un'indagine sui loro possibili effetti positivi. La ricerca bibliografica ha permesso di evidenziare come gli impatti ecologici complessivi delle piante aliene siano altamente dipendenti dal contesto. Tra tutte le specie di piante alloctone naturalizzate, quelle invasive rappresentano solo una frazione (circa il 10%) ma sono in grado di condizionare molte componenti dell'ecosistema ricevente. Inoltre occorre tenere in considerazione le dinamiche ecologiche ed evolutive, poiché gli impatti delle piante invasive possono attenuarsi nel tempo, o al contrario diversi effetti negativi possono manifestarsi a lungo termine. Infine, con il procedere del cambiamento climatico e la migrazione delle specie oltre i loro areali storici, il termine ¿non nativo¿ diventerà probabilmente meno rilevante e nuovi scenari, quali la colonizzazione assistita, potrebbero essere presi in considerazione. In conclusione l'analisi bibliografica mette in luce la mancanza di un modello accettato e diffuso per l'interpretazione degli impatti; gli studi si concentrano sugli effetti di singole specie (oltre l'80%), su effetti ¿istantanei¿ e non a lungo termine, infine sui costi di gestione e raramente sui benefici che alcune specie esotiche possono apportare. È essenziale ampliare le ricerche sugli impatti, al fine di comprendere il ruolo che le piante aliene avranno nei futuri ecosistemi.
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