L'eccezionalità floristica e vegetazionale delle comunità erbacee tipiche delle oasi xerotermiche delle Alpi è stata evidenziata, a partire dal classico lavoro fitosociologico Die inneralpine Trockenvegetation di Braun-Blanquet (1961), con studi successivi di Schwabe e Kratochwil, (Phytocoenologia 34, 2004), localizzati in diverse vallate endalpiche, dove la combinazione di aridità climatica ed edafica, legata alla matrice pedogenetica carbonatica, ha determinato l'insediamento di formazioni erbacee ¿pseudo- steppiche¿ (Theurillat, Betr. Geobot. Landesaufn. Schweiz 68, 1992). Le oasi xerotermiche localizzate in bassa Valle di Susa (versante orografico sinistro; quota 500-1000 m) sono caratterizzate dall'alternanza di praterie xeriche associate a terrazzamenti viticoli in abbandono, radi boschi di roverella e salti di roccia calcarea. Scopo di questo lavoro di tesi è di rilevare la situazione della vegetazione attuale, nell'ambito del Sito di Importanza Comunitaria ¿Oasi xerotermiche della Valle di Susa e Orrido di Foresto e Chianocco¿, in particolare il dinamismo della vegetazione in relazione all'abbandono del territorio, cercando di valutare quali siano gli stadi della successione e quali possano essere le scelte gestionali in un'ottica di mantenimento della biodiversità vegetale, animale e paesaggistica. Sono stati descritti gli stadi della Serie di vegetazione dei Querceti di roverella (Quercetalia pubescentis-petraeae), a partire dalle praterie riferibili all'associazione Heteropogono- Cleistogenetum serotinae (= Contorteto-Diplachnetum Br.-Bl. 1961) (con variante a Stipa pennata e variante a Chrysopogon gryllus), in parte colonizzate da arbusteti del Coronillo-Prunetum mahaleb Gallandat 1972, in relazione alle diverse condizioni di pendenza del versante. Lo stadio finale boschivo, ormai molto diffuso, è riferibile al Quercion pubescentis-petraeae Br.-Bl. 1932 (Pruno mahaleb-Quercetum pubescentis Jakucs et Fekete 1957). Le formazioni erbacee a Stipa pennata sono caratterizzate da un'eccezionale presenza di entità steno/eurimediterranee, che nel complesso costituiscono il 25-30% delle specie, da un elemento steppico costituito da Sudeuropee-Sudsiberiane, oltre che da specie endemiche come Ephedra helvetica, Brassica repanda e Campanula bertolae. L'estensione di queste formazioni è di 195 ha su un totale di circa 1000 ha, in superfici molto frammentate. Il resto del territorio è stato colonizzato da roverella. Parte di queste praterie, quelle su suoli relativamente più profondi, verrà anch'essa colonizzata nel tempo, se non si interverrà con il pascolamento o con lo sfalcio. Solo in alcune aree con roccia affiorante o con scheletro grossolano si può presupporre che le formazioni si mantengano e che qui trovino rifugio sia le specie steppiche, sia le mediterranee. Le scelte gestionali relative alla vegetazione risultano quindi rilevanti nell'ottica del mantenimento della biodiversità : gli interventi che si riterrebbero opportuni sono il mantenimento delle pratiche agricole e pastorali con opportuni incentivi e valorizzazione dei prodotti locali. In relazione quindi agli obiettivi che si vogliono raggiungere è necessario operare con scelte gestionali mirate e questo lavoro può essere una base per pianificare le scelte e per una previsione dei risultati che si possono ottenere a seguito di interventi sulle diverse tipologie vegetazionali.
Praterie xeriche endalpiche della Valle di Susa: caratterizzazione, dinamismo e proposte di gestione ai fini conservazionistici
FERRIGNO, ELENA
2009/2010
Abstract
L'eccezionalità floristica e vegetazionale delle comunità erbacee tipiche delle oasi xerotermiche delle Alpi è stata evidenziata, a partire dal classico lavoro fitosociologico Die inneralpine Trockenvegetation di Braun-Blanquet (1961), con studi successivi di Schwabe e Kratochwil, (Phytocoenologia 34, 2004), localizzati in diverse vallate endalpiche, dove la combinazione di aridità climatica ed edafica, legata alla matrice pedogenetica carbonatica, ha determinato l'insediamento di formazioni erbacee ¿pseudo- steppiche¿ (Theurillat, Betr. Geobot. Landesaufn. Schweiz 68, 1992). Le oasi xerotermiche localizzate in bassa Valle di Susa (versante orografico sinistro; quota 500-1000 m) sono caratterizzate dall'alternanza di praterie xeriche associate a terrazzamenti viticoli in abbandono, radi boschi di roverella e salti di roccia calcarea. Scopo di questo lavoro di tesi è di rilevare la situazione della vegetazione attuale, nell'ambito del Sito di Importanza Comunitaria ¿Oasi xerotermiche della Valle di Susa e Orrido di Foresto e Chianocco¿, in particolare il dinamismo della vegetazione in relazione all'abbandono del territorio, cercando di valutare quali siano gli stadi della successione e quali possano essere le scelte gestionali in un'ottica di mantenimento della biodiversità vegetale, animale e paesaggistica. Sono stati descritti gli stadi della Serie di vegetazione dei Querceti di roverella (Quercetalia pubescentis-petraeae), a partire dalle praterie riferibili all'associazione Heteropogono- Cleistogenetum serotinae (= Contorteto-Diplachnetum Br.-Bl. 1961) (con variante a Stipa pennata e variante a Chrysopogon gryllus), in parte colonizzate da arbusteti del Coronillo-Prunetum mahaleb Gallandat 1972, in relazione alle diverse condizioni di pendenza del versante. Lo stadio finale boschivo, ormai molto diffuso, è riferibile al Quercion pubescentis-petraeae Br.-Bl. 1932 (Pruno mahaleb-Quercetum pubescentis Jakucs et Fekete 1957). Le formazioni erbacee a Stipa pennata sono caratterizzate da un'eccezionale presenza di entità steno/eurimediterranee, che nel complesso costituiscono il 25-30% delle specie, da un elemento steppico costituito da Sudeuropee-Sudsiberiane, oltre che da specie endemiche come Ephedra helvetica, Brassica repanda e Campanula bertolae. L'estensione di queste formazioni è di 195 ha su un totale di circa 1000 ha, in superfici molto frammentate. Il resto del territorio è stato colonizzato da roverella. Parte di queste praterie, quelle su suoli relativamente più profondi, verrà anch'essa colonizzata nel tempo, se non si interverrà con il pascolamento o con lo sfalcio. Solo in alcune aree con roccia affiorante o con scheletro grossolano si può presupporre che le formazioni si mantengano e che qui trovino rifugio sia le specie steppiche, sia le mediterranee. Le scelte gestionali relative alla vegetazione risultano quindi rilevanti nell'ottica del mantenimento della biodiversità : gli interventi che si riterrebbero opportuni sono il mantenimento delle pratiche agricole e pastorali con opportuni incentivi e valorizzazione dei prodotti locali. In relazione quindi agli obiettivi che si vogliono raggiungere è necessario operare con scelte gestionali mirate e questo lavoro può essere una base per pianificare le scelte e per una previsione dei risultati che si possono ottenere a seguito di interventi sulle diverse tipologie vegetazionali.File | Dimensione | Formato | |
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