Lo studio della finanza comportamentale aziendale è un tema di studio sviluppatosi di recente e attualmente ancora sotto analisi. La sua conoscenza risulta, però, essere centrale per la comprensione di dinamiche finanziarie, specificatamente per quanto concerne i processi e i ragionamenti che ci inducono a compiere errori. Nel tema degli investimenti, la finanza comportamentale risulta essere particolarmente utile per spiegare gli errori che molti investitori tendono a compiere, compromettendo di conseguenza i loro ricavi. Presupposto fondamentale è separare il concetto di finanza comportamentale e analfabetismo finanziario, che sfortunatamente nel nostro paese è nettamente marcato. Pilastri centrali di questo argomento sono le euristiche e i bias cognitivi. Le euristiche sono alla base del pensiero intuitivo poiché consentono di svolgere rapide valutazioni sulle base di esperienze pregresse e convinzioni individuali. Se questo metodo può risultare conveniente per certi aspetti, capita a volte di incorrere in bias cognitivi, ossia in poche parole euristiche inefficaci e pericolose. Questi ultimi sono costrutti fondati, al di fuori del giudizio critico, su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. Le euristiche finanziarie sono: l'euristica della rappresentatività, l'euristica della disponibilità, l'euristica dell'ancoraggio e l'euristica della simulazione. Grazie allo studio e conoscenza di questi problemi di valutazione, l’investitore può prenderne coscienza e arginare così le problematiche. Un fenomeno sempre più dibattuto e presente , collegato alla tematica della finanza comportamentale , è il greenwashing. Questo neologismo inglese indica l’attitudine delle aziende a proporsi come ecosostenibili e attenti alla sostenibilità, quando in realtà nasconde un totale disinteresse verso questi argomenti. Infatti questa strategia è un ecologismo di facciata e viene impiegata per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi causati dalle rispettive attività o prodotti sull’ ambiente.

LA FINANZA COMPORTAMENTALE AZIENDALE E IL GREENWASHING ​

CHIONETTI, BEATRICE
2022/2023

Abstract

Lo studio della finanza comportamentale aziendale è un tema di studio sviluppatosi di recente e attualmente ancora sotto analisi. La sua conoscenza risulta, però, essere centrale per la comprensione di dinamiche finanziarie, specificatamente per quanto concerne i processi e i ragionamenti che ci inducono a compiere errori. Nel tema degli investimenti, la finanza comportamentale risulta essere particolarmente utile per spiegare gli errori che molti investitori tendono a compiere, compromettendo di conseguenza i loro ricavi. Presupposto fondamentale è separare il concetto di finanza comportamentale e analfabetismo finanziario, che sfortunatamente nel nostro paese è nettamente marcato. Pilastri centrali di questo argomento sono le euristiche e i bias cognitivi. Le euristiche sono alla base del pensiero intuitivo poiché consentono di svolgere rapide valutazioni sulle base di esperienze pregresse e convinzioni individuali. Se questo metodo può risultare conveniente per certi aspetti, capita a volte di incorrere in bias cognitivi, ossia in poche parole euristiche inefficaci e pericolose. Questi ultimi sono costrutti fondati, al di fuori del giudizio critico, su percezioni errate o deformate, su pregiudizi e ideologie; utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. Le euristiche finanziarie sono: l'euristica della rappresentatività, l'euristica della disponibilità, l'euristica dell'ancoraggio e l'euristica della simulazione. Grazie allo studio e conoscenza di questi problemi di valutazione, l’investitore può prenderne coscienza e arginare così le problematiche. Un fenomeno sempre più dibattuto e presente , collegato alla tematica della finanza comportamentale , è il greenwashing. Questo neologismo inglese indica l’attitudine delle aziende a proporsi come ecosostenibili e attenti alla sostenibilità, quando in realtà nasconde un totale disinteresse verso questi argomenti. Infatti questa strategia è un ecologismo di facciata e viene impiegata per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi causati dalle rispettive attività o prodotti sull’ ambiente.
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