La questione posta al centro è riguardante l’irrazionalità dell’essere umano, in particolare come l’economia comportamentale ha portato alla luce aspetti degli individui che non rappresentano minimamente l’Homo oeconomicus, agente economico razionale della teoria classica e neoclassica. Quest’ultimo è in grado disponendo di tutte le informazioni, di compiere la scelta ottimale tra le alternative massimizzando la sua utilità. Una figura che è usata come modello di studio per le scienze economiche da anni. La rappresentazione più “umana” degli individui la dobbiamo proprio a questa nuova branca nata nel XX secolo, l’economia comportamentale che grazie ai suoi studi e alle indagini sperimentali sul comportamento ha tentato di spiegare i meccanismi che guidano i processi decisionali. Un argomento stimolante e di attualità che ha portato all’unione di due discipline apparentemente distanti, l’economia e la psicologia. L’obbiettivo è quello di mostrare come l’essere umano non sia perfettamente razionale, aspetto che lo porta a compiere errori sistematici per via delle euristiche e dei bias cognitivi a cui è soggetto. Queste riflessioni sono emerse dallo studio dei massimi esponenti di questa nuova corrente: Daniel Kahneman e Amos Tversky. L’elaborazione di questi autori rappresenterà poi il fulcro per altri importanti studiosi, Thaler e Sunstein, che elaboreranno nuovi concetti come il Nudge, tradotto come “la spinta gentile”. Essi sottolineano come le decisioni possono essere influenzate dal contesto e mostrano come intervenire e aiutare le persone a fare una scelta migliore senza limitare la propria libertà. La metodologia di ricerca è di tipo qualitativo, nel primo capitolo si illustra il percorso a livello storico dei principali esponenti che in qualche modo hanno contribuito alla nascita dell’economia comportamentale, facendo inizialmente una descrizione dell’Homo Oeconomicus e della sua storia attraverso articoli accademici rilevanti fino ad arrivare a quelli che sono considerati i fondatori dell’economia comportamentale: Daniel Kahneman (vincitore del premio Nobel nel 2022) e Amos Tversky. Il secondo capitolo interamente dedicato al Nudge e ai concetti che ne derivano, come paternalismo libertario e architettura delle scelte, mostrerà a livello teorico gli aspetti più importanti e le sue criticità restando comunque in certi limiti, data la facilità con cui questa nuova corrente trova spazio in diversi campi tra cui quello politico, finanziario e sanitario.

Dall'homo oeconomicus alla razionalità limitata: come si è arrivati alla nudge theory

KHALLAF, SOUKAINA
2022/2023

Abstract

La questione posta al centro è riguardante l’irrazionalità dell’essere umano, in particolare come l’economia comportamentale ha portato alla luce aspetti degli individui che non rappresentano minimamente l’Homo oeconomicus, agente economico razionale della teoria classica e neoclassica. Quest’ultimo è in grado disponendo di tutte le informazioni, di compiere la scelta ottimale tra le alternative massimizzando la sua utilità. Una figura che è usata come modello di studio per le scienze economiche da anni. La rappresentazione più “umana” degli individui la dobbiamo proprio a questa nuova branca nata nel XX secolo, l’economia comportamentale che grazie ai suoi studi e alle indagini sperimentali sul comportamento ha tentato di spiegare i meccanismi che guidano i processi decisionali. Un argomento stimolante e di attualità che ha portato all’unione di due discipline apparentemente distanti, l’economia e la psicologia. L’obbiettivo è quello di mostrare come l’essere umano non sia perfettamente razionale, aspetto che lo porta a compiere errori sistematici per via delle euristiche e dei bias cognitivi a cui è soggetto. Queste riflessioni sono emerse dallo studio dei massimi esponenti di questa nuova corrente: Daniel Kahneman e Amos Tversky. L’elaborazione di questi autori rappresenterà poi il fulcro per altri importanti studiosi, Thaler e Sunstein, che elaboreranno nuovi concetti come il Nudge, tradotto come “la spinta gentile”. Essi sottolineano come le decisioni possono essere influenzate dal contesto e mostrano come intervenire e aiutare le persone a fare una scelta migliore senza limitare la propria libertà. La metodologia di ricerca è di tipo qualitativo, nel primo capitolo si illustra il percorso a livello storico dei principali esponenti che in qualche modo hanno contribuito alla nascita dell’economia comportamentale, facendo inizialmente una descrizione dell’Homo Oeconomicus e della sua storia attraverso articoli accademici rilevanti fino ad arrivare a quelli che sono considerati i fondatori dell’economia comportamentale: Daniel Kahneman (vincitore del premio Nobel nel 2022) e Amos Tversky. Il secondo capitolo interamente dedicato al Nudge e ai concetti che ne derivano, come paternalismo libertario e architettura delle scelte, mostrerà a livello teorico gli aspetti più importanti e le sue criticità restando comunque in certi limiti, data la facilità con cui questa nuova corrente trova spazio in diversi campi tra cui quello politico, finanziario e sanitario.
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