Lo scopo della mia tesi è quello di confrontare l'uso di elementi narrativi tipici della letteratura distopica in 'Never Let Me Go' di Kazuo Ishiguro e in 'Exit West' di Mohsin Hamid; in particolare, intendo analizzare come questi romanzi possano essere letti come 'cautionary tales,' per mettere in luce alcuni aspetti negativi della società contemporanea, in questo caso la marginalizzazione e la deumanizzazione di determinati individui e di intere comunità. Il primo capitolo è un'introduzione generale al genere letterario dell'utopia. Mentre l'utopia in senso stretto rappresenta una versione idealizzata di una certa società, la distopia mostra come alcuni problemi presenti nella società del presente possano, nel corso del tempo, portare ad un regresso; tuttavia, sia l'utopia sia la distopia tentano di immaginare una versione alternativa della società attuale, e di conseguenza condividono lo scopo di cercare di attuare un cambiamento positivo. Nel secondo capitolo vengono analizzati i temi dell'ingiustizia sociale e della deumanizzazione nei due romanzi. In 'Exit West,' Hamid immagina l'esistenza di porte magiche che mettono in comunicazione angoli opposti del mondo, come metafora della crisi migratoria e della globalizzazione, mostrando le difficoltà che i migranti affrontano nel paese di arrivo in quanto minoranza. I cloni di 'Never Let Me Go,' creati con il solo scopo di diventare donatori di organi, possono essere visti come una metafora dello sfruttamento dei membri di comunità marginalizzate, a cui sono stati negati i diritti universali dell'uomo. Nel terzo capitolo viene analizzato ulteriormente il ruolo dell'empatia nel riabilitare questi individui e riconoscere la loro umanità. In questa prospettiva, l'enfasi data ai sentimenti e alle storie d'amore dei protagonisti, nella loro semplicità, può essere utile nel creare una connessione emotiva con il lettore. Nell'ultimo capitolo viene messo in evidenza come entrambi i romanzi sostengano l'idea che la vulnerabilità e la transitorietà siano elementi paradigmatici nel definire l'esistenza dell'uomo: la morte e le migrazioni, nella loro eccezionalità, diventano le fondamenta per costruire un senso di appartenenza universale. Per concludere, metto in luce come, alla luce di queste considerazioni, ci siano degli spiragli di utopia nei due romanzi, nonostante la premessa distopica.

The aim of my dissertation is to compare how Kazuo Ishiguro's 'Never Let Me Go' and Mohsin Hamid's 'Exit West' make use of literary tropes commonly associated with dystopian fiction. More specifically, I intend to focus on how these novels may be read as cautionary tales highlighting negative social aspects of the contemporary age, namely the marginalisation and the dehumanisation of certain individuals and of whole communities. In the first chapter I provide an overview of utopia as a literary genre. Whereas positive utopian fiction depicts an idealised version of a given society, dystopia anticipates how certain problematic aspects already visible in the present may deteriorate in the future; however, utopia and dystopia share the main purpose of envisioning an alternative version of society, in order to bring about positive change in the future. In the second chapter I analyse the ways in which Hamid and Ishiguro treat the themes of social injustice and dehumanisation in the aforementioned novels. 'Exit West' uses the narrative device of magical doors connecting places from all around the world as a metaphor for increased movement and globalisation, as the migrants face social exclusion after stepping through. As regards 'Never Let Me Go,' the clones, who are raised with the only purpose of becoming organ donors, can be viewed as representing members of an out-group who have been denied their human rights. In the third chapter I elaborate on the role of empathy in rehabilitating the rights of segregated individuals. I argue that emphasis on feeling and on the main characters' love stories may be instrumental in creating a sympathetic bond with the reader. In the last chapter I investigate how both novels support the idea that vulnerability and precariousness should be considered as universal paradigms defining human existence: death and movement become the foundations upon which a new idea of human commonality can be built. To conclude, I point out how both novels present us with glimpses of utopia despite the dystopic premise.

Human Connection Rehabilitating Adverse Destinies in a Dystopian World: A Comparative View of Kazuo Ishiguro's Never Let Me Go and Mohsin Hamid's Exit West

GRIFFO, GIULIO
2018/2019

Abstract

The aim of my dissertation is to compare how Kazuo Ishiguro's 'Never Let Me Go' and Mohsin Hamid's 'Exit West' make use of literary tropes commonly associated with dystopian fiction. More specifically, I intend to focus on how these novels may be read as cautionary tales highlighting negative social aspects of the contemporary age, namely the marginalisation and the dehumanisation of certain individuals and of whole communities. In the first chapter I provide an overview of utopia as a literary genre. Whereas positive utopian fiction depicts an idealised version of a given society, dystopia anticipates how certain problematic aspects already visible in the present may deteriorate in the future; however, utopia and dystopia share the main purpose of envisioning an alternative version of society, in order to bring about positive change in the future. In the second chapter I analyse the ways in which Hamid and Ishiguro treat the themes of social injustice and dehumanisation in the aforementioned novels. 'Exit West' uses the narrative device of magical doors connecting places from all around the world as a metaphor for increased movement and globalisation, as the migrants face social exclusion after stepping through. As regards 'Never Let Me Go,' the clones, who are raised with the only purpose of becoming organ donors, can be viewed as representing members of an out-group who have been denied their human rights. In the third chapter I elaborate on the role of empathy in rehabilitating the rights of segregated individuals. I argue that emphasis on feeling and on the main characters' love stories may be instrumental in creating a sympathetic bond with the reader. In the last chapter I investigate how both novels support the idea that vulnerability and precariousness should be considered as universal paradigms defining human existence: death and movement become the foundations upon which a new idea of human commonality can be built. To conclude, I point out how both novels present us with glimpses of utopia despite the dystopic premise.
ENG
Lo scopo della mia tesi è quello di confrontare l'uso di elementi narrativi tipici della letteratura distopica in 'Never Let Me Go' di Kazuo Ishiguro e in 'Exit West' di Mohsin Hamid; in particolare, intendo analizzare come questi romanzi possano essere letti come 'cautionary tales,' per mettere in luce alcuni aspetti negativi della società contemporanea, in questo caso la marginalizzazione e la deumanizzazione di determinati individui e di intere comunità. Il primo capitolo è un'introduzione generale al genere letterario dell'utopia. Mentre l'utopia in senso stretto rappresenta una versione idealizzata di una certa società, la distopia mostra come alcuni problemi presenti nella società del presente possano, nel corso del tempo, portare ad un regresso; tuttavia, sia l'utopia sia la distopia tentano di immaginare una versione alternativa della società attuale, e di conseguenza condividono lo scopo di cercare di attuare un cambiamento positivo. Nel secondo capitolo vengono analizzati i temi dell'ingiustizia sociale e della deumanizzazione nei due romanzi. In 'Exit West,' Hamid immagina l'esistenza di porte magiche che mettono in comunicazione angoli opposti del mondo, come metafora della crisi migratoria e della globalizzazione, mostrando le difficoltà che i migranti affrontano nel paese di arrivo in quanto minoranza. I cloni di 'Never Let Me Go,' creati con il solo scopo di diventare donatori di organi, possono essere visti come una metafora dello sfruttamento dei membri di comunità marginalizzate, a cui sono stati negati i diritti universali dell'uomo. Nel terzo capitolo viene analizzato ulteriormente il ruolo dell'empatia nel riabilitare questi individui e riconoscere la loro umanità. In questa prospettiva, l'enfasi data ai sentimenti e alle storie d'amore dei protagonisti, nella loro semplicità, può essere utile nel creare una connessione emotiva con il lettore. Nell'ultimo capitolo viene messo in evidenza come entrambi i romanzi sostengano l'idea che la vulnerabilità e la transitorietà siano elementi paradigmatici nel definire l'esistenza dell'uomo: la morte e le migrazioni, nella loro eccezionalità, diventano le fondamenta per costruire un senso di appartenenza universale. Per concludere, metto in luce come, alla luce di queste considerazioni, ci siano degli spiragli di utopia nei due romanzi, nonostante la premessa distopica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/152451