Lo stambecco alpino (Capra ibex ibex Linnaeus, 1758) è una specie di capra selvatica che popola l’ambiente montano alpino. L’habitat tipico di questa specie è infatti costituito da pareti rocciose, praterie di alta quota e boschi intervallati da zone rocciose. Malgrado la specie sia attualmente elencata come a rischio minimo (low concern, LC) nella lista rossa dell’International Union for the Conservation of Nature, risulta fortemente condizionata da numerosi fattori abiotici, quali ad esempio la temperatura, le precipitazioni e l’altitudine. Al fine di comprendere come questi fattori influiscano sul comportamento e sull’adattamento di questa specie sono stati analizzati quattro casi studio. Nel primo caso studio Gattoa et al. (2007) hanno valutato due modelli che hanno restituito delle mappe di idoneità ambientale nel Parco Adamello del Brenta, prevedendo a breve uno spostamento dello stambecco a quote più elevate verso le zone più orientali del parco, con conseguenti fenomeni di sovrappopolamento. Il secondo studio, condotto da Brivio et al. (2019) nel Parco del Gran Paradiso, ha riguardato la selezione di risorse trofiche da parte degli esemplari maschi sull’arco alpino, in caso di incremento delle temperature medie stagionali. Dalle osservazioni effettuate è emerso come gli stambecchi preferiscano foraggiarsi in aree più fresche, a scapito della qualità del foraggio, piuttosto che tentare di adattarsi a temperature più elevate, con conseguenti perdite di areale e impatti sulla fitness della specie. Il terzo caso studio, condotto da Rossi et al. (2008) nel Parco del Gran Paradiso, ha analizzato come diversi fattori abiotici possano influenzare le strategie riproduttive dello stambecco. La neve, ad esempio, rappresenta un fattore rilevante per la riproduzione degli stambecchi e la sua presenza risulta strettamente correlata al comportamento della specie, da un punto di vista di numero di approcci dei maschi nei confronti delle femmine e di percentuale di femmine corteggiate. Infine, nell’ultimo caso studio è stato analizzato come le temperature influenzino la distribuzione di parassiti e agenti patogeni. La loro presenza viene infatti favorita dall’aumento delle temperature e, nel caso di attacchi da parte di zecche (Ixodes spp.), questo si traduce in maggiori punture nei confronti degli ungulati che possono contrarre la “Borreliosi di Lyme”, malattia di origine batterica trasmissibile anche all’uomo. In conclusione, viene sottolineato come per poter preservare l’areale e le abitudini degli stambecchi sia importante attuare delle strategie di gestione che possano ridurre i fattori di disturbo a livello locale per la salvaguardia della specie.

Ecologia e dinamica di popolazione dello stambecco alpino, Capra ibex ibex L.

CORREGGIA, SILVIA
2022/2023

Abstract

Lo stambecco alpino (Capra ibex ibex Linnaeus, 1758) è una specie di capra selvatica che popola l’ambiente montano alpino. L’habitat tipico di questa specie è infatti costituito da pareti rocciose, praterie di alta quota e boschi intervallati da zone rocciose. Malgrado la specie sia attualmente elencata come a rischio minimo (low concern, LC) nella lista rossa dell’International Union for the Conservation of Nature, risulta fortemente condizionata da numerosi fattori abiotici, quali ad esempio la temperatura, le precipitazioni e l’altitudine. Al fine di comprendere come questi fattori influiscano sul comportamento e sull’adattamento di questa specie sono stati analizzati quattro casi studio. Nel primo caso studio Gattoa et al. (2007) hanno valutato due modelli che hanno restituito delle mappe di idoneità ambientale nel Parco Adamello del Brenta, prevedendo a breve uno spostamento dello stambecco a quote più elevate verso le zone più orientali del parco, con conseguenti fenomeni di sovrappopolamento. Il secondo studio, condotto da Brivio et al. (2019) nel Parco del Gran Paradiso, ha riguardato la selezione di risorse trofiche da parte degli esemplari maschi sull’arco alpino, in caso di incremento delle temperature medie stagionali. Dalle osservazioni effettuate è emerso come gli stambecchi preferiscano foraggiarsi in aree più fresche, a scapito della qualità del foraggio, piuttosto che tentare di adattarsi a temperature più elevate, con conseguenti perdite di areale e impatti sulla fitness della specie. Il terzo caso studio, condotto da Rossi et al. (2008) nel Parco del Gran Paradiso, ha analizzato come diversi fattori abiotici possano influenzare le strategie riproduttive dello stambecco. La neve, ad esempio, rappresenta un fattore rilevante per la riproduzione degli stambecchi e la sua presenza risulta strettamente correlata al comportamento della specie, da un punto di vista di numero di approcci dei maschi nei confronti delle femmine e di percentuale di femmine corteggiate. Infine, nell’ultimo caso studio è stato analizzato come le temperature influenzino la distribuzione di parassiti e agenti patogeni. La loro presenza viene infatti favorita dall’aumento delle temperature e, nel caso di attacchi da parte di zecche (Ixodes spp.), questo si traduce in maggiori punture nei confronti degli ungulati che possono contrarre la “Borreliosi di Lyme”, malattia di origine batterica trasmissibile anche all’uomo. In conclusione, viene sottolineato come per poter preservare l’areale e le abitudini degli stambecchi sia importante attuare delle strategie di gestione che possano ridurre i fattori di disturbo a livello locale per la salvaguardia della specie.
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