Le dislipidemie sono disordini del metabolismo delle lipoproteine plasmatiche caratterizzati da alterazioni quantitative (aumento del colesterolo o dei trigliceridi plasmatici, diminuzione del colesterolo HDL) o qualitative (alterazioni della normale composizione lipidico/proteica o della distribuzione delle differenti sottoclassi lipoproteiche). Gli studi epidemiologici hanno dimostrato come le alterazioni del metabolismo delle lipoproteine plasmatiche siano significativamente associate ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari su base aterosclerotica. Un potente inibitore della sintesi del colesterolo, la monacolina K (lovastatina), è stato scoperto nel 1979 in un ceppo di Monascus. Il meccanismo d’azione ipolipemizzante del Riso Rosso Fermentato è dovuto all’inibizione reversibile sull’enzima 3-idrossi-3-metil-glutaril-CoA (HMG-CoA) reduttasi (enzima chiave nella sintesi endogena del colesterolo) esercitata dalle monacoline. L’effetto ipolipemizzante del Riso Rosso Fermentato è stato confermato da diverse meta-analisi di studi clinici randomizzati e in doppio cieco. La meta-analisi più recente include 20 sperimentazioni volte a valutare l’efficacia e il profilo di sicurezza di questo nutraceutico e ha portato alla conclusione che (in un tempo da 2 a 24 mesi) il riso rosso fermentato riduce la concentrazione di colesterolo LDL di 39 mg/dl rispetto al placebo, una quota non dissimile da quella delle statine di vecchia generazione (pravastatina 40 mg, simvastatina 10 mg, lovastatina 20 mg). Il dosaggio utilizzato variava da 1200 mg a 4800 mg/die, corrispondenti a 4,8-24 mg di monacolina K. Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, l’incidenza di innalzamento degli indici di danno epatici e renali è risultata compresa tra lo 0% e il 5% in entrambi i gruppi di trattamento (riso rosso fermentato e controllo). Tenendo conto del fatto che non è stato possibile fissare un livello di assunzione giornaliera di monacoline da riso rosso fermentato che non desti preoccupazioni per la salute umana e considerando il significativo effetto nocivo sulla salute legato all’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli di 10 mg/giorno, e i singoli casi di reazioni avverse gravi per la salute a livelli di appena 3 mg/giorno, è opportuno vietare l’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli pari o superiori a 3 mg per dose di prodotto raccomandata per l’assunzione giornaliera. Tale sostanza dovrebbe pertanto essere inserita nell’allegato III, parte B, del regolamento (CE) n. 1925/2006 e la sua aggiunta agli alimenti o la sua utilizzazione nella produzione di alimenti dovrebbe essere consentita solo alle condizioni specificate in tale allegato. Durante il mio tirocinio alla Farmaceutici Procemsa S.p.A. ho avuto modo di approfondire l’argomento lavorando in laboratorio assieme alla Dott.ssa Mastropietro. Utilizzando l’HPLC-DAD abbiamo verificato la presenza della monacolina K visualizzando il suo spettro. Il PC calcola autonomamente l’area al di sotto della curva, dato fondamentale per calcolare i milligrammi di monacolina K per compressa. I risultati ottenuti a T = 12 mesi sono di 1,54 mg/cpr di monacolina K. Questo valore ha una RDS (Relative Standard Deviation) dello 0,06% e rientra nei limiti prestabiliti: 1,16 – 1,74 mg/cpr. Confrontando il dato ricavato con quello ottenuto a T = 0 mesi, la concentrazione di monacolina K è diminuita. Il valore ottenuto a T = 0 è stato di 1,6 mg/cpr. Il prodotto può essere venduto.

Il riso rosso fermentato e il colesterolo

DE MARCO, REBECCA
2022/2023

Abstract

Le dislipidemie sono disordini del metabolismo delle lipoproteine plasmatiche caratterizzati da alterazioni quantitative (aumento del colesterolo o dei trigliceridi plasmatici, diminuzione del colesterolo HDL) o qualitative (alterazioni della normale composizione lipidico/proteica o della distribuzione delle differenti sottoclassi lipoproteiche). Gli studi epidemiologici hanno dimostrato come le alterazioni del metabolismo delle lipoproteine plasmatiche siano significativamente associate ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari su base aterosclerotica. Un potente inibitore della sintesi del colesterolo, la monacolina K (lovastatina), è stato scoperto nel 1979 in un ceppo di Monascus. Il meccanismo d’azione ipolipemizzante del Riso Rosso Fermentato è dovuto all’inibizione reversibile sull’enzima 3-idrossi-3-metil-glutaril-CoA (HMG-CoA) reduttasi (enzima chiave nella sintesi endogena del colesterolo) esercitata dalle monacoline. L’effetto ipolipemizzante del Riso Rosso Fermentato è stato confermato da diverse meta-analisi di studi clinici randomizzati e in doppio cieco. La meta-analisi più recente include 20 sperimentazioni volte a valutare l’efficacia e il profilo di sicurezza di questo nutraceutico e ha portato alla conclusione che (in un tempo da 2 a 24 mesi) il riso rosso fermentato riduce la concentrazione di colesterolo LDL di 39 mg/dl rispetto al placebo, una quota non dissimile da quella delle statine di vecchia generazione (pravastatina 40 mg, simvastatina 10 mg, lovastatina 20 mg). Il dosaggio utilizzato variava da 1200 mg a 4800 mg/die, corrispondenti a 4,8-24 mg di monacolina K. Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, l’incidenza di innalzamento degli indici di danno epatici e renali è risultata compresa tra lo 0% e il 5% in entrambi i gruppi di trattamento (riso rosso fermentato e controllo). Tenendo conto del fatto che non è stato possibile fissare un livello di assunzione giornaliera di monacoline da riso rosso fermentato che non desti preoccupazioni per la salute umana e considerando il significativo effetto nocivo sulla salute legato all’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli di 10 mg/giorno, e i singoli casi di reazioni avverse gravi per la salute a livelli di appena 3 mg/giorno, è opportuno vietare l’uso di monacoline da riso rosso fermentato a livelli pari o superiori a 3 mg per dose di prodotto raccomandata per l’assunzione giornaliera. Tale sostanza dovrebbe pertanto essere inserita nell’allegato III, parte B, del regolamento (CE) n. 1925/2006 e la sua aggiunta agli alimenti o la sua utilizzazione nella produzione di alimenti dovrebbe essere consentita solo alle condizioni specificate in tale allegato. Durante il mio tirocinio alla Farmaceutici Procemsa S.p.A. ho avuto modo di approfondire l’argomento lavorando in laboratorio assieme alla Dott.ssa Mastropietro. Utilizzando l’HPLC-DAD abbiamo verificato la presenza della monacolina K visualizzando il suo spettro. Il PC calcola autonomamente l’area al di sotto della curva, dato fondamentale per calcolare i milligrammi di monacolina K per compressa. I risultati ottenuti a T = 12 mesi sono di 1,54 mg/cpr di monacolina K. Questo valore ha una RDS (Relative Standard Deviation) dello 0,06% e rientra nei limiti prestabiliti: 1,16 – 1,74 mg/cpr. Confrontando il dato ricavato con quello ottenuto a T = 0 mesi, la concentrazione di monacolina K è diminuita. Il valore ottenuto a T = 0 è stato di 1,6 mg/cpr. Il prodotto può essere venduto.
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