Con il termine di arboricoltura da legno si definisce la coltivazione di popolamenti artificiali di specie arboree finalizzata all'ottenimento di determinati assortimenti legnosi nella massima quantità possibile. Secondo Ciancio (1992), possono essere distinte una arboricoltura da legno di qualità e di quantità. La prima è destinata alla produzione di assortimenti legnosi di elevato pregio mercantile in tempi in genere medio-lunghi, mentre la seconda è finalizzata a produrre elevate quantità di assortimenti di basso profilo qualitativo (biomassa) in tempi brevi o molto brevi. In Italia, la coltivazione delle latifoglie a legno pregiato oggi costituisce uno dei principali modelli colturali nell'ambito dell'arboricoltura da legno di qualità. Questa pratica affonda le sue radici in un lontano passato, quando, ad esempio, nelle aziende agricole era tradizione piantare un noce alla nascita di un figlio per costituire una dote futura al neonato (Minotta, 1981). Solo dalla fine del secolo scorso questo modello colturale è stato riscoperto e proposto su una scala più vasta come una delle possibili alternative alle tradizionali colture agricole; ciò a seguito delle note eccedenze produttive verificatesi in ambito CEE soprattutto nel settore cerealicolo. L'iniziale scarsità delle conoscenze tecniche e scientifiche su questo tipo di coltura e le acquisizioni successivamente derivate dalle attività di studio e di sperimentazione poste in opera da vari Enti Statali e Regionali ha determinato, negli ultimi 30-35 anni, una costante evoluzione delle modalità di coltivazione delle specie arboree a legno pregiato. La presente tesi ha quindi l'obiettivo di esaminare in senso critico questa evoluzione delineandone le diverse fasi.
La coltivazione delle latifoglie a legno pregiato in Italia
FONTANA, ELEONORA VITTORIA
2018/2019
Abstract
Con il termine di arboricoltura da legno si definisce la coltivazione di popolamenti artificiali di specie arboree finalizzata all'ottenimento di determinati assortimenti legnosi nella massima quantità possibile. Secondo Ciancio (1992), possono essere distinte una arboricoltura da legno di qualità e di quantità. La prima è destinata alla produzione di assortimenti legnosi di elevato pregio mercantile in tempi in genere medio-lunghi, mentre la seconda è finalizzata a produrre elevate quantità di assortimenti di basso profilo qualitativo (biomassa) in tempi brevi o molto brevi. In Italia, la coltivazione delle latifoglie a legno pregiato oggi costituisce uno dei principali modelli colturali nell'ambito dell'arboricoltura da legno di qualità. Questa pratica affonda le sue radici in un lontano passato, quando, ad esempio, nelle aziende agricole era tradizione piantare un noce alla nascita di un figlio per costituire una dote futura al neonato (Minotta, 1981). Solo dalla fine del secolo scorso questo modello colturale è stato riscoperto e proposto su una scala più vasta come una delle possibili alternative alle tradizionali colture agricole; ciò a seguito delle note eccedenze produttive verificatesi in ambito CEE soprattutto nel settore cerealicolo. L'iniziale scarsità delle conoscenze tecniche e scientifiche su questo tipo di coltura e le acquisizioni successivamente derivate dalle attività di studio e di sperimentazione poste in opera da vari Enti Statali e Regionali ha determinato, negli ultimi 30-35 anni, una costante evoluzione delle modalità di coltivazione delle specie arboree a legno pregiato. La presente tesi ha quindi l'obiettivo di esaminare in senso critico questa evoluzione delineandone le diverse fasi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/152019