Il cambiamento climatico in atto sta provocando grandi modifiche nell'ambiente di tutto il mondo, considerando che le temperature dell'aria a livello globale sono aumentate nell'ultimo secolo di quasi 1°C: ormai pressoché ogni anno si assiste a nuovi record di temperature più calde mai registrate, basti pensare ai più di 30°C raggiunti in Alaska nell'estate appena trascorsa. I territori di montagna, in particolare, rappresentano uno degli esempi più significativi della vulnerabilità del territorio al cambiamento climatico. Nelle Alpi Europee si stanno verificando cambiamenti soprattutto a livello di tipologia delle precipitazioni e il ritiro dei ghiacciai sarà sempre più marcato. In questo ambiente le precipitazioni annuali subiranno un aumento durante il periodo invernale, mentre durante l'estate sono attesi periodi di siccità più lunghi. Il limite della quota neve subirà un progressivo innalzamento: sono attese piogge anche intense anche a quote elevate, dove negli anni passati le precipitazioni erano quasi sempre a carattere nevoso. Per quanto riguarda il panorama alpino dei ghiacciai, negli ultimi 100 anni la situazione è mutata sensibilmente, infatti da un'elevata estensione delle masse glaciali si è passati a una frammentazione delle stesse con una riduzione drastica dei volumi complessivi, superiore al 50% rispetto ad inizio Novecento. Le temperature elevate e prolungate in tutta la stagione estiva sono la causa principale del crescente arretramento dei ghiacciai e soprattutto quelli al di sotto dei 3500 m s.l.m. sono destinati a scomparire entro fine secolo. Meno considerata, ma non trascurabile, è la riduzione della distribuzione del permafrost presente sulle Alpi, il cui scongelamento può contribuire, seppur in piccola parte, all'immissione in atmosfera di CO2 e CH4. Con il ritiro dei ghiacciai il paesaggio montano subisce forti trasformazioni: uno degli esempi più evidenti è la formazione di nuovi laghi. Per conoscere la loro futura posizione possono essere adottati diversi metodi che utilizzano tecnologie digitali, nonché rilevamenti manuali. Per quanto riguarda, invece, la collocazione degli attuali laghi di neoformazione, si può fare riferimento ai catasti esistenti. Questi sono utili a formulare successive analisi più approfondite, dalle quali risulta che i laghi di neoformazione sono ubicati sempre più in quota e a volte in posizioni potenzialmente pericolose. È proprio da queste zone che talvolta si verificano episodi di GLOF (Glacial Lake Outburst Flood), per cui ingenti volumi d'acqua per cause diverse possono fuoriuscire dai laghi. È facilmente intuibile come episodi di questo tipo possano provocare danni anche importanti a quote inferiori, dove sono presenti centri abitati e infrastrutture. In alcuni casi, una parte di questi laghi di neoformazione può rivelarsi fonte di opportunità, quali produzione di energia idroelettrica, attrattiva turistica e fornitura d'acqua. Quest'ultima funzione, però, dipende anche dalla composizione chimica dell'acqua stessa, influenzata direttamente dalle condizioni criosferiche circostanti.

Cambiamento climatico sulle Alpi: arretramento dei ghiacciai e formazione di nuovi laghi

BENECH, ANDREA
2018/2019

Abstract

Il cambiamento climatico in atto sta provocando grandi modifiche nell'ambiente di tutto il mondo, considerando che le temperature dell'aria a livello globale sono aumentate nell'ultimo secolo di quasi 1°C: ormai pressoché ogni anno si assiste a nuovi record di temperature più calde mai registrate, basti pensare ai più di 30°C raggiunti in Alaska nell'estate appena trascorsa. I territori di montagna, in particolare, rappresentano uno degli esempi più significativi della vulnerabilità del territorio al cambiamento climatico. Nelle Alpi Europee si stanno verificando cambiamenti soprattutto a livello di tipologia delle precipitazioni e il ritiro dei ghiacciai sarà sempre più marcato. In questo ambiente le precipitazioni annuali subiranno un aumento durante il periodo invernale, mentre durante l'estate sono attesi periodi di siccità più lunghi. Il limite della quota neve subirà un progressivo innalzamento: sono attese piogge anche intense anche a quote elevate, dove negli anni passati le precipitazioni erano quasi sempre a carattere nevoso. Per quanto riguarda il panorama alpino dei ghiacciai, negli ultimi 100 anni la situazione è mutata sensibilmente, infatti da un'elevata estensione delle masse glaciali si è passati a una frammentazione delle stesse con una riduzione drastica dei volumi complessivi, superiore al 50% rispetto ad inizio Novecento. Le temperature elevate e prolungate in tutta la stagione estiva sono la causa principale del crescente arretramento dei ghiacciai e soprattutto quelli al di sotto dei 3500 m s.l.m. sono destinati a scomparire entro fine secolo. Meno considerata, ma non trascurabile, è la riduzione della distribuzione del permafrost presente sulle Alpi, il cui scongelamento può contribuire, seppur in piccola parte, all'immissione in atmosfera di CO2 e CH4. Con il ritiro dei ghiacciai il paesaggio montano subisce forti trasformazioni: uno degli esempi più evidenti è la formazione di nuovi laghi. Per conoscere la loro futura posizione possono essere adottati diversi metodi che utilizzano tecnologie digitali, nonché rilevamenti manuali. Per quanto riguarda, invece, la collocazione degli attuali laghi di neoformazione, si può fare riferimento ai catasti esistenti. Questi sono utili a formulare successive analisi più approfondite, dalle quali risulta che i laghi di neoformazione sono ubicati sempre più in quota e a volte in posizioni potenzialmente pericolose. È proprio da queste zone che talvolta si verificano episodi di GLOF (Glacial Lake Outburst Flood), per cui ingenti volumi d'acqua per cause diverse possono fuoriuscire dai laghi. È facilmente intuibile come episodi di questo tipo possano provocare danni anche importanti a quote inferiori, dove sono presenti centri abitati e infrastrutture. In alcuni casi, una parte di questi laghi di neoformazione può rivelarsi fonte di opportunità, quali produzione di energia idroelettrica, attrattiva turistica e fornitura d'acqua. Quest'ultima funzione, però, dipende anche dalla composizione chimica dell'acqua stessa, influenzata direttamente dalle condizioni criosferiche circostanti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/152018