La rizosfera è la porzione di suolo che circonda le radici delle piante e che ospita molti funghi che possono instaurare con esse interazioni simbiotiche, denominate micorrize. La maggior parte delle piante vascolari presenta a livello radicale queste associazioni simbiotiche, che interessano un'ampia gamma di ecosistemi e svolgono un importante ruolo nel ciclo dei nutrienti, assorbiti e trasferiti alla pianta attraverso il micelio fungino. Crocus sativus L. (Iridaceae), la pianta da cui si ottiene lo zafferano, presenta un bulbo sferico, foglie lineari ed allungate e fiori con 6 tepali violacei. Gli stimmi sono vivacemente colorati di rosso arancio e, disseccati, vengono utilizzati per ricavare la nota spezia dal caratteristico aroma. Le piante di Crocus sativus sono soprattutto coltivate in paesi dai climi aridi e semi-aridi, caratterizzati da suoli poveri di materia organica. É tuttavia possibile, grazie all'utilizzo di fertilizzanti organici e biologici, migliorare le condizioni di crescita di questa pianta. In particolare, diversi studi hanno dimostrato gli effetti benefici dei funghi micorrizici arbuscolari (AM) associati alla pianta di zafferano. L'associazione simbiotica può migliorare non solo la crescita delle piante, ma anche il contenuto di composti nutraceutici e bioattivi, nonchè l'attività antiossidante della spezia. Poiché lo zafferano è la spezia più costosa al mondo, l'aumento della resa e della qualità delle piante ottenuta con l'addizione di funghi arbuscolari costituisce per le aziende agricole di aree marginali, come i siti alpini, una possibile alternativa per incrementare produttività e reddito. I funghi AM costituiscono pertanto una risorsa importante nella produzione dello zafferano. Lo scopo del mio lavoro di tesi era quello di collaborare allo svolgimento degli esperimenti previsti nell'ambito di un progetto volto a studiare la biodiversità dei microorganismi fungini associati alle radici o presenti nella rizosfera di piantine di Crocus sativus cresciute in ambienti alpini. Tale studio è stato condotto applicando un approccio morfologico (microscopia ottica ed elettronica). In particolare ho analizzato bulbi di zafferano, piantati in vaso e trattati con due differenti inoculi micorrizici: uno contenente un solo fungo AM (Rhizophagus intraradices) ed un secondo contenente due funghi AM (R. intraradices e Funneliformis mosseae). I trattamenti sono stati confrontati con controlli privi di inoculo micorrizico. Le radici analizzate hanno mostrato la presenza di arbuscoli per entrambi i trattamenti effettuati, presentando un'ampia colonizzazione ed un'elevata percentuale di arbuscoli. Per i bulbi trattati con l'inoculo misto è stata raggiunta la più alta percentuale di micorrizazione. La presenza del fungo è stata confermata anche da osservazioni al microscopio ottico ed elettronico. L'analisi degli effetti della micorrizazione sulla crescita e sulla moltiplicazione dello zafferano ha mostrato il più alto valore di appassimento per bulbi non sottoposti ad alcun trattamento. Il trattamento con l'inoculo misto sembra essere il più efficace nel migliorare le dimensioni e il peso dei bulbi rispetto all'inoculo singolo. La colonizzazione ha migliorato la produzione di bulbi sostitutivi e ha ridotto l'insorgere di malattie fungine. Questa ricerca ha mostrato un potenziale promettente nella produzione di zafferano relativamente alla coltura in vaso, sia rispetto alla quantità che alla qualità, in quanto é stato anche misurato, nelle piantine micorrizate, un elevato contenuto di composti benefici per la salute, come polifenoli con un'elevata attività antiossidante. Attualmente sono in corso ulteriori studi per chiarire meglio la potenzialità dei funghi come biofertilizzanti, in modo da ridurre l'impatto ambientale derivante dall'utilizzo di fertilizzanti e pesticidi non biologici.

Valutazione della colonizzazione radicale e dello sviluppo di piantine di Crocus sativus (zafferano) in seguito all'inoculo con funghi micorrizici arbuscolari

GARAU, ERICA
2018/2019

Abstract

La rizosfera è la porzione di suolo che circonda le radici delle piante e che ospita molti funghi che possono instaurare con esse interazioni simbiotiche, denominate micorrize. La maggior parte delle piante vascolari presenta a livello radicale queste associazioni simbiotiche, che interessano un'ampia gamma di ecosistemi e svolgono un importante ruolo nel ciclo dei nutrienti, assorbiti e trasferiti alla pianta attraverso il micelio fungino. Crocus sativus L. (Iridaceae), la pianta da cui si ottiene lo zafferano, presenta un bulbo sferico, foglie lineari ed allungate e fiori con 6 tepali violacei. Gli stimmi sono vivacemente colorati di rosso arancio e, disseccati, vengono utilizzati per ricavare la nota spezia dal caratteristico aroma. Le piante di Crocus sativus sono soprattutto coltivate in paesi dai climi aridi e semi-aridi, caratterizzati da suoli poveri di materia organica. É tuttavia possibile, grazie all'utilizzo di fertilizzanti organici e biologici, migliorare le condizioni di crescita di questa pianta. In particolare, diversi studi hanno dimostrato gli effetti benefici dei funghi micorrizici arbuscolari (AM) associati alla pianta di zafferano. L'associazione simbiotica può migliorare non solo la crescita delle piante, ma anche il contenuto di composti nutraceutici e bioattivi, nonchè l'attività antiossidante della spezia. Poiché lo zafferano è la spezia più costosa al mondo, l'aumento della resa e della qualità delle piante ottenuta con l'addizione di funghi arbuscolari costituisce per le aziende agricole di aree marginali, come i siti alpini, una possibile alternativa per incrementare produttività e reddito. I funghi AM costituiscono pertanto una risorsa importante nella produzione dello zafferano. Lo scopo del mio lavoro di tesi era quello di collaborare allo svolgimento degli esperimenti previsti nell'ambito di un progetto volto a studiare la biodiversità dei microorganismi fungini associati alle radici o presenti nella rizosfera di piantine di Crocus sativus cresciute in ambienti alpini. Tale studio è stato condotto applicando un approccio morfologico (microscopia ottica ed elettronica). In particolare ho analizzato bulbi di zafferano, piantati in vaso e trattati con due differenti inoculi micorrizici: uno contenente un solo fungo AM (Rhizophagus intraradices) ed un secondo contenente due funghi AM (R. intraradices e Funneliformis mosseae). I trattamenti sono stati confrontati con controlli privi di inoculo micorrizico. Le radici analizzate hanno mostrato la presenza di arbuscoli per entrambi i trattamenti effettuati, presentando un'ampia colonizzazione ed un'elevata percentuale di arbuscoli. Per i bulbi trattati con l'inoculo misto è stata raggiunta la più alta percentuale di micorrizazione. La presenza del fungo è stata confermata anche da osservazioni al microscopio ottico ed elettronico. L'analisi degli effetti della micorrizazione sulla crescita e sulla moltiplicazione dello zafferano ha mostrato il più alto valore di appassimento per bulbi non sottoposti ad alcun trattamento. Il trattamento con l'inoculo misto sembra essere il più efficace nel migliorare le dimensioni e il peso dei bulbi rispetto all'inoculo singolo. La colonizzazione ha migliorato la produzione di bulbi sostitutivi e ha ridotto l'insorgere di malattie fungine. Questa ricerca ha mostrato un potenziale promettente nella produzione di zafferano relativamente alla coltura in vaso, sia rispetto alla quantità che alla qualità, in quanto é stato anche misurato, nelle piantine micorrizate, un elevato contenuto di composti benefici per la salute, come polifenoli con un'elevata attività antiossidante. Attualmente sono in corso ulteriori studi per chiarire meglio la potenzialità dei funghi come biofertilizzanti, in modo da ridurre l'impatto ambientale derivante dall'utilizzo di fertilizzanti e pesticidi non biologici.
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