In recent decades, scientific research has had to face important challenges related to agriculture and food. The increase in the world population, the impact of the agri-food industry, pollution and climate change force us to rethink new strategies to satisfy the growing food needs: the FAO estimates that the demand for meat will increase by more than 70% by 2050. The reflection on the future of nutrition is therefore more relevant than ever, since the food model dating back to the second half of the twentieth century is no longer sustainable and it is therefore necessary to find different solutions. In vitro cultured meat could potentially be a viable alternative. The objective of this work is to analyze the main aspects of conventional meat by comparing it to innovative cultured meat produced in vitro. The aspects covered concern: the production process, current legislation, companies in the sector and the environmental, economic and social impact of this emerging technology. The main difference compared to original meat consists in the removal of a small portion of muscle tissue from an animal, subsequently grown in vitro. Production is based on regenerative tissue engineering practices and the aim of researchers around the world is to recreate the same nutritional and organoleptic profile of conventional meat in order to be competitive. Empirical studies performed on this food affirm that cultured meat has significant advantages for human health and animal welfare: allows us to reduce the resources used for livestock, and to reduce the environmental impact of intensive farming, including pollution resulting from animal waste and the massive emissions of greenhouse gases that contribute to global warming. However, the technology is still in its infancy and presents multiple question marks regarding food safety and global environmental and economic impact. It is an innovative product that requires greater evaluation and more in-depth analysis. Furthermore, acceptance by the population is essential for the success of this new product. It is therefore a topic that raises numerous questions of multidisciplinary interest. The aspect of socio-cultural acceptance and the difficulty in spreading this novel food intrigued and motivated us to develop an anonymous questionnaire administered to more than 150 people as part of this research. From the data collected, although obtained from a random sampling, emerges on the one hand the curiosity to taste this food which prevails over the resistance towards a product not yet known, unlike other novel foods such as insects; on the other, the growing sensitivity towards ethical aspects and awareness among the population towards the need to find effective solutions to combat the environmental impact, in particular of intensive farming.
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha dovuto affrontare importanti sfide legate all’agricoltura e all’alimentazione. L’incremento della popolazione mondiale, l’impatto dell’industria agroalimentare, l’inquinamento e i cambiamenti climatici, ci costringono a ripensare a nuove strategie per soddisfare il crescente fabbisogno alimentare: la FAO stima che entro il 2050 la richiesta di carne aumenterà di oltre il 70%. La riflessione sul futuro dell’alimentazione quindi più attuale che mai, poiché il modello alimentare risalente alla seconda metà del Novecento non è più sostenibile ed è pertanto necessario trovare differenti soluzioni. La carne coltivata in vitro potrebbe potenzialmente essere una valida alternativa. L’obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare gli aspetti principali della carne convenzionale paragonandola all’innovativa carne coltivata prodotta in vitro. Gli aspetti trattati riguardano: il processo produttivo, la legislazione attuale, le aziende del settore e l’impatto ambientale, economico e sociale di questa tecnologia emergente. La principale differenza rispetto alla carne originale consiste nel prelievo di una piccola porzione di tessuto muscolare da un animale, successivamente coltivata in vitro. La produzione si basa su pratiche di ingegneria tissutale rigenerativa e lo scopo dei ricercatori di tutto il mondo è quello di ricreare lo stesso profilo nutrizionale e organolettico della carne convenzionale per poter essere competitiva. Gli studi empirici eseguiti su questo alimento affermano che la carne coltivata presenta notevoli vantaggi per la salute umana e per il benessere degli animali: permette di ridurre le risorse impiegate per il bestiame e di diminuire l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, tra cui l’inquinamento derivante dalle deiezioni degli animali e dalle massicce emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. Tuttavia, la tecnologia è ancora agli albori e presenta molteplici punti interrogativi per quanto riguarda la sicurezza alimentare e l’impatto ambientale globale ed economico. È un prodotto innovativo che necessita di maggiori valutazioni e analisi più approfondite. Inoltre, l’accettazione da parte della popolazione è essenziale per il successo di questo nuovo prodotto. Si tratta quindi di un tema che suscita numerose domande di interesse multidisciplinare. L’aspetto dell’accettazione socioculturale e della difficoltà nella diffusione di questo novel food ha incuriosito e motivata a sviluppare un questionario anonimo somministrato a più di 150 persone, nell’ambito di questa ricerca. Dai dati rilevati, sebbene ricavati da un campionamento casuale, emerge da un lato la curiosità di assaggiare questo alimento che prevale sulla resistenza verso un prodotto non ancora conosciuto, a differenza di altri novel food come gli insetti; dall’altro la crescente sensibilità verso gli aspetti etici e la consapevolezza nella popolazione verso la necessità di trovare soluzioni efficaci per contrastare l’impatto ambientale, in particolare degli allevamenti intensivi.
CARNE COLTIVATA IN VITRO: PRODUZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE, SOSTENIBILITÀ E ACCETTAZIONE DEL CONSUMATORE
RUSSO, JESSICA
2022/2023
Abstract
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha dovuto affrontare importanti sfide legate all’agricoltura e all’alimentazione. L’incremento della popolazione mondiale, l’impatto dell’industria agroalimentare, l’inquinamento e i cambiamenti climatici, ci costringono a ripensare a nuove strategie per soddisfare il crescente fabbisogno alimentare: la FAO stima che entro il 2050 la richiesta di carne aumenterà di oltre il 70%. La riflessione sul futuro dell’alimentazione quindi più attuale che mai, poiché il modello alimentare risalente alla seconda metà del Novecento non è più sostenibile ed è pertanto necessario trovare differenti soluzioni. La carne coltivata in vitro potrebbe potenzialmente essere una valida alternativa. L’obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare gli aspetti principali della carne convenzionale paragonandola all’innovativa carne coltivata prodotta in vitro. Gli aspetti trattati riguardano: il processo produttivo, la legislazione attuale, le aziende del settore e l’impatto ambientale, economico e sociale di questa tecnologia emergente. La principale differenza rispetto alla carne originale consiste nel prelievo di una piccola porzione di tessuto muscolare da un animale, successivamente coltivata in vitro. La produzione si basa su pratiche di ingegneria tissutale rigenerativa e lo scopo dei ricercatori di tutto il mondo è quello di ricreare lo stesso profilo nutrizionale e organolettico della carne convenzionale per poter essere competitiva. Gli studi empirici eseguiti su questo alimento affermano che la carne coltivata presenta notevoli vantaggi per la salute umana e per il benessere degli animali: permette di ridurre le risorse impiegate per il bestiame e di diminuire l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, tra cui l’inquinamento derivante dalle deiezioni degli animali e dalle massicce emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. Tuttavia, la tecnologia è ancora agli albori e presenta molteplici punti interrogativi per quanto riguarda la sicurezza alimentare e l’impatto ambientale globale ed economico. È un prodotto innovativo che necessita di maggiori valutazioni e analisi più approfondite. Inoltre, l’accettazione da parte della popolazione è essenziale per il successo di questo nuovo prodotto. Si tratta quindi di un tema che suscita numerose domande di interesse multidisciplinare. L’aspetto dell’accettazione socioculturale e della difficoltà nella diffusione di questo novel food ha incuriosito e motivata a sviluppare un questionario anonimo somministrato a più di 150 persone, nell’ambito di questa ricerca. Dai dati rilevati, sebbene ricavati da un campionamento casuale, emerge da un lato la curiosità di assaggiare questo alimento che prevale sulla resistenza verso un prodotto non ancora conosciuto, a differenza di altri novel food come gli insetti; dall’altro la crescente sensibilità verso gli aspetti etici e la consapevolezza nella popolazione verso la necessità di trovare soluzioni efficaci per contrastare l’impatto ambientale, in particolare degli allevamenti intensivi.File | Dimensione | Formato | |
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