La penisola italiana è, da circa 4000 anni, “costellata” da coltivazioni di olivo, sparse dal Settentrione al Meridione. Conseguentemente, l’olio d’oliva, è una risorsa economica di grande rilevanza per il nostro paese, ponendo l’Italia in una posizione prioritaria nella classifica dei principali paesi produttori mondiali. La globalizzazione ed i cambiamenti climatici hanno inciso notevolmente sul cambiamento di questo mercato, in particolare hanno concorso a questa evoluzione sia l’impatto sul mercato dei paesi produttori di olio d’oliva a basso costo, sia l’impatto devastante di alcuni patogeni di origine esotica introdotti accidentalmente nei nostri areali. Il batterio Xylella fastidiosa (Xf) è in grado di causare malattie diverse in più di 350 specie vegetali ed arboree, e tra queste, l’olivo non ne è esente. Nella fattispecie, Xylella fastidiosa subsp. Pauca, è il patogeno che causa la malattia chiamata “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo” (CoDiRO). La zona più colpita della nostra penisola risulta essere il salento (Puglia, Italia), e la provincia di Lecce è l’area maggiormente interessata. Il patogeno è stato individuato, per la prima volta in questa zona, nel 2013, nell’agro di Gallipoli (LE) (Pavan et al., 2021). Ad oggi, le provincie della Puglia più colpite risultano essere Lecce, Brindisi e Taranto. Il patogeno è un batterio gram – (negativo) che colonizza i vasi xilematici delle piante ospiti, diffusosi su olivo negli ultimi anni grazie al vettore Philaenus Spumarius, che, essendo un insetto xilemomizo, si nutre sull’ospite trasmettendo il patogeno tramite l’attività trofica con modalità persistente se insetto è adulto, semi persistente negli stadi pre-immaginali. Il batterio, all’interno della pianta ospite, colonizza i vasi xilematici e si diffonde sia in modo acropeto che basipeto, raggiungendo anche parti distali dell’ospite con estrema facilità. Colonizzazione dei fasci xilematici, e conseguente occlusione, compromette la distribuzione di acqua e dei Sali nella pianta, manifestando poi disseccamento e, infine, morte dell’ospite stesso, questo avviene a causa di un biofilm formato dal patogeno nei vasi xilematici dell’ospite, ma anche a causa dell’emissione di gomme e tilosi da parte del vegetale stesso, come risposta all’infezione batterica. Moltiplicazione del batterio e comparsa della malattia si manifestano a temperature comprese tra i 18°C e i 32°C. Ad oggi la gestione del patogeno su olivo, negli areali salentini in particolare, è difficoltosa, ma alcune tecniche come potatura, reimpianto di cultivar resistenti, lavorazioni del suolo, inerbimento, corretta gestione della parte epigea della pianta, risultano sempre più adatte alla lotta contro Xylella fastidiosa (Stefani e Boscia, 2019).

GESTIONE DEGLI ULIVETI IN ITALIA PER CONTRASTARE IL BATTERIO Xylella fastidiosa

PUTIGNANO, JACOPO MATTIA
2022/2023

Abstract

La penisola italiana è, da circa 4000 anni, “costellata” da coltivazioni di olivo, sparse dal Settentrione al Meridione. Conseguentemente, l’olio d’oliva, è una risorsa economica di grande rilevanza per il nostro paese, ponendo l’Italia in una posizione prioritaria nella classifica dei principali paesi produttori mondiali. La globalizzazione ed i cambiamenti climatici hanno inciso notevolmente sul cambiamento di questo mercato, in particolare hanno concorso a questa evoluzione sia l’impatto sul mercato dei paesi produttori di olio d’oliva a basso costo, sia l’impatto devastante di alcuni patogeni di origine esotica introdotti accidentalmente nei nostri areali. Il batterio Xylella fastidiosa (Xf) è in grado di causare malattie diverse in più di 350 specie vegetali ed arboree, e tra queste, l’olivo non ne è esente. Nella fattispecie, Xylella fastidiosa subsp. Pauca, è il patogeno che causa la malattia chiamata “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo” (CoDiRO). La zona più colpita della nostra penisola risulta essere il salento (Puglia, Italia), e la provincia di Lecce è l’area maggiormente interessata. Il patogeno è stato individuato, per la prima volta in questa zona, nel 2013, nell’agro di Gallipoli (LE) (Pavan et al., 2021). Ad oggi, le provincie della Puglia più colpite risultano essere Lecce, Brindisi e Taranto. Il patogeno è un batterio gram – (negativo) che colonizza i vasi xilematici delle piante ospiti, diffusosi su olivo negli ultimi anni grazie al vettore Philaenus Spumarius, che, essendo un insetto xilemomizo, si nutre sull’ospite trasmettendo il patogeno tramite l’attività trofica con modalità persistente se insetto è adulto, semi persistente negli stadi pre-immaginali. Il batterio, all’interno della pianta ospite, colonizza i vasi xilematici e si diffonde sia in modo acropeto che basipeto, raggiungendo anche parti distali dell’ospite con estrema facilità. Colonizzazione dei fasci xilematici, e conseguente occlusione, compromette la distribuzione di acqua e dei Sali nella pianta, manifestando poi disseccamento e, infine, morte dell’ospite stesso, questo avviene a causa di un biofilm formato dal patogeno nei vasi xilematici dell’ospite, ma anche a causa dell’emissione di gomme e tilosi da parte del vegetale stesso, come risposta all’infezione batterica. Moltiplicazione del batterio e comparsa della malattia si manifestano a temperature comprese tra i 18°C e i 32°C. Ad oggi la gestione del patogeno su olivo, negli areali salentini in particolare, è difficoltosa, ma alcune tecniche come potatura, reimpianto di cultivar resistenti, lavorazioni del suolo, inerbimento, corretta gestione della parte epigea della pianta, risultano sempre più adatte alla lotta contro Xylella fastidiosa (Stefani e Boscia, 2019).
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