Il luppolo (Humus lupulus L.) è un prodotto fondamentale per il comparto brassicolo, in quanto le infiorescenze contengono numerosi composti aromatici come α-acidi, β-acidi e olii essenziali che rivestono un ruolo primario durante il processo di birrificazione, ovvero i principali responsabili dell’aroma e della stabilità della birra. L’Europa produce circa il 50% del luppolo mondiale, con la coltivazione concentrata in Germania, Repubblica Ceca, Polonia e Slovenia. La produzione italiana di luppolo è molto limitata, circa 50 ha su tutto il territorio nazionale, ma può essere una coltura strategica per consentire la crescita economica di aree interne, attraverso la produzione di prodotti locali. Con questa relazione finale si è voluto comprendere, attraverso il confronto con la letteratura scientifica e l’analisi di alcune aziende produttrici situate nella provincia di Cuneo, quali fossero le pratiche agronomiche più importanti per rendere la coltura maggiormente remunerativa. Si tratta infatti di una coltivazione ad alto valore, ma con elevati costi di produzione e gestione che richiede la formazione di filiere tra produttori primari e birrifici, per via della necessità di macchinari e strumentazioni per le lavorazioni post-raccolta con elevati investimenti economici. La concentrazione di α-acidi e oli essenziali dipende da fattori di carattere genetico, ambientale e agronomici, quali la concimazione e il periodo di raccolta. Lo sviluppo e l’utilizzo di tecniche agronomiche avanzate allo scopo di migliorare la quantità e la qualità delle infiorescenze prodotte è importante per aumentare la remuneratività della coltura. Tra le lavorazioni più importanti è stata individuata la concimazione, in quanto permette un miglioramento della resa e della qualità, e l’ottenimento di piante più resistenti ai patogeni. Gli elementi nutritivi devono essere apportati in dosi e momenti diversi della coltura, l’azoto viene assorbito maggiormente nelle fasi iniziali di sviluppo vegetativo, mentre nella fase di allegagione e sviluppo fiorale il potassio e microelementi come zinco, boro e ferro hanno un effetto importante per lo sviluppo dei composti aromatici. Altre lavorazioni come la potatura e l’irrigazione sono utili allo sviluppo di un ambiente di crescita idoneo. Le lavorazioni post-raccolta sono fondamentali per evitare perdite di oli essenziali e α-acidi e per mantenere il prodotto stabile nel tempo. I principali problemi legati a questa coltivazione sono la mancanza di prodotti fitosanitari registrati e di studi agronomici condotti negli areali di produzione italiani. In conclusione, il luppolo può essere quindi una coltura strategica per il rilancio economico di alcune aree interne, ma è fondamentale l’applicazione di corrette tecniche di coltivazione al fine di minimizzare le perdite ed aumentare la qualità del prodotto finale.

Tecniche agronomiche per la coltivazione del luppolo in Nord Italia

BACENETTI, LORENZO
2022/2023

Abstract

Il luppolo (Humus lupulus L.) è un prodotto fondamentale per il comparto brassicolo, in quanto le infiorescenze contengono numerosi composti aromatici come α-acidi, β-acidi e olii essenziali che rivestono un ruolo primario durante il processo di birrificazione, ovvero i principali responsabili dell’aroma e della stabilità della birra. L’Europa produce circa il 50% del luppolo mondiale, con la coltivazione concentrata in Germania, Repubblica Ceca, Polonia e Slovenia. La produzione italiana di luppolo è molto limitata, circa 50 ha su tutto il territorio nazionale, ma può essere una coltura strategica per consentire la crescita economica di aree interne, attraverso la produzione di prodotti locali. Con questa relazione finale si è voluto comprendere, attraverso il confronto con la letteratura scientifica e l’analisi di alcune aziende produttrici situate nella provincia di Cuneo, quali fossero le pratiche agronomiche più importanti per rendere la coltura maggiormente remunerativa. Si tratta infatti di una coltivazione ad alto valore, ma con elevati costi di produzione e gestione che richiede la formazione di filiere tra produttori primari e birrifici, per via della necessità di macchinari e strumentazioni per le lavorazioni post-raccolta con elevati investimenti economici. La concentrazione di α-acidi e oli essenziali dipende da fattori di carattere genetico, ambientale e agronomici, quali la concimazione e il periodo di raccolta. Lo sviluppo e l’utilizzo di tecniche agronomiche avanzate allo scopo di migliorare la quantità e la qualità delle infiorescenze prodotte è importante per aumentare la remuneratività della coltura. Tra le lavorazioni più importanti è stata individuata la concimazione, in quanto permette un miglioramento della resa e della qualità, e l’ottenimento di piante più resistenti ai patogeni. Gli elementi nutritivi devono essere apportati in dosi e momenti diversi della coltura, l’azoto viene assorbito maggiormente nelle fasi iniziali di sviluppo vegetativo, mentre nella fase di allegagione e sviluppo fiorale il potassio e microelementi come zinco, boro e ferro hanno un effetto importante per lo sviluppo dei composti aromatici. Altre lavorazioni come la potatura e l’irrigazione sono utili allo sviluppo di un ambiente di crescita idoneo. Le lavorazioni post-raccolta sono fondamentali per evitare perdite di oli essenziali e α-acidi e per mantenere il prodotto stabile nel tempo. I principali problemi legati a questa coltivazione sono la mancanza di prodotti fitosanitari registrati e di studi agronomici condotti negli areali di produzione italiani. In conclusione, il luppolo può essere quindi una coltura strategica per il rilancio economico di alcune aree interne, ma è fondamentale l’applicazione di corrette tecniche di coltivazione al fine di minimizzare le perdite ed aumentare la qualità del prodotto finale.
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