Umberto Eco scriveva che non è più possibile dire semplicemente "ti amo", nella nostra epoca postmoderna e ipercitazionista. Ogni volta che qualcuno pronuncia quelle semplici parole, è consapevole del fatto che dieci, cento, mille volte qualcuno le ha già pronunciate. E ogni volta che qualcuno si appresta a scrivere (o leggere) una storia d'amore, è consapevole del fatto che dieci, cento, mille storie d'amore sono già state scritte (o lette). Nasce quindi la necessità di pronunciare "ti amo" e di scrivere una storia d'amore in un un modo originale, non ignorando il passato, ma giocando con esso, con ironia e leggerezza. La dissertazione si apre con un'analisi del concetto di amore romantico, osservando come è cambiato parallelamente alle trasformazioni socio-culturali che hanno interessato la società negli ultimi decenni. Quindi, affronta l'analisi di sei opere di narrativa, che trattano, appunto, di storie d'amore: The French Lieutenant's Woman (1969) di John Fowles, The Bloody Chamber (1979) di Angela Carter, Possession: a romance (1990) di A. S. Byatt, Sexing the Cherry (1989), Written on the Body (1992) e The PowerBook (2000), di Jeanette Winterson. Delle opere vengono prese in esame le principali caratteristiche postmoderniste ¿ la struttura narrativa, il concetto di identità, la riscrittura, il rapporto tra realtà e finzione ¿ osservando in che modo tali caratteristiche concorrano alla narrazione di una storia d'amore. Storie d'amore postmoderne, quindi. Ovvero, storie d'amore narrate con tecniche postmoderniste, e storie d'amore di un'epoca postmoderna.

"I love you" è sempre una citazione

MINETTI, FEDERICO
2009/2010

Abstract

Umberto Eco scriveva che non è più possibile dire semplicemente "ti amo", nella nostra epoca postmoderna e ipercitazionista. Ogni volta che qualcuno pronuncia quelle semplici parole, è consapevole del fatto che dieci, cento, mille volte qualcuno le ha già pronunciate. E ogni volta che qualcuno si appresta a scrivere (o leggere) una storia d'amore, è consapevole del fatto che dieci, cento, mille storie d'amore sono già state scritte (o lette). Nasce quindi la necessità di pronunciare "ti amo" e di scrivere una storia d'amore in un un modo originale, non ignorando il passato, ma giocando con esso, con ironia e leggerezza. La dissertazione si apre con un'analisi del concetto di amore romantico, osservando come è cambiato parallelamente alle trasformazioni socio-culturali che hanno interessato la società negli ultimi decenni. Quindi, affronta l'analisi di sei opere di narrativa, che trattano, appunto, di storie d'amore: The French Lieutenant's Woman (1969) di John Fowles, The Bloody Chamber (1979) di Angela Carter, Possession: a romance (1990) di A. S. Byatt, Sexing the Cherry (1989), Written on the Body (1992) e The PowerBook (2000), di Jeanette Winterson. Delle opere vengono prese in esame le principali caratteristiche postmoderniste ¿ la struttura narrativa, il concetto di identità, la riscrittura, il rapporto tra realtà e finzione ¿ osservando in che modo tali caratteristiche concorrano alla narrazione di una storia d'amore. Storie d'amore postmoderne, quindi. Ovvero, storie d'amore narrate con tecniche postmoderniste, e storie d'amore di un'epoca postmoderna.
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