L'estetizzazione della violenza nel cinema

The topic of this thesis is the aesthetisation of violence in cinema, analyzing 20th century film production in particular. The paper begins with an overview of violence as represented in other media, and then mainly focusing on its transposition on screen by analyzing Jean-Luc Godard's Histoire(s) du cinéma, a taxonomy of film history. The first chapters will frame the theme from a purely semiotic perspective, proposing a synthesis of the concepts exposed by Eco and Metz. The path I will follow will include the processes of signification, the importance of point of view and the theories of the film code of the various authors. This theoretical examination of the cinema will contribute to the development of a more specific discourse on its bloodier declinations, which will be analyzed in the second part of the paper. By dismantling the sequences down to the smallest detail, it is possible to see how the cinematic elements are instrumentalised. Although cinema can be considered a transparent media since, especially in the early years of the 20th century, it is often regarded as a direct take on reality, the selection of the subject in the frame is already a stance. The gaze that guides the camera is white, male and straight and for a long time was considered the only valid gaze. Therefore, by taking an historical excursus, this thesis aims to show how the label of violence is an historically flexible label, also emphasising the correlations between violent representation and the hegemonic gaze.

L'argomento di questa tesi è l'estetizzazione della violenza nel cinema, analizzando in particolar modo la produzione cinematografica del XX secolo. L'elaborato inizia con una carrellata sulla violenza rappresentata negli altri media, per poi concentrarsi principalmente sulla sua trasposizione su pellicola, prendendo in analisi Histoire(s) du cinéma di Jean-Luc Godard, una tassonomia della storia del cinema. I primi capitoli inquadrano il tema in un'ottica prettamente semiotica proponendo una summa dei concetti esposti da Eco e Metz. Il percorso che seguirò avrà come tappe i processi di significazione, l'importanza del punto di vista e le teorie del codice cinematografico dei vari autori. Questa disamina teorica sulla settima arte concorrerà allo sviluppo di un discorso più specifico sulle sue declinazioni più cruente, che saranno oggetto d' analisi nella seconda parte dell' elaborato. Smontando le sequenze fino ai minimi termini è possibile vedere come vengono strumentalizzati i cinemi. Benché il cinema possa essere ritenuto un media trasparente in quanto, soprattutto nei primi anni del 900, viene spesso considerato una presa diretta della realtà, la selezione del soggetto nell'inquadratura è già una presa di posizione. Lo sguardo che guida la macchina da presa è bianco, uomo ed etero e per molto tempo è stato considerato l'unico sguardo valido. Perciò attraverso un excursus storico questa tesi si propone di mostrare quanto quella della violenza sia un'etichetta storicamente flessibile, sottolineando anche le correlazioni tra rappresentazione violenta e sguardo egemone.