Alla base di questo studio vi sono le biobanche genetiche, veri e propri archivi di campioni biologici e dati genetici che con l'avvento delle biotecnologie e la crescente conoscenza delle informazioni genetiche hanno aperto nuovi orizzonti nella ricerca scientifica e nella medicina. In particolare, si pone l'attenzione sulle attività di raccolta, conservazione e condivisione di dati genetici che hanno suscitato una serie di riflessioni di natura etica e giuridica, con particolare riferimento alla tematica del consenso da parte dell'interessato. La tesi è articolata in tre capitoli: nel primo capitolo viene fornita una panoramica generale sulle biobanche, analizzando le tre diverse tipologie, con particoalre riferimento alla loro regolamentazione nazionale ed europea. Ci si è poi soffermati sulla problematica relativa alla proprietà dei campioni biologici e sulle modalità di regolazione del biobanking. Infine, si è cercato di esporre le sfide etiche, considerando che esse trattano dati sensibili, come quelli genetici. Nel secondo capitolo si è invece cercato di analizzare il ruolo e l'importanza del consenso dell'individuo interessato nel trattamento dei suoi dati genetici, cheemerge quindi come uno dei principi giuridici ed etici fondamentali poichè esso rappresenta l'atto conscio e informato mediante il quale una persona acconsente all'utilizzo delle sue informazioni genetiche per fini di ricerca scientifica o diagnostica. La salvaguardia della volontà e dell'autodeterminazione dell'individuo rappresenta il fulcro dell'etica nella ricerca medica e della difesa dei diritti umani. La tesi si prefigge anche di valutare le procedure volte all'ottenimento del consenso, analizzando tutti i passaggi necessari affinchè vengano rispettati gli standard etici e di privacy. Le parole chiave di tale processo sono infatti, la trasparenza, la completezza, la chiarezza e la comprensibilità delle informazioni, necessari per garantire il rispetto della dignità e della reale autonomia dei partecipanti, questo per garantire un consenso pienamente consapevole. E' stato poi analizzato lo strumento della revoca e quindi la possibilità per l'interessato di revocare in qualsiasi momento e senza subire pregiudizi, il proprio consenso. In questa prospettiva la revoca emerge quale strumento di autodeterminazione, liberamente esercitabile da parte del soggetto coinvolto. Il terzo capitolo è invece incentrato su un caso ancora oggi molto discusso dalla giurisprudenza, il caso Myriad, risolto dalla Corte Suprema Americana il 13 giugno 2013. In particolare, la sentenza in questione ha trattato il tema assai dibattuto della brevettabilità del materiale genetico e biotecnologico che è strettamente legato al tema della raccolta, conservazione e utilizzo dei dati genetici all'interno delle biobanche. Dopo un lungo processo giudiziario, la Corte Suprema Americana è giunta ad un punto di svolta rispetto alle tendenze della giurisprudenza americana in quegli anni. Nello specifico, è giunta alla decisione unanime che ha sancito che i brevetti riguardanti i geni, anche se isolati, non risultano validi in quanto i geni sono ritenuti manifestazioni della natura stessa e non invenzioni dell'uomo suscettibili a brevetto. In definitiva, tale sentenza della Corte stabilisce regole più rigide per la brevettabilità nelle biotecnologie, ma non vieta del tutto i brevetti su prodotti naturali. Resta quindi da vedere come questa decisione influenzerà l'industria biotecnologica mondiale

Biobanche di ricerca e il consenso dell’interessato al trattamento dei dati genetici

FERRERO, BEATRICE
2022/2023

Abstract

Alla base di questo studio vi sono le biobanche genetiche, veri e propri archivi di campioni biologici e dati genetici che con l'avvento delle biotecnologie e la crescente conoscenza delle informazioni genetiche hanno aperto nuovi orizzonti nella ricerca scientifica e nella medicina. In particolare, si pone l'attenzione sulle attività di raccolta, conservazione e condivisione di dati genetici che hanno suscitato una serie di riflessioni di natura etica e giuridica, con particolare riferimento alla tematica del consenso da parte dell'interessato. La tesi è articolata in tre capitoli: nel primo capitolo viene fornita una panoramica generale sulle biobanche, analizzando le tre diverse tipologie, con particoalre riferimento alla loro regolamentazione nazionale ed europea. Ci si è poi soffermati sulla problematica relativa alla proprietà dei campioni biologici e sulle modalità di regolazione del biobanking. Infine, si è cercato di esporre le sfide etiche, considerando che esse trattano dati sensibili, come quelli genetici. Nel secondo capitolo si è invece cercato di analizzare il ruolo e l'importanza del consenso dell'individuo interessato nel trattamento dei suoi dati genetici, cheemerge quindi come uno dei principi giuridici ed etici fondamentali poichè esso rappresenta l'atto conscio e informato mediante il quale una persona acconsente all'utilizzo delle sue informazioni genetiche per fini di ricerca scientifica o diagnostica. La salvaguardia della volontà e dell'autodeterminazione dell'individuo rappresenta il fulcro dell'etica nella ricerca medica e della difesa dei diritti umani. La tesi si prefigge anche di valutare le procedure volte all'ottenimento del consenso, analizzando tutti i passaggi necessari affinchè vengano rispettati gli standard etici e di privacy. Le parole chiave di tale processo sono infatti, la trasparenza, la completezza, la chiarezza e la comprensibilità delle informazioni, necessari per garantire il rispetto della dignità e della reale autonomia dei partecipanti, questo per garantire un consenso pienamente consapevole. E' stato poi analizzato lo strumento della revoca e quindi la possibilità per l'interessato di revocare in qualsiasi momento e senza subire pregiudizi, il proprio consenso. In questa prospettiva la revoca emerge quale strumento di autodeterminazione, liberamente esercitabile da parte del soggetto coinvolto. Il terzo capitolo è invece incentrato su un caso ancora oggi molto discusso dalla giurisprudenza, il caso Myriad, risolto dalla Corte Suprema Americana il 13 giugno 2013. In particolare, la sentenza in questione ha trattato il tema assai dibattuto della brevettabilità del materiale genetico e biotecnologico che è strettamente legato al tema della raccolta, conservazione e utilizzo dei dati genetici all'interno delle biobanche. Dopo un lungo processo giudiziario, la Corte Suprema Americana è giunta ad un punto di svolta rispetto alle tendenze della giurisprudenza americana in quegli anni. Nello specifico, è giunta alla decisione unanime che ha sancito che i brevetti riguardanti i geni, anche se isolati, non risultano validi in quanto i geni sono ritenuti manifestazioni della natura stessa e non invenzioni dell'uomo suscettibili a brevetto. In definitiva, tale sentenza della Corte stabilisce regole più rigide per la brevettabilità nelle biotecnologie, ma non vieta del tutto i brevetti su prodotti naturali. Resta quindi da vedere come questa decisione influenzerà l'industria biotecnologica mondiale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/151692