Il rapporto che intercorre tra il contribuente e l’Amministrazione finanziaria può definirsi in continua evoluzione, soprattutto negli ultimi anni è stato possibile tramite il D.Lgs. n. 128/2015 introduce una nuova tipologia di rapporto tra il contribuente e il Fisco, questo nuovo rapporto viene definito come regime di adempimento collaborativo, che va ad inserire un nuovo approccio volto ad individuare, monitorare e gestire il rischio fiscale. L’obiettivo principale adottato dal compliance regime è quello relativo alla fornitura di una certezza del diritto, attraverso la comunicazione e la cooperazione tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. L’assunzione di questo regime dovrebbe comportare vantaggi reciproci. A capo del contribuente questo comporta la rimozione dei dubbi relativi ai rischi fiscali sulla base del loro trattamento tributario, quindi vi è la possibilità per il contribuente di migliorare la loro gestione. Nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, i vantaggi che gli fanno capo sono relativi alle tempistiche che sono più brevi rispetto a quelle che vi erano in precedenza e un ulteriore vantaggio è relativo alla possibilità di conoscere in maniera preventiva i fenomeni economico-sociali. L’espressione tax compliance non ha una precisa definizione a livello nazionale, ma anche che internazionale, in quanto deriva dalla terminologia anglosassone, possiamo però ritrovare questa definizione ogni qualvolta si tratti dell’analisi di norme che contrastano l’evasione fiscale, con l’appoggio del controllo dell’Amministrazione finanziaria. All’interno di questo progetto verrà illustrato il rapporto che intercorre tra contribuente l’Agenzia delle Entrate e la sua evoluzione con l’introduzione del nuovo regime di adempimento collaborativo, che come anticipato in precedenza ha lo scopo di prevenire le liti tributarie andando a favorire la comunicazione tra i due soggetti. Sempre in questo lavoro sarà tratto il rischio fiscale, con le due categorie ovvero il rischio ordinario e il rischio straordinario con la sua relativa gestione. Esamineremo il progetto pilota, promosso dall’Agenzia dell’Entrate, dove il legislatore ha disciplinato l’adempimento collaborativo nell’ambito della legge delega 11 marzo 2014, n. 23, relazione al regime in argomento, dagli articoli da 3 a 7 del D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128. Le prime precisazioni concernenti l’adempimento collaborativo sono state fatte dall’Agenzia delle Entrate, grazie anche alla circolare n. 38/E del 16 settembre intitolata “chiarimenti su quesiti e dubbi applicativi inerenti il regime di adempimento collaborativo”. Inoltre sempre tramite chiarimenti fatti dall’Agenzia delle Entrate saranno visionati i criteri per l’accesso a questo nuovo regime e i benefici che ne comporta l’adesione a questo.
Adempimento collaborativo
REBIZZI, MADDALENA
2022/2023
Abstract
Il rapporto che intercorre tra il contribuente e l’Amministrazione finanziaria può definirsi in continua evoluzione, soprattutto negli ultimi anni è stato possibile tramite il D.Lgs. n. 128/2015 introduce una nuova tipologia di rapporto tra il contribuente e il Fisco, questo nuovo rapporto viene definito come regime di adempimento collaborativo, che va ad inserire un nuovo approccio volto ad individuare, monitorare e gestire il rischio fiscale. L’obiettivo principale adottato dal compliance regime è quello relativo alla fornitura di una certezza del diritto, attraverso la comunicazione e la cooperazione tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. L’assunzione di questo regime dovrebbe comportare vantaggi reciproci. A capo del contribuente questo comporta la rimozione dei dubbi relativi ai rischi fiscali sulla base del loro trattamento tributario, quindi vi è la possibilità per il contribuente di migliorare la loro gestione. Nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, i vantaggi che gli fanno capo sono relativi alle tempistiche che sono più brevi rispetto a quelle che vi erano in precedenza e un ulteriore vantaggio è relativo alla possibilità di conoscere in maniera preventiva i fenomeni economico-sociali. L’espressione tax compliance non ha una precisa definizione a livello nazionale, ma anche che internazionale, in quanto deriva dalla terminologia anglosassone, possiamo però ritrovare questa definizione ogni qualvolta si tratti dell’analisi di norme che contrastano l’evasione fiscale, con l’appoggio del controllo dell’Amministrazione finanziaria. All’interno di questo progetto verrà illustrato il rapporto che intercorre tra contribuente l’Agenzia delle Entrate e la sua evoluzione con l’introduzione del nuovo regime di adempimento collaborativo, che come anticipato in precedenza ha lo scopo di prevenire le liti tributarie andando a favorire la comunicazione tra i due soggetti. Sempre in questo lavoro sarà tratto il rischio fiscale, con le due categorie ovvero il rischio ordinario e il rischio straordinario con la sua relativa gestione. Esamineremo il progetto pilota, promosso dall’Agenzia dell’Entrate, dove il legislatore ha disciplinato l’adempimento collaborativo nell’ambito della legge delega 11 marzo 2014, n. 23, relazione al regime in argomento, dagli articoli da 3 a 7 del D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128. Le prime precisazioni concernenti l’adempimento collaborativo sono state fatte dall’Agenzia delle Entrate, grazie anche alla circolare n. 38/E del 16 settembre intitolata “chiarimenti su quesiti e dubbi applicativi inerenti il regime di adempimento collaborativo”. Inoltre sempre tramite chiarimenti fatti dall’Agenzia delle Entrate saranno visionati i criteri per l’accesso a questo nuovo regime e i benefici che ne comporta l’adesione a questo.File | Dimensione | Formato | |
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