Nella Sentenza C-55/18, la Corte ha dichiarato che gli Stati Membri devono obbligare i datori di lavoro ad istituire un sistema di registrazione dell’orario di lavoro dei propri dipendenti, per il rispetto dei diritti dei lavoratori della durata massima di lavoro ed ai periodi di riposo giornaliero e settimanale. Questa sentenza si instaura attraverso una controversia che vede da una parte un sindacato spagnolo, il CCOO, esso ritiene che il datore di lavoro debba essere obbligato alla tenuta della registrazione dell’orario di lavoro. Dall’altra parte si contrappone la Deutche Bank, quest’ultima ritiene che non ci sia la necessità di tenere il registro, perché il lavoratore ha la possibilità di dimostrare con qualsiasi mezzo di prova l’effettivo orario svolto, inoltre essa utilizza un’applicazione informatica (absences calendar), permette di registrare le assenze, le ferie, i permessi, senza però andare a misurare l’effettivo orario svolto da un lavoratore o le ore di lavoro straordinario effettuate. Inizialmente interviene l’Audencia Nacional a favore del sindacato, mentre il Tribunal Supremo si schiera a favore della Deutche Bank, infatti la Corte centrale pensa che la giurisprudenza della Corte suprema si fondi sul fatto che l’obbligo della registrazione dell’orario sia previsto all’Art 35 dello Statuto dei lavoratori, che fa riferimento al lavoro straordinario. Inoltre si allaccia all’Articolo 22 della Direttiva 2003/88 che impone, come il diritto spagnolo, l’obbligo di tenere un registro dell’orario di lavoro straordinario e non per quello ordinario. Dunque la Corte spagnola ha espresso forti dubbi sulla conformità al diritto dell’Unione dell’interpretazione fornita dal Tribunal Supremo, quindi vi è stato un rinvio alla Corte di Giustizia, al fine di capire se la norma spagnola sia conforme a quella dell’Unione Europea. La Corte UE interviene sottolineando l’importanza dei diritti del lavoratore ed ha richiamato gli Art.3, 5 e 6 della direttiva 2003/88 CE che regolano il riposo giornaliero, il riposo settimanale e la durata massima settimanale dell’orario di lavoro, da queste norme discende l’obbligo. Inoltre discende l’obbligo anche dalle disposizione dettate dagli Art.4 par. 1, 11 par.3 e 16 par.3 della direttiva 89/391/CEE in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. Pertanto la Corte ritiene che l’ordinamento interno spagnolo non rispetta le disposizioni previste dalla direttiva 2003/88/CE, perché l’Art 35, comma 5 dello Estatuto de los Trabajadores prevede solamente l’obbligo di registrazione dell’orario di lavoro straordinario. Ciononostante le ore lavorate oltre l’orario ordinario possono essere rettamente calcolate attraverso un sistema che preveda la misurazione dell’orario “normale”. Dunque la Corte ha ribadito che le norme interne devono essere conforme alle regole previste dall’UE. In conclusione il legislatore spagnolo ha accolto il suggerimento della Corte effettuando delle modifiche normative. Infatti attraverso l’Art.10 del Real Decreto-ley 8/2019 è stato aggiunto un ulteriore comma, il comma 9, all’Art 34 dello Estatuto de los Trabajadores, il quale dice che l’impresa è obbligata a tenere un registro contenente le informazioni necessario dell’intera giornata di un lavoratore. La misurazione dell’orario di lavoro può essere attuata attraverso qualsiasi sistema, che può essere stabilito dalla contrattazione collettiva o dal datore di lavoro consultandosi con i rappresentanti dei lavoratori. Infine i registri che riportano gli orari dei lavoratori devono essere conservati per 4 anni, in modo tale che siano consultabili da parte dei lavoratori, rappresentanti dei lavoratori e dagli ispettorati del lavoro. Dunque le indicazioni della Corte sono state interpretate con molto attenzione e correttamente.
LA SENTENZA C-55/18, IN MERITO ALLA MANCANZA DI UN SISTEMA DI REGISTRAZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO GIORNALIERO
MASERA, LORENZO
2022/2023
Abstract
Nella Sentenza C-55/18, la Corte ha dichiarato che gli Stati Membri devono obbligare i datori di lavoro ad istituire un sistema di registrazione dell’orario di lavoro dei propri dipendenti, per il rispetto dei diritti dei lavoratori della durata massima di lavoro ed ai periodi di riposo giornaliero e settimanale. Questa sentenza si instaura attraverso una controversia che vede da una parte un sindacato spagnolo, il CCOO, esso ritiene che il datore di lavoro debba essere obbligato alla tenuta della registrazione dell’orario di lavoro. Dall’altra parte si contrappone la Deutche Bank, quest’ultima ritiene che non ci sia la necessità di tenere il registro, perché il lavoratore ha la possibilità di dimostrare con qualsiasi mezzo di prova l’effettivo orario svolto, inoltre essa utilizza un’applicazione informatica (absences calendar), permette di registrare le assenze, le ferie, i permessi, senza però andare a misurare l’effettivo orario svolto da un lavoratore o le ore di lavoro straordinario effettuate. Inizialmente interviene l’Audencia Nacional a favore del sindacato, mentre il Tribunal Supremo si schiera a favore della Deutche Bank, infatti la Corte centrale pensa che la giurisprudenza della Corte suprema si fondi sul fatto che l’obbligo della registrazione dell’orario sia previsto all’Art 35 dello Statuto dei lavoratori, che fa riferimento al lavoro straordinario. Inoltre si allaccia all’Articolo 22 della Direttiva 2003/88 che impone, come il diritto spagnolo, l’obbligo di tenere un registro dell’orario di lavoro straordinario e non per quello ordinario. Dunque la Corte spagnola ha espresso forti dubbi sulla conformità al diritto dell’Unione dell’interpretazione fornita dal Tribunal Supremo, quindi vi è stato un rinvio alla Corte di Giustizia, al fine di capire se la norma spagnola sia conforme a quella dell’Unione Europea. La Corte UE interviene sottolineando l’importanza dei diritti del lavoratore ed ha richiamato gli Art.3, 5 e 6 della direttiva 2003/88 CE che regolano il riposo giornaliero, il riposo settimanale e la durata massima settimanale dell’orario di lavoro, da queste norme discende l’obbligo. Inoltre discende l’obbligo anche dalle disposizione dettate dagli Art.4 par. 1, 11 par.3 e 16 par.3 della direttiva 89/391/CEE in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. Pertanto la Corte ritiene che l’ordinamento interno spagnolo non rispetta le disposizioni previste dalla direttiva 2003/88/CE, perché l’Art 35, comma 5 dello Estatuto de los Trabajadores prevede solamente l’obbligo di registrazione dell’orario di lavoro straordinario. Ciononostante le ore lavorate oltre l’orario ordinario possono essere rettamente calcolate attraverso un sistema che preveda la misurazione dell’orario “normale”. Dunque la Corte ha ribadito che le norme interne devono essere conforme alle regole previste dall’UE. In conclusione il legislatore spagnolo ha accolto il suggerimento della Corte effettuando delle modifiche normative. Infatti attraverso l’Art.10 del Real Decreto-ley 8/2019 è stato aggiunto un ulteriore comma, il comma 9, all’Art 34 dello Estatuto de los Trabajadores, il quale dice che l’impresa è obbligata a tenere un registro contenente le informazioni necessario dell’intera giornata di un lavoratore. La misurazione dell’orario di lavoro può essere attuata attraverso qualsiasi sistema, che può essere stabilito dalla contrattazione collettiva o dal datore di lavoro consultandosi con i rappresentanti dei lavoratori. Infine i registri che riportano gli orari dei lavoratori devono essere conservati per 4 anni, in modo tale che siano consultabili da parte dei lavoratori, rappresentanti dei lavoratori e dagli ispettorati del lavoro. Dunque le indicazioni della Corte sono state interpretate con molto attenzione e correttamente.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/151680