La Processione della Resurrezione dell'Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro è stata descritta in due momenti del Settecento: nel 1753 da Giuseppe Craveri e nel 1765 da Jerome De La Lande in viaggio a Torino (il suo testo verrà pubblicato nel 1790). Queste testimonianze dal vivo restituiscono la ricchezza del contesto in cui i gruppi di scultura svolgevano la loro funzione pubblica, descrivono gli abiti dei confratelli e il loro ordine, i concerti e l'illuminazione che accompagnavano il rituale processionale. La Processione non è mai stata oggetto di studi storici, mentre una certa attenzione è stata riservata all'unico gruppo scultoreo superstite, il Cristo Risorto, negli studi sulla scultura del Piemonte barocco, con esiti piuttosto incerti e discostanti. Grazie alla possibilità di consultare l'Archivio dell'Arciconfraternita ho scelto di affrontare la ricerca sulle vicende di allestimento e realizzazione dell'intera Processione. Ho quindi ricostruito la Processione dal ¿progetto¿ del 1749 fino al 1760, prendendo in considerazione il primo decennio di sviluppo, in modo tale da ricostruirne nel modo più completo possibile l'organizzazione e lo svolgimento. Dai documenti d'archivio è emerso un dato che rende unica questa Processione rispetto alle altre che avevano luogo a Torino nel Settecento: i confratelli decisero di fare un ¿progetto¿ preliminare su cui basare le decisioni sulla realizzazione e l'organizzazione della celebrazione. Questo fu affidato prima a Filippo Juvarra, che lo realizzò sotto forma di disegno, e successivamente fu ripreso e tradotto in un quadro. Il disegno fu al centro della progettazione e della discussione sullo svolgimento della Processione e rappresenta la precisa volontà dei confratelli in merito alla sua articolazione e all'ordine che gli stessi dovevano avere al suo interno. Per comprendere a pieno ogni decisione presa dai confratelli e capire come la cerimonia si evolse nel decennio in analisi, è stato necessario incrociare le informazioni documentarie acquisite dalla lettura del quadro, dei documenti d'archivio e delle testimonianze pubblicate nelle guide dell'epoca. Dall'analisi di queste fonti ho tentato di far emergere chi fossero i partecipanti alla Processione, i particolari del loro abbigliamento, l'ordine tenuto durante la funzione, il percorso della celebrazione e il ruolo della musica e dell'illuminazione. In modo particolare comprendere come tutto ciò interagisse con le macchine processionali, per poi tornare a riconsiderare il ruolo della scultura in quel contesto devozionale. Ho ricostruito la presenza dei quattro gruppi che presero parte alla Processione, i loro soggetti e i loro autori. Si trattava delle macchine della Fede, delle Tre Marie al Sepolcro, del Cristo Risorto e della Vergine Gloriosa. Dai documenti d'archivio risulta che due di queste, le Tre Marie al Sepolcro e la Vergine Gloriosa, erano state realizzate da Ignazio Perucca, mentre per la statua della Fede non è emerso il nome dell'autore. Il gruppo del Cristo Risorto risulta in fase di realizzazione il 25 marzo 1749 ma anche per questo non sono stati rintracciati documenti in archivio che ne definiscano l'autore. Anche se già Ignazio Nepote nel 1770 lo aveva descritto come opera di Francesco Ladatte, il gruppo è stato inizialmente attribuito a Carlo Giuseppe Plura prima che Guido Gentile e Franco Gualano tornassero ad orientare la paternità su Ladatte.

La Processione della Resurrezione dell'Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro a Torino (1749-1760)

MELCHIONNA, CHIARA
2018/2019

Abstract

La Processione della Resurrezione dell'Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro è stata descritta in due momenti del Settecento: nel 1753 da Giuseppe Craveri e nel 1765 da Jerome De La Lande in viaggio a Torino (il suo testo verrà pubblicato nel 1790). Queste testimonianze dal vivo restituiscono la ricchezza del contesto in cui i gruppi di scultura svolgevano la loro funzione pubblica, descrivono gli abiti dei confratelli e il loro ordine, i concerti e l'illuminazione che accompagnavano il rituale processionale. La Processione non è mai stata oggetto di studi storici, mentre una certa attenzione è stata riservata all'unico gruppo scultoreo superstite, il Cristo Risorto, negli studi sulla scultura del Piemonte barocco, con esiti piuttosto incerti e discostanti. Grazie alla possibilità di consultare l'Archivio dell'Arciconfraternita ho scelto di affrontare la ricerca sulle vicende di allestimento e realizzazione dell'intera Processione. Ho quindi ricostruito la Processione dal ¿progetto¿ del 1749 fino al 1760, prendendo in considerazione il primo decennio di sviluppo, in modo tale da ricostruirne nel modo più completo possibile l'organizzazione e lo svolgimento. Dai documenti d'archivio è emerso un dato che rende unica questa Processione rispetto alle altre che avevano luogo a Torino nel Settecento: i confratelli decisero di fare un ¿progetto¿ preliminare su cui basare le decisioni sulla realizzazione e l'organizzazione della celebrazione. Questo fu affidato prima a Filippo Juvarra, che lo realizzò sotto forma di disegno, e successivamente fu ripreso e tradotto in un quadro. Il disegno fu al centro della progettazione e della discussione sullo svolgimento della Processione e rappresenta la precisa volontà dei confratelli in merito alla sua articolazione e all'ordine che gli stessi dovevano avere al suo interno. Per comprendere a pieno ogni decisione presa dai confratelli e capire come la cerimonia si evolse nel decennio in analisi, è stato necessario incrociare le informazioni documentarie acquisite dalla lettura del quadro, dei documenti d'archivio e delle testimonianze pubblicate nelle guide dell'epoca. Dall'analisi di queste fonti ho tentato di far emergere chi fossero i partecipanti alla Processione, i particolari del loro abbigliamento, l'ordine tenuto durante la funzione, il percorso della celebrazione e il ruolo della musica e dell'illuminazione. In modo particolare comprendere come tutto ciò interagisse con le macchine processionali, per poi tornare a riconsiderare il ruolo della scultura in quel contesto devozionale. Ho ricostruito la presenza dei quattro gruppi che presero parte alla Processione, i loro soggetti e i loro autori. Si trattava delle macchine della Fede, delle Tre Marie al Sepolcro, del Cristo Risorto e della Vergine Gloriosa. Dai documenti d'archivio risulta che due di queste, le Tre Marie al Sepolcro e la Vergine Gloriosa, erano state realizzate da Ignazio Perucca, mentre per la statua della Fede non è emerso il nome dell'autore. Il gruppo del Cristo Risorto risulta in fase di realizzazione il 25 marzo 1749 ma anche per questo non sono stati rintracciati documenti in archivio che ne definiscano l'autore. Anche se già Ignazio Nepote nel 1770 lo aveva descritto come opera di Francesco Ladatte, il gruppo è stato inizialmente attribuito a Carlo Giuseppe Plura prima che Guido Gentile e Franco Gualano tornassero ad orientare la paternità su Ladatte.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/151426