Il presente lavoro ha come oggetto l'analisi chimica di alcuni dei maggiori esplosivi conosciuti oggi giorno. Il punto di partenza è quello storico, ripercorrendo tutte le tappe delle sostanze chimiche esplosive dalle primissime utilizzate nell'antichità, che hanno portato tramite l'evoluzione e le scoperte scientifiche, a miscele esplosive e congegni deflagranti utilizzati nelle più grandi guerre, con il solo scopo di distruggere e annientare il nemico nel modo più subdolo possibile. Sino ad arrivare ai recenti avvenimenti degli ultimi decenni che hanno visto ancora l'utilizzo di queste armi con lo scopo di terrorizzare le persone e/o creare caos. È stata poi effettuata una suddivisione delle armi in categorie specifiche (armi chimica ed esplosivi) che permette di capirne a pieno l'effetto distruttivo e le patologie che possono provocare se a contatto con il corpo umano, permettendo così anche di trovare le più opportune soluzioni e cure. L'analisi tecnico scientifica di alcuni esplosivi ha consentito poi di comprendere al meglio la loro composizione chimica e la struttura molecolare, sottolineando le caratteristiche chimico-fisiche che presentano e di come si possono manifestare. Infine, si è focalizzata l'attenzione su come l'uomo a deciso di agire o meglio reagire a quello che egli stesso aveva creato, cioè sulla stipulazione della convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche (CAC) stipulata a Parigi nel 1993 per fermarne l'utilizzo ma soprattutto la produzione in tutti gli stati aderenti creando anche un'organizzazione per la supervisione dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW). Il successivo passo è stato vedere come l'Italia si è adeguata alla convenzione e a come si sia sviluppata l'industria di demilitarizzazione sotto il ministero della difesa, che permette il recupero e la dismissione de vecchie armi considerate inutilizzabili o comprese all'interno della convenzione quindi considerate armi di distruzione di massa. Verranno inoltre illustrati alcuni dei processi di demilitarizzazione per quanto riguarda un arsenale di tipo esplosivo con spiegazioni tecniche di tutti i passaggi da effettuare per poter smantellare un'arma, effettuati dall'industria della difesa (AID) nella sede di Noceto, la quale tratta un'ampia gamma di armamenti a partire da quelli di più piccolo calibro quale i proiettili fino ad esplosivi e missili. Obbiettivo finale di questo elaborato è dunque analizzare uno degli argomenti che più abbiamo sentito parlare negli ultimi anni: l'attenzione alla sicurezza e all'ambiente nell'ambito specifico delle armi chimiche e del loro trattamento per ridurne l'impatto con l'ecosistema. Cercando anche di portare a conoscenza quello che è il lavoro di questa industria nazionale considerata di nicchia per il suo scarso interesse politico.
Armi chimiche ed esplosivi: excursus storico fino alla convenzione di Parigi e sviluppo dell'industria della demilitarizzazione degli esplosivi.
BONA, ALESSIA
2018/2019
Abstract
Il presente lavoro ha come oggetto l'analisi chimica di alcuni dei maggiori esplosivi conosciuti oggi giorno. Il punto di partenza è quello storico, ripercorrendo tutte le tappe delle sostanze chimiche esplosive dalle primissime utilizzate nell'antichità, che hanno portato tramite l'evoluzione e le scoperte scientifiche, a miscele esplosive e congegni deflagranti utilizzati nelle più grandi guerre, con il solo scopo di distruggere e annientare il nemico nel modo più subdolo possibile. Sino ad arrivare ai recenti avvenimenti degli ultimi decenni che hanno visto ancora l'utilizzo di queste armi con lo scopo di terrorizzare le persone e/o creare caos. È stata poi effettuata una suddivisione delle armi in categorie specifiche (armi chimica ed esplosivi) che permette di capirne a pieno l'effetto distruttivo e le patologie che possono provocare se a contatto con il corpo umano, permettendo così anche di trovare le più opportune soluzioni e cure. L'analisi tecnico scientifica di alcuni esplosivi ha consentito poi di comprendere al meglio la loro composizione chimica e la struttura molecolare, sottolineando le caratteristiche chimico-fisiche che presentano e di come si possono manifestare. Infine, si è focalizzata l'attenzione su come l'uomo a deciso di agire o meglio reagire a quello che egli stesso aveva creato, cioè sulla stipulazione della convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche (CAC) stipulata a Parigi nel 1993 per fermarne l'utilizzo ma soprattutto la produzione in tutti gli stati aderenti creando anche un'organizzazione per la supervisione dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW). Il successivo passo è stato vedere come l'Italia si è adeguata alla convenzione e a come si sia sviluppata l'industria di demilitarizzazione sotto il ministero della difesa, che permette il recupero e la dismissione de vecchie armi considerate inutilizzabili o comprese all'interno della convenzione quindi considerate armi di distruzione di massa. Verranno inoltre illustrati alcuni dei processi di demilitarizzazione per quanto riguarda un arsenale di tipo esplosivo con spiegazioni tecniche di tutti i passaggi da effettuare per poter smantellare un'arma, effettuati dall'industria della difesa (AID) nella sede di Noceto, la quale tratta un'ampia gamma di armamenti a partire da quelli di più piccolo calibro quale i proiettili fino ad esplosivi e missili. Obbiettivo finale di questo elaborato è dunque analizzare uno degli argomenti che più abbiamo sentito parlare negli ultimi anni: l'attenzione alla sicurezza e all'ambiente nell'ambito specifico delle armi chimiche e del loro trattamento per ridurne l'impatto con l'ecosistema. Cercando anche di portare a conoscenza quello che è il lavoro di questa industria nazionale considerata di nicchia per il suo scarso interesse politico.File | Dimensione | Formato | |
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