Negli ultimi anni le cellule staminali sono emerse come strumento promettente per la medicina rigenerativa. Le principali problematiche riscontrate sono l'elevata oncogenicità di alcune linee cellulari, lo scarso potere proliferativo di altre e le barriere di tipo etico che si presentano con alcune cellule. Per ovviare a queste problematiche sono state ricercate fonti che avessero elevato autorinnovamento e buona plasticità. Il liquido amniotico può essere considerato un buon compromesso tra le fonti di cellule staminali fino ad oggi studiate. Le cellule staminali da LA sono facilmente ottenibili, evitano ampiamente i problemi etici associati all'uso di cellule staminali embrionali e, in coltura mantengono la loro pluripotenzialità.Sulla base di ciò ci siamo proposti di: - Verificare il miglioramento degli indici di funzionalità renale, la riduzione della necrosi tubulare e la rigenerazione delle cellule tubulari in topi con danno renale acuto indotto da glicerolo in seguito a iniezione di cellule staminali da liquido amniotico umano; - Confrontare l'efficacia riparatrice delle cellule staminali da liquido amniotico e delle cellule staminali mesenchimali; - Confrontare in colture di cellule staminali da liquido amniotico e di cellule staminali mesenchimali la diversa presenza di fattori di crescita e di citochine. Dopo il danno renale indotto con l'iniezione di glicerolo, la somministrazione di cellule staminali da liquido amniotico ha ridotto la necrosi tubulare, gli indici di funzionalità renale e aumentato la proliferazione cellulare. Confrontando l'utilizzo di queste cellule staminali con quelle di tipo mesenchimale si osservano simili risultati, anche se le cellule derivate da liquido amniotico hanno maggiore attività antiapoptotica rispetto a quelle mesenchimali. È stata inoltre individuata la presenza di LIF (Leukemia Inhibitory Factor) che quando inibito riduce l'attività proliferativa delle cellule staminali derivate da liquido amniotico, dimostrando così di poter rappresentare un fattore importante nella differenziazione e azione di questa fonte cellulare. È lecito pensare che l'utilizzo di cellule staminali derivate da liquido amniotico possa rappresentare un'eccellente prospettiva di ricerca per la terapia del danno renale.
Cellule staminali derivate da liquido amniotico umano:impiego nella riparazione del danno tubulare renale nell'animale da esperimento
POLAROLO, GIULIA
2009/2010
Abstract
Negli ultimi anni le cellule staminali sono emerse come strumento promettente per la medicina rigenerativa. Le principali problematiche riscontrate sono l'elevata oncogenicità di alcune linee cellulari, lo scarso potere proliferativo di altre e le barriere di tipo etico che si presentano con alcune cellule. Per ovviare a queste problematiche sono state ricercate fonti che avessero elevato autorinnovamento e buona plasticità. Il liquido amniotico può essere considerato un buon compromesso tra le fonti di cellule staminali fino ad oggi studiate. Le cellule staminali da LA sono facilmente ottenibili, evitano ampiamente i problemi etici associati all'uso di cellule staminali embrionali e, in coltura mantengono la loro pluripotenzialità.Sulla base di ciò ci siamo proposti di: - Verificare il miglioramento degli indici di funzionalità renale, la riduzione della necrosi tubulare e la rigenerazione delle cellule tubulari in topi con danno renale acuto indotto da glicerolo in seguito a iniezione di cellule staminali da liquido amniotico umano; - Confrontare l'efficacia riparatrice delle cellule staminali da liquido amniotico e delle cellule staminali mesenchimali; - Confrontare in colture di cellule staminali da liquido amniotico e di cellule staminali mesenchimali la diversa presenza di fattori di crescita e di citochine. Dopo il danno renale indotto con l'iniezione di glicerolo, la somministrazione di cellule staminali da liquido amniotico ha ridotto la necrosi tubulare, gli indici di funzionalità renale e aumentato la proliferazione cellulare. Confrontando l'utilizzo di queste cellule staminali con quelle di tipo mesenchimale si osservano simili risultati, anche se le cellule derivate da liquido amniotico hanno maggiore attività antiapoptotica rispetto a quelle mesenchimali. È stata inoltre individuata la presenza di LIF (Leukemia Inhibitory Factor) che quando inibito riduce l'attività proliferativa delle cellule staminali derivate da liquido amniotico, dimostrando così di poter rappresentare un fattore importante nella differenziazione e azione di questa fonte cellulare. È lecito pensare che l'utilizzo di cellule staminali derivate da liquido amniotico possa rappresentare un'eccellente prospettiva di ricerca per la terapia del danno renale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/15140