In un epoca di grandi trasformazioni socio-culturali, tale elaborato si propone di dimostrare come le tradizionali disparità di genere tra genitori insite nella cultura italiana e la mancanza di un'adeguata legislazione che introduca, non solo teoricamente, il diritto alla bigenitorialità alimentino il fenomeno dei cosiddetti papà fantasma, padri che rivendicano il ruolo di genitori, al pari delle madri, nella cura dei propri figli, senza pregiudizi culturali. In particolare, ci si focalizza sulla figura del padre separato, escluso dalla vita dei propri figli a causa della mancanza di una chiara normativa sugli affidamenti che lascia ai giudici un'alta discrezionalità sulle decisioni in materia e, soprattutto, dei discriminanti stereotipi sui genitori che negli anni hanno favorito l'affidamento dei figli alla madre, per tradizione, considerata la più idonea alla loro cura, aggravando così economicamente ma, soprattutto, emotivamente la situazione dei padri separati. Nel primo capitolo, è stata effettuata una breve analisi sull'evoluzione storica del ruolo dei genitori: dalla tradizionale differenziazione dei ruoli genitoriali, madre dedita alla cura della casa e dei figli e padre lavoratore e assente, alla crisi di tali ruoli con l'entrata delle donne nel mondo del lavoro. In seguito, si è analizzato come la necessità di una collaborazione tra genitori nella cura dei figli abbia portato alla trasformazione della figura paterna, sempre più coinvolto nella loro cura e nella loro vita, tanto da rivendicare una legge che introducesse il diritto alla bigenitorialità, soprattutto a seguito delle cause di divorzio e separazione. Nel secondo capitolo, si è analizzato il punto di svolta in materia di affidamento dovuto all'introduzione della legge 54/2006, dove venne sancito per legge il principio di bigenitorialità e la scelta in via preferenziale dell'affidamento condiviso. Effettuando un'analisi pre e post legge con l'ausilio di dati e indicatori del 2005 e del 2015 presenti nella banca dati dell'Istat, si è potuto dimostrare l'insuccesso della legge che, sebbene abbia aumentato il numero di affidamenti condivisi concessi, in termini di altri indicatori come l'assegnazione della casa familiare, il numero di assegni ai figli e all'ex-coniuge, non ha apportato cambiamenti così significativi da poter dichiarare l'efficacia della legge nella riduzione delle disparità di genere tra genitori e nella concreta adozione del principio di bigenitorialità. Per concludere, nel terzo capitolo, sono state analizzare le motivazioni della mancata approvazione da parte del neo governo Conte II del disegno di legge proposto dal senatore Pillon in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità, ossia il disegno di legge n. 735 del 2018 detto Ddl Pillon. Dopo un'analisi preliminare della sua composizione, nel dettaglio sono stati analizzati i fattori all'origine delle forti contestazione sul disegno di legge da parte dell'opinione pubblica e non solo, tanto che l'Onu ha dichiarato che la sua approvazione introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere.​
Dalle disparità di genere tra genitori al diritto alla bigenitorialità: il fenomeno dei "Papà fantasma" in Italia
SANFILIPPO, ILENIA
2018/2019
Abstract
In un epoca di grandi trasformazioni socio-culturali, tale elaborato si propone di dimostrare come le tradizionali disparità di genere tra genitori insite nella cultura italiana e la mancanza di un'adeguata legislazione che introduca, non solo teoricamente, il diritto alla bigenitorialità alimentino il fenomeno dei cosiddetti papà fantasma, padri che rivendicano il ruolo di genitori, al pari delle madri, nella cura dei propri figli, senza pregiudizi culturali. In particolare, ci si focalizza sulla figura del padre separato, escluso dalla vita dei propri figli a causa della mancanza di una chiara normativa sugli affidamenti che lascia ai giudici un'alta discrezionalità sulle decisioni in materia e, soprattutto, dei discriminanti stereotipi sui genitori che negli anni hanno favorito l'affidamento dei figli alla madre, per tradizione, considerata la più idonea alla loro cura, aggravando così economicamente ma, soprattutto, emotivamente la situazione dei padri separati. Nel primo capitolo, è stata effettuata una breve analisi sull'evoluzione storica del ruolo dei genitori: dalla tradizionale differenziazione dei ruoli genitoriali, madre dedita alla cura della casa e dei figli e padre lavoratore e assente, alla crisi di tali ruoli con l'entrata delle donne nel mondo del lavoro. In seguito, si è analizzato come la necessità di una collaborazione tra genitori nella cura dei figli abbia portato alla trasformazione della figura paterna, sempre più coinvolto nella loro cura e nella loro vita, tanto da rivendicare una legge che introducesse il diritto alla bigenitorialità, soprattutto a seguito delle cause di divorzio e separazione. Nel secondo capitolo, si è analizzato il punto di svolta in materia di affidamento dovuto all'introduzione della legge 54/2006, dove venne sancito per legge il principio di bigenitorialità e la scelta in via preferenziale dell'affidamento condiviso. Effettuando un'analisi pre e post legge con l'ausilio di dati e indicatori del 2005 e del 2015 presenti nella banca dati dell'Istat, si è potuto dimostrare l'insuccesso della legge che, sebbene abbia aumentato il numero di affidamenti condivisi concessi, in termini di altri indicatori come l'assegnazione della casa familiare, il numero di assegni ai figli e all'ex-coniuge, non ha apportato cambiamenti così significativi da poter dichiarare l'efficacia della legge nella riduzione delle disparità di genere tra genitori e nella concreta adozione del principio di bigenitorialità. Per concludere, nel terzo capitolo, sono state analizzare le motivazioni della mancata approvazione da parte del neo governo Conte II del disegno di legge proposto dal senatore Pillon in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità, ossia il disegno di legge n. 735 del 2018 detto Ddl Pillon. Dopo un'analisi preliminare della sua composizione, nel dettaglio sono stati analizzati i fattori all'origine delle forti contestazione sul disegno di legge da parte dell'opinione pubblica e non solo, tanto che l'Onu ha dichiarato che la sua approvazione introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere.File | Dimensione | Formato | |
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