L'agricoltura, la deforestazione, la selvicoltura e l'utilizzo dei suoli sono, nello specifico, responsabili del 23% delle emissioni globali. Il sistema climatico terrestre è analizzato nelle sue componenti fondamentali. Importante è il ciclo biogeochimico del carbonio, elemento che si può trovare in diverse forme e nei diversi serbatoi terrestri (suolo, acque, atmosfera, biosfera) che, grazie al massiccio uso di combustibili fossili estratti dal suolo, è stato liberato in atmosfera sotto forma di anidride carbonica (CO2) ed altri gas, detti “gas serra” (greenhouse gases, GHG), che hanno incrementato l'effetto serra naturale e causato il riscaldamento globale. Esistono diversi gas serra ma i principali sono la CO2, il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O) e i clorofluorocarburi (CFC). Al settore agricolo è imputabile circa il 47% delle emissioni di CH4, derivate da fermentazione enterica dei ruminanti allevati, gestione degli effluenti zootecnici e coltivazione del riso in sommersione e circa il 58% delle emissioni di N2O, in gran parte derivato dalla degradazione microbica dei fertilizzanti azotati nel suolo. Dopo un breve inquadramento della realtà ortofrutticola rispetto agli altri settori agricoli, sono stati considerati alcuni casi studio che confrontano differenti tecniche colturali usate comunemente nei sistemi orticoli con lo scopo di individuare quelle che mostrano un minore impatto sulle emissioni gassose. Sono state confrontate tecniche irrigue a goccia superficiale, sottosuolo e infiltrazione laterale da solchi ed è emerso che, oltre alla maggior efficienza nell'uso dell'acqua, quelle a goccia presentano emissioni di N2O minori poiché garantiscono volumi di acqua contenuti e quindi periodi brevi di umidità del suolo, sfavorendo il formarsi di aree anossiche favorevoli al processo di denitrificazione, principale responsabile delle emissioni di N2O. In seguito sono state messe a confronto differenti dosi di concime minerale azotato e vari fertilizzanti organici. Dai risultati è emerso che le dosi di concime minerale azotato influiscono sulle emissioni di N2O. Le emissioni di CO2 aumentano inoltre notevolmente con l'incremento delle temperature primaverile a causa dell'aumento nella velocità delle reazioni di decomposizione della sostanza organica nel suolo. Procedendo sono state confrontate le tecniche di coltivazione in pieno campo e in serra. Da questo è emerso che le coltivazioni in pieno campo hanno in ogni caso analizzato un impatto ambientale minore rispetto alle colture protette. In pieno campo la fase più critica è quella del pompaggio dell'acqua per l'irrigazione. Le colture in serra, spesso riscaldata, oltre all'irrigazione, spendono molta energia per l'utilizzo dei combustibili fossili che alimentano le caldaie, il sistema di ventilazione e l'impianto elettrico. Infine sono stati presi in considerazione i sistemi di conduzione biologica rispetto a quelli a gestione convenzionale. Per il confronto è stato utilizzato il metodo LCA. I casi studio analizzati hanno mostrato come per l'interpretazione dei risultati fosse necessario stabilire delle unità funzionali riferimento. Considerando la produzione di prodotto fresco commercializzabile, i sistemi biologici mostrano emissioni minori rispetto a quelli convenzionali I risultati si invertono invece nel secondo caso. Inoltre, considerando le emissioni per ettaro, risultano maggiori le emissioni dei sistemi convenzionali.

Impatto della gestione colturale dei sistemi orticoli sui cambiamenti climatici

PERINO, MAURO
2018/2019

Abstract

L'agricoltura, la deforestazione, la selvicoltura e l'utilizzo dei suoli sono, nello specifico, responsabili del 23% delle emissioni globali. Il sistema climatico terrestre è analizzato nelle sue componenti fondamentali. Importante è il ciclo biogeochimico del carbonio, elemento che si può trovare in diverse forme e nei diversi serbatoi terrestri (suolo, acque, atmosfera, biosfera) che, grazie al massiccio uso di combustibili fossili estratti dal suolo, è stato liberato in atmosfera sotto forma di anidride carbonica (CO2) ed altri gas, detti “gas serra” (greenhouse gases, GHG), che hanno incrementato l'effetto serra naturale e causato il riscaldamento globale. Esistono diversi gas serra ma i principali sono la CO2, il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O) e i clorofluorocarburi (CFC). Al settore agricolo è imputabile circa il 47% delle emissioni di CH4, derivate da fermentazione enterica dei ruminanti allevati, gestione degli effluenti zootecnici e coltivazione del riso in sommersione e circa il 58% delle emissioni di N2O, in gran parte derivato dalla degradazione microbica dei fertilizzanti azotati nel suolo. Dopo un breve inquadramento della realtà ortofrutticola rispetto agli altri settori agricoli, sono stati considerati alcuni casi studio che confrontano differenti tecniche colturali usate comunemente nei sistemi orticoli con lo scopo di individuare quelle che mostrano un minore impatto sulle emissioni gassose. Sono state confrontate tecniche irrigue a goccia superficiale, sottosuolo e infiltrazione laterale da solchi ed è emerso che, oltre alla maggior efficienza nell'uso dell'acqua, quelle a goccia presentano emissioni di N2O minori poiché garantiscono volumi di acqua contenuti e quindi periodi brevi di umidità del suolo, sfavorendo il formarsi di aree anossiche favorevoli al processo di denitrificazione, principale responsabile delle emissioni di N2O. In seguito sono state messe a confronto differenti dosi di concime minerale azotato e vari fertilizzanti organici. Dai risultati è emerso che le dosi di concime minerale azotato influiscono sulle emissioni di N2O. Le emissioni di CO2 aumentano inoltre notevolmente con l'incremento delle temperature primaverile a causa dell'aumento nella velocità delle reazioni di decomposizione della sostanza organica nel suolo. Procedendo sono state confrontate le tecniche di coltivazione in pieno campo e in serra. Da questo è emerso che le coltivazioni in pieno campo hanno in ogni caso analizzato un impatto ambientale minore rispetto alle colture protette. In pieno campo la fase più critica è quella del pompaggio dell'acqua per l'irrigazione. Le colture in serra, spesso riscaldata, oltre all'irrigazione, spendono molta energia per l'utilizzo dei combustibili fossili che alimentano le caldaie, il sistema di ventilazione e l'impianto elettrico. Infine sono stati presi in considerazione i sistemi di conduzione biologica rispetto a quelli a gestione convenzionale. Per il confronto è stato utilizzato il metodo LCA. I casi studio analizzati hanno mostrato come per l'interpretazione dei risultati fosse necessario stabilire delle unità funzionali riferimento. Considerando la produzione di prodotto fresco commercializzabile, i sistemi biologici mostrano emissioni minori rispetto a quelli convenzionali I risultati si invertono invece nel secondo caso. Inoltre, considerando le emissioni per ettaro, risultano maggiori le emissioni dei sistemi convenzionali.
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