Lo scoppio della pandemia da Coronavirus nei primi mesi del 2020 è stata, usando le parole dell’ex presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi, una vera e propria “tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche” (Financial Time, 25/03/2020). Ha sconvolto ogni aspetto delle nostre vite, portando con sé un drammatico impatto sul piano sanitario, e non solo. Le misure adottate per contenere la diffusione del virus, come il blocco delle attività produttive non essenziali e delle attività sociali, hanno generato conseguenze senza precedenti anche sul piano politico ed economico. Per questo motivo, in parallelo alle risposte nazioni messe in atto dai singoli governi, l’UE si è mobilitata per sostenere i propri Stati membri ed evitare un collasso delle loro economie attraverso la promozione di strumenti europei condivisi che qualche mese prima sarebbero stati impensabili, primi tra tutti il Next Generation EU (NGEU). Si tratta di un fondo europeo temporaneo di 750 milioni di euro, finanziato attraverso l’emissione di debito comune europeo e volto a sostenere una ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa, e a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia. Per poter accedere alle risorse messe a disposizione dall’iniziativa del NGEU gli Stati membri hanno dovuto presentare un proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) seguendo le disposizioni stabilite dalla Commissione europea, per definire una serie precisa di obiettivi di riforma e investimento. Tuttavia, l’Italia, nonostante sia stato il Paese che ha ottenuto la quota principale dei finanziamenti previsti dall’UE, ha avuto difficoltà ad elaborare un piano coerente per la ripresa della nazione dopo la pandemia. Il ritardo nell’utilizzo dell’ingente quantità di fondi europei e soprattutto l’instabilità politica hanno portato più volte alla riscrittura del programma. Obiettivo di questa tesi è, dunque, quello di analizzare le posizioni delle principali forze politiche italiane in relazione al NGEU e, più in particolare, al PNRR. Tema che ha caratterizzato il dibattito pubblico degli ultimi anni e che è stato anche al centro dell’ultima campagna elettorale per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (settembre 2022).

Dal Next Generation EU al Piano nazionale di ripresa e resilienza: il dibattito politico italiano

ALMASIO, MARTINA
2022/2023

Abstract

Lo scoppio della pandemia da Coronavirus nei primi mesi del 2020 è stata, usando le parole dell’ex presidente del Consiglio dei ministri italiano Mario Draghi, una vera e propria “tragedia umana di proporzioni potenzialmente bibliche” (Financial Time, 25/03/2020). Ha sconvolto ogni aspetto delle nostre vite, portando con sé un drammatico impatto sul piano sanitario, e non solo. Le misure adottate per contenere la diffusione del virus, come il blocco delle attività produttive non essenziali e delle attività sociali, hanno generato conseguenze senza precedenti anche sul piano politico ed economico. Per questo motivo, in parallelo alle risposte nazioni messe in atto dai singoli governi, l’UE si è mobilitata per sostenere i propri Stati membri ed evitare un collasso delle loro economie attraverso la promozione di strumenti europei condivisi che qualche mese prima sarebbero stati impensabili, primi tra tutti il Next Generation EU (NGEU). Si tratta di un fondo europeo temporaneo di 750 milioni di euro, finanziato attraverso l’emissione di debito comune europeo e volto a sostenere una ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa, e a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia. Per poter accedere alle risorse messe a disposizione dall’iniziativa del NGEU gli Stati membri hanno dovuto presentare un proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) seguendo le disposizioni stabilite dalla Commissione europea, per definire una serie precisa di obiettivi di riforma e investimento. Tuttavia, l’Italia, nonostante sia stato il Paese che ha ottenuto la quota principale dei finanziamenti previsti dall’UE, ha avuto difficoltà ad elaborare un piano coerente per la ripresa della nazione dopo la pandemia. Il ritardo nell’utilizzo dell’ingente quantità di fondi europei e soprattutto l’instabilità politica hanno portato più volte alla riscrittura del programma. Obiettivo di questa tesi è, dunque, quello di analizzare le posizioni delle principali forze politiche italiane in relazione al NGEU e, più in particolare, al PNRR. Tema che ha caratterizzato il dibattito pubblico degli ultimi anni e che è stato anche al centro dell’ultima campagna elettorale per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (settembre 2022).
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