La tesi ha per oggetto la concezione della causalità che Schopenhauer pone a fondamento della propria riflessione filosofica, soffermandosi in particolare sul confronto con la prima Critica di Kant. Questo obiettivo sarà perseguito ripercorrendo le tappe della riscoperta schopenhaueriana del concetto di causalità a partire dal recupero della nozione di “ragion sufficiente”, oggetto della sua prima importante opera filosofica, fino ad arrivare alla trattazione matura del Mondo come volontà e rappresentazione. Nell'introduzione della tesi, verrà delineato il panorama culturale contemporaneo e di poco precedente a Schopenhauer. Sempre in questa sezione, verrà introdotta la concezione Leibniziana del principio di ragione che costituisce il punto di partenza per le speculazioni successive circa tale principio. La tesi sarà dunque articolata in tre capitoli, il primo prenderà in esame il rapporto che intercorre tra la causalità e la nozione moderna di “principio di ragion sufficiente”, mostrando il debito che Schopenhauer nutre nei confronti della tradizione tedesca immediatamente precedente e le critiche che rivolge ad essa, lasciando emergere il profilarsi del confronto con Kant. In particolare verrà delineata la concezione Wolffiana dello stesso principio, agli occhi di Schopenhauer innovativa, per quanto manchevole in alcuni punti che, egli stesso, si propone di chiarificare nel corso della stesura della sua spiegazione del principio. Il titolo di questo primo capitolo sarà: “la causalità nella Quadruplice radice del principio di ragione sufficiente.” Il secondo capitolo avrà invece per oggetto la formulazione matura della nozione di causalità a cui Schopenhauer giunge già nel 1818, con la prima edizione del Mondo come volontà e rappresentazione. Qui la causalità – ricondotta all'unica categoria di un intelletto che procede in maniera intuitiva e non più, come in Kant e prima di Kant, discorsiva – diventa il perno di una nuova proposta gnoseologica e ontologica. Il titolo del secondo capitolo, quindi, sarà: “la causalità nel Mondo come volontà e rappresentazione.” Il terzo e ultimo capitolo affronterà in maniera più serrata il confronto tra Schopenhauer e la filosofia critica, così come esposto nell' Appendice al Mondo, al fine di mostrare come proprio questa riabilitazione della causalità, a cui Kant aveva negato validità oggettiva sul piano non fenomenico, consenta a Schopenhauer di “lacerare il velo di Maya” e restituire al mondo della rappresentazione un fondamento reale, avanzando così una proposta di soluzione a un problema che attanagliava, ormai da quasi quarant'anni, il mondo filosofico tedesco. Questo capitolo sarà dunque denominato: “il recupero schopenhaueriano della causalità.” Una volta giunti alla conclusione, si sarà riconosciuto a Schopenhauer il merito di aver riconsegnato importanza al concetto di causalità, centrale nel suo sistema filosofico e saranno stati messi in evidenza i passaggi che hanno portato dalla sua disfatta, coincidente con la critica kantiana, al suo recupero nel sistema di Schopenhauer.​
Schopenhauer e la riscoperta della causalità
LEONE, ANGELO
2018/2019
Abstract
La tesi ha per oggetto la concezione della causalità che Schopenhauer pone a fondamento della propria riflessione filosofica, soffermandosi in particolare sul confronto con la prima Critica di Kant. Questo obiettivo sarà perseguito ripercorrendo le tappe della riscoperta schopenhaueriana del concetto di causalità a partire dal recupero della nozione di “ragion sufficiente”, oggetto della sua prima importante opera filosofica, fino ad arrivare alla trattazione matura del Mondo come volontà e rappresentazione. Nell'introduzione della tesi, verrà delineato il panorama culturale contemporaneo e di poco precedente a Schopenhauer. Sempre in questa sezione, verrà introdotta la concezione Leibniziana del principio di ragione che costituisce il punto di partenza per le speculazioni successive circa tale principio. La tesi sarà dunque articolata in tre capitoli, il primo prenderà in esame il rapporto che intercorre tra la causalità e la nozione moderna di “principio di ragion sufficiente”, mostrando il debito che Schopenhauer nutre nei confronti della tradizione tedesca immediatamente precedente e le critiche che rivolge ad essa, lasciando emergere il profilarsi del confronto con Kant. In particolare verrà delineata la concezione Wolffiana dello stesso principio, agli occhi di Schopenhauer innovativa, per quanto manchevole in alcuni punti che, egli stesso, si propone di chiarificare nel corso della stesura della sua spiegazione del principio. Il titolo di questo primo capitolo sarà: “la causalità nella Quadruplice radice del principio di ragione sufficiente.” Il secondo capitolo avrà invece per oggetto la formulazione matura della nozione di causalità a cui Schopenhauer giunge già nel 1818, con la prima edizione del Mondo come volontà e rappresentazione. Qui la causalità – ricondotta all'unica categoria di un intelletto che procede in maniera intuitiva e non più, come in Kant e prima di Kant, discorsiva – diventa il perno di una nuova proposta gnoseologica e ontologica. Il titolo del secondo capitolo, quindi, sarà: “la causalità nel Mondo come volontà e rappresentazione.” Il terzo e ultimo capitolo affronterà in maniera più serrata il confronto tra Schopenhauer e la filosofia critica, così come esposto nell' Appendice al Mondo, al fine di mostrare come proprio questa riabilitazione della causalità, a cui Kant aveva negato validità oggettiva sul piano non fenomenico, consenta a Schopenhauer di “lacerare il velo di Maya” e restituire al mondo della rappresentazione un fondamento reale, avanzando così una proposta di soluzione a un problema che attanagliava, ormai da quasi quarant'anni, il mondo filosofico tedesco. Questo capitolo sarà dunque denominato: “il recupero schopenhaueriano della causalità.” Una volta giunti alla conclusione, si sarà riconosciuto a Schopenhauer il merito di aver riconsegnato importanza al concetto di causalità, centrale nel suo sistema filosofico e saranno stati messi in evidenza i passaggi che hanno portato dalla sua disfatta, coincidente con la critica kantiana, al suo recupero nel sistema di Schopenhauer.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/150987