In origine il termine “startup” veniva utilizzato nel linguaggio anglosassone che significa “mettersi in moto”, usato principalmente per indicare il processo di accensione del computer o di un dispositivo elettronico. Oggigiorno, il termine start up identifica la fase iniziale delle attività di una nuova impresa. Il principale obiettivo di una startup è quello di raggiungere una crescita rapida e trasformarsi velocemente in un'azienda di dimensioni significative, sfruttando il valore del suo prodotto innovativo All’interno del mercato economico si possono distinguere startup innovative (INN) e startup non innovative (NOINN). Ai sensi della normativa di riferimento espressa all’interno D.L. 179/2012, le startup al fine di poter essere definite innovative, devono adempiere ad alcuni requisiti oggettivi. Questa iniziativa è stata di fondamentale importanza per lo studio illustrato nell’elaborato, in quanto ha permesso di separare le due tipologie di imprese, startup innovative e non innovative. È stato dimostrato che il 90% delle startup fallisce, le cause di fallimento sono molteplici, tra cui carenza di liquidità ed eccessiva concorrenza. Lo studio statistico riportato nell’elaborato ha l’obiettivo di valutare la prestazione e il tasso di sopravvivenza delle startup innovative rispetto ad altri tipi di imprese di nuova costituzione. La metodologia applicata allo studio, si articola in più fasi. In primo luogo, sono stati estratti dei dati dal database AIDA relativi alle imprese italiane fondate nel 2013, una volta ottimizzato il database, per poter classificare le imprese come innovative, sono stati applicati e confrontati diversi algoritmi predittivi al fine di selezionare quello più performante, attraverso la curva di ROC (Receiver Operating Characteristic). Successivamente, è stato applicato il modello predittivo più performante al set di dati del 2008 per prevedere quali aziende sarebbero state classificate come innovative secondo la definizione legale del 2012. Per valutare la probabilità di sopravvivenza delle startup del 2008 che sarebbero state definite come innovative, è stato utilizzato lo stimatore di Kaplan-Meier, il quale è uno stimatore non parametrico. In fine, per verificare la presenza di altre caratteristiche associate alle probabilità di sopravvivenza, come l’effetto di localizzazione e le variabili di interazione dell’essere INN, si ricorre a un'analisi multivariata basata sul modello di rischio proporzionale di COX. In conclusione, il risultato ottenuto dallo studio illustrato, suggerisce che le imprese innovative hanno maggiori probabilità di sopravvivere rispetto al resto del campione, sebbene il premio di sopravvivenza possa dipendere anche dalla localizzazione.
La capacità di sopravvivenza delle start-up in un periodo di crisi: uno studio statistico
TROIA, PIETRO
2022/2023
Abstract
In origine il termine “startup” veniva utilizzato nel linguaggio anglosassone che significa “mettersi in moto”, usato principalmente per indicare il processo di accensione del computer o di un dispositivo elettronico. Oggigiorno, il termine start up identifica la fase iniziale delle attività di una nuova impresa. Il principale obiettivo di una startup è quello di raggiungere una crescita rapida e trasformarsi velocemente in un'azienda di dimensioni significative, sfruttando il valore del suo prodotto innovativo All’interno del mercato economico si possono distinguere startup innovative (INN) e startup non innovative (NOINN). Ai sensi della normativa di riferimento espressa all’interno D.L. 179/2012, le startup al fine di poter essere definite innovative, devono adempiere ad alcuni requisiti oggettivi. Questa iniziativa è stata di fondamentale importanza per lo studio illustrato nell’elaborato, in quanto ha permesso di separare le due tipologie di imprese, startup innovative e non innovative. È stato dimostrato che il 90% delle startup fallisce, le cause di fallimento sono molteplici, tra cui carenza di liquidità ed eccessiva concorrenza. Lo studio statistico riportato nell’elaborato ha l’obiettivo di valutare la prestazione e il tasso di sopravvivenza delle startup innovative rispetto ad altri tipi di imprese di nuova costituzione. La metodologia applicata allo studio, si articola in più fasi. In primo luogo, sono stati estratti dei dati dal database AIDA relativi alle imprese italiane fondate nel 2013, una volta ottimizzato il database, per poter classificare le imprese come innovative, sono stati applicati e confrontati diversi algoritmi predittivi al fine di selezionare quello più performante, attraverso la curva di ROC (Receiver Operating Characteristic). Successivamente, è stato applicato il modello predittivo più performante al set di dati del 2008 per prevedere quali aziende sarebbero state classificate come innovative secondo la definizione legale del 2012. Per valutare la probabilità di sopravvivenza delle startup del 2008 che sarebbero state definite come innovative, è stato utilizzato lo stimatore di Kaplan-Meier, il quale è uno stimatore non parametrico. In fine, per verificare la presenza di altre caratteristiche associate alle probabilità di sopravvivenza, come l’effetto di localizzazione e le variabili di interazione dell’essere INN, si ricorre a un'analisi multivariata basata sul modello di rischio proporzionale di COX. In conclusione, il risultato ottenuto dallo studio illustrato, suggerisce che le imprese innovative hanno maggiori probabilità di sopravvivere rispetto al resto del campione, sebbene il premio di sopravvivenza possa dipendere anche dalla localizzazione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
944956_tesi_troia_pietro.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
668.82 kB
Formato
Adobe PDF
|
668.82 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/150825