Il cambiamento climatico è uno dei principali fattori condizionanti i patogeni forestali. Questo influenza l'interazione ospite-patogeno aumentando il tasso di moltiplicazione e di sopravvivenza del patogeno e alterando il grado di resistenza dell'ospite. Tuttavia, le dinamiche dei patogeni forestali sono estremamente variabili e i cambiamenti climatici potrebbero esercitare su di essi effetti positivi o negativi a seconda del patogeno. I casi di studio presi in considerazione sono stati: alcune malattie fogliari delle conifere (da Mycosphaerella spp., Cyclaneusma minus) nei Paesi Baltici, il disseccamento del frassino da Hymenoscyphus fraxineus e il disseccamento dei getti apicali dei pini da Sphaeropsis sapinea. Nel caso di Mycosphaerella pini in Estonia, si è assistito negli ultimi anni ad attacchi su pino con decorso cronico, piuttosto che acuto. In una situazione di confine tra due fasce bioclimatiche, come nel caso dell'Estonia, anche un minimo cambiamento nel regime idrico e termico può comportare una serie di conseguenze estremamente critiche. Nel caso del disseccamento del frassino, alcuni studi suggeriscono che in Europa meridionale temperature più elevate potrebbero accentuare stress idrici che a loro volta causerebbero abscissioni fogliari precoci, impedendo quindi al fungo di propagarsi nei rametti. Anche le necrosi causate dal fungo potrebbero essere rallentate o inibite dagli stress idrici. In Europa settentrionale tuttavia, un aumento delle temperature potrebbe determinare un aumento in consistenza delle popolazioni di frassino e non essere sufficiente per condizionare in modo significativo il normale sviluppo del fungo. Pertanto in Europa settentrionale, l'epidemia attualmente in corso potrebbe proseguire. Nel caso del disseccamento dei getti apicali dei pini da Sphaeropsis sapinea, il fungo patogeno si diffonde sulle Alpi nel periodo compreso tra aprile e giugno, soprattutto in combinazione con primavere ricche di precipitazioni e estati calde e siccitose. Grandinate estive possono inoltre favorire le infezioni. Secondo i modelli di distribuzione sviluppati e in base agli scenari di cambiamento climatico presi in considerazione, Sphaeropsis sapinea interesserà la maggior parte del territorio nazionale, con esclusione di poche aree isolate: le Alpi nord-orientali, parte della pianura padana, il sud della Sicilia e della Sardegna. Tutti i modelli prevedono un innalzamento altitudinale dell'areale di distribuzione del fungo, che andrebbe da 34 m entro il 2050 a 243 m entro il 2070 a seconda del modello. I cambiamenti climatici possono dunque influire in modo rilevante sui patosistemi forestali. Per quanto in alcuni casi, come quello relativo al disseccamento del frassino, un aumento delle temperature possa portare un rallentamento dello sviluppo del patogeno, nella maggioranza dei casi anche il più piccolo incremento di temperatura potrebbe comportare enormi conseguenze sugli ecosistemi forestali.

Effetto dei cambiamenti climatici sui patosistemi forestali: alcuni esempi

VARNIER, SAMUELE
2018/2019

Abstract

Il cambiamento climatico è uno dei principali fattori condizionanti i patogeni forestali. Questo influenza l'interazione ospite-patogeno aumentando il tasso di moltiplicazione e di sopravvivenza del patogeno e alterando il grado di resistenza dell'ospite. Tuttavia, le dinamiche dei patogeni forestali sono estremamente variabili e i cambiamenti climatici potrebbero esercitare su di essi effetti positivi o negativi a seconda del patogeno. I casi di studio presi in considerazione sono stati: alcune malattie fogliari delle conifere (da Mycosphaerella spp., Cyclaneusma minus) nei Paesi Baltici, il disseccamento del frassino da Hymenoscyphus fraxineus e il disseccamento dei getti apicali dei pini da Sphaeropsis sapinea. Nel caso di Mycosphaerella pini in Estonia, si è assistito negli ultimi anni ad attacchi su pino con decorso cronico, piuttosto che acuto. In una situazione di confine tra due fasce bioclimatiche, come nel caso dell'Estonia, anche un minimo cambiamento nel regime idrico e termico può comportare una serie di conseguenze estremamente critiche. Nel caso del disseccamento del frassino, alcuni studi suggeriscono che in Europa meridionale temperature più elevate potrebbero accentuare stress idrici che a loro volta causerebbero abscissioni fogliari precoci, impedendo quindi al fungo di propagarsi nei rametti. Anche le necrosi causate dal fungo potrebbero essere rallentate o inibite dagli stress idrici. In Europa settentrionale tuttavia, un aumento delle temperature potrebbe determinare un aumento in consistenza delle popolazioni di frassino e non essere sufficiente per condizionare in modo significativo il normale sviluppo del fungo. Pertanto in Europa settentrionale, l'epidemia attualmente in corso potrebbe proseguire. Nel caso del disseccamento dei getti apicali dei pini da Sphaeropsis sapinea, il fungo patogeno si diffonde sulle Alpi nel periodo compreso tra aprile e giugno, soprattutto in combinazione con primavere ricche di precipitazioni e estati calde e siccitose. Grandinate estive possono inoltre favorire le infezioni. Secondo i modelli di distribuzione sviluppati e in base agli scenari di cambiamento climatico presi in considerazione, Sphaeropsis sapinea interesserà la maggior parte del territorio nazionale, con esclusione di poche aree isolate: le Alpi nord-orientali, parte della pianura padana, il sud della Sicilia e della Sardegna. Tutti i modelli prevedono un innalzamento altitudinale dell'areale di distribuzione del fungo, che andrebbe da 34 m entro il 2050 a 243 m entro il 2070 a seconda del modello. I cambiamenti climatici possono dunque influire in modo rilevante sui patosistemi forestali. Per quanto in alcuni casi, come quello relativo al disseccamento del frassino, un aumento delle temperature possa portare un rallentamento dello sviluppo del patogeno, nella maggioranza dei casi anche il più piccolo incremento di temperatura potrebbe comportare enormi conseguenze sugli ecosistemi forestali.
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