Le piante popolano quasi ogni tipo di habitat sulla Terra, sopravvivendo in ecosistemi in continuo cambiamento. Per fare ciò, nel corso dell'evoluzione hanno adottato strategie che ne hanno permesso la sopravvivenza nonostante il mutare delle condizioni ambientali alle quali erano inizialmente adattate. Infatti, gli organismi vegetali devono far fronte, senza possibilità di muoversi e, quindi, di “fuggire”, a numerosi stress, sia biotici e abiotici, quali: siccità, eccesso di salinità, temperature troppo basse o troppo alte rispetto all'optimum termico o incompatibili con la sopravvivenza della specie, attacco di patogeni o erbivori. Negli ultimi anni, la frequenza e l'intensità di alcuni di questi stress (eventi di stress idrico improvvisi e aumento delle temperature) sono aumentate a causa del riscaldamento globale, e i modelli previsionali ipotizzano un loro continuo incremento nel prossimo futuro. Una delle strategie di adattamento allo stress adottate dalle piante, e studiata con particolare interesse solo negli ultimi anni, è la memoria vegetale dello stress. Questa si basa su modifiche fisiologiche, biochimiche e molecolari prodotte dalla pianta durante un primo evento di stress, in grado di indurre risposte migliori e/o più veloci a un ripresentarsi dello stesso stress. Ad esempio, uno studio recente ha mostrato come in piante di caffè la memoria dello stress sia in grado di aumentare la loro tolleranza allo stress idrico (Menezes-Silva et al., 2017). In questo lavoro, le analisi fisiologiche e biochimiche effettuate su genotipi diversi (tollerante e non) di caffè hanno evidenziato come la memoria da deficit idrico influenzi positivamente le risposte in eventi di siccità successivi. Le piante esposte più volte allo stress idrico sono, infatti, caratterizzate da un miglior uso dell'acqua e da una maggiore capacità fotosintetica rispetto a piante di caffè esposte una sola volta alla siccità. Il campo di indagine sulla memoria vegetale e sulle sue implicazioni è ancora quasi del tutto inesplorato, anche se negli ultimi anni sta acquisendo sempre maggior rilievo negli studi di fisiologia. Obiettivo di questa tesi è quello di analizzare lo stato dell'arte della ricerca scientifica sulla risposte della memoria vegetale dello stress, soprattutto in piante arboree e di interesse forestale. Nella tesi sarà, anche, discusso come una più approfondita conoscenza delle risposte allo stress potrebbe rappresentare uno strumento utile per la gestione degli impianti agricoli ed arborei.

Le piante sviluppano memorie di stress abiotici?

CARDIN, LUCA
2018/2019

Abstract

Le piante popolano quasi ogni tipo di habitat sulla Terra, sopravvivendo in ecosistemi in continuo cambiamento. Per fare ciò, nel corso dell'evoluzione hanno adottato strategie che ne hanno permesso la sopravvivenza nonostante il mutare delle condizioni ambientali alle quali erano inizialmente adattate. Infatti, gli organismi vegetali devono far fronte, senza possibilità di muoversi e, quindi, di “fuggire”, a numerosi stress, sia biotici e abiotici, quali: siccità, eccesso di salinità, temperature troppo basse o troppo alte rispetto all'optimum termico o incompatibili con la sopravvivenza della specie, attacco di patogeni o erbivori. Negli ultimi anni, la frequenza e l'intensità di alcuni di questi stress (eventi di stress idrico improvvisi e aumento delle temperature) sono aumentate a causa del riscaldamento globale, e i modelli previsionali ipotizzano un loro continuo incremento nel prossimo futuro. Una delle strategie di adattamento allo stress adottate dalle piante, e studiata con particolare interesse solo negli ultimi anni, è la memoria vegetale dello stress. Questa si basa su modifiche fisiologiche, biochimiche e molecolari prodotte dalla pianta durante un primo evento di stress, in grado di indurre risposte migliori e/o più veloci a un ripresentarsi dello stesso stress. Ad esempio, uno studio recente ha mostrato come in piante di caffè la memoria dello stress sia in grado di aumentare la loro tolleranza allo stress idrico (Menezes-Silva et al., 2017). In questo lavoro, le analisi fisiologiche e biochimiche effettuate su genotipi diversi (tollerante e non) di caffè hanno evidenziato come la memoria da deficit idrico influenzi positivamente le risposte in eventi di siccità successivi. Le piante esposte più volte allo stress idrico sono, infatti, caratterizzate da un miglior uso dell'acqua e da una maggiore capacità fotosintetica rispetto a piante di caffè esposte una sola volta alla siccità. Il campo di indagine sulla memoria vegetale e sulle sue implicazioni è ancora quasi del tutto inesplorato, anche se negli ultimi anni sta acquisendo sempre maggior rilievo negli studi di fisiologia. Obiettivo di questa tesi è quello di analizzare lo stato dell'arte della ricerca scientifica sulla risposte della memoria vegetale dello stress, soprattutto in piante arboree e di interesse forestale. Nella tesi sarà, anche, discusso come una più approfondita conoscenza delle risposte allo stress potrebbe rappresentare uno strumento utile per la gestione degli impianti agricoli ed arborei.
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