Corporate governance nelle società calcistiche. I casi Bayern Monaco, Manchester United e S.S Lazio

“A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più? un'industria e sempre meno un gioco.” Zdenek Zeman Negli ultimi decenni il calcio si è evoluto notevolmente, arrivando ad essere una vera e propria industria capace di generare, secondo la Uefa, un fatturato globale di 47 miliardi di dollari solo nel 2022. Un risultato incredibile se si pensa che agli albori era considerato solamente come uno sport senza scopo di lucro e finalizzato a consentire la pura pratica atletico-agonistica dei propri membri, i quali, a loro volta, erano dei semplici associati ai vari club di appartenenza. Questa crescita è dovuta a diversi fattori, alcuni sono intuibili come il supporto dei tifosi, l’attenzione dei media e il numero crescente di investitori; altri invece sono meno visibili e sono da ricercare nelle dinamiche interne che caratterizzano gli aspetti della gestione di una società, come ad esempio una buona governance. Tale studio intende mettere in risalto il tema della corporate governance nel settore calcistico sul territorio nazionale, analizzando tre casi specifici con i loro punti di forza e criticità, e confrontandolo con i modelli esteri (in particolare Germania e Gran Bretagna). Verranno analizzate quali sono le decisioni che spingono i club ad adottare determinate strutture di gestione e le relative implicazioni manageriali. Verrà inoltre evidenziato il nuovo ruolo del tifoso: da semplice spettatore e soggetto passivo, a soggetto attivo e partecipe del governo delle società. Il progetto vuole essere un momento di riflessione riguardo l’odierna realtà calcistica, tra pregi e difetti, limiti e opportunità, riguardanti un fenomeno che per sua natura è vivo e dinamico e destinato a mutare nel tempo.