Il progressivo invecchiamento della popolazione e l'aumento del fenomeno della non autosufficienza, sono due questioni molto attuali, e che caratterizzano il contesto socio-demografico italiano ed europeo. L’Italia, secondo diverse ricerche condotte dall’Istat, è uno degli stati in cui è maggiore il processo di invecchiamento della popolazione, nel 2023 sono circa 14 milioni le persone anziane residenti in Italia e secondo l’Istituto Superiore di Sanità rappresenteranno il 35,4% della popolazione totale nel 2050. A ciò si accompagna un aumento non solo delle persone anziane, ma anche delle persone anziane parzialmente o totalmente non autosufficienti. La non autosufficienza può essere definita come: l’incapacità o la ridotta capacità di occuparsi in maniera autonoma delle attività legate alla vita quotidiana, come vestirsi, lavarsi, mangiare, prepararsi i pasti e muoversi in autonomia. L'Istat sottolinea che nel 2019 erano 4 milioni le persone con gravi patologie e limitazioni delle attività funzionali di base. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento del fenomeno della non autosufficienza rappresentano delle sfide per la società attuale e per i servizi pubblici e privati. I servizi ad oggi garantiti per la non autosufficienza risultano molto standardizzati, frammentati e poco adatti a rispondere in modo adeguato ai problemi e le necessità legate alla non autosufficienza. Ciò porta nella maggior parte dei casi a una delega di responsabilità ai caregiver familiari, per questo motivo il sistema di welfare italiano viene definito: welfare fai da te. Un approccio che potrebbe consentire di superare questa frammentazione di competenze e servizi, è il modello Bio-Psico-Sociale di George Libman Engel del 1977, che trae spunto dalla definizione di salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), del 1948, che definisce la salute e il benessere come: uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto un'assenza di malattia o infermità. Promuovendo un approccio olistico alla salute, alla malattia e al benessere delle persone, sottolineando l’importanza di considerare l’intreccio tra i diversi fattori biologici, sociali e psicologici. Questo può essere realizzato cercando di promuovere una maggiore integrazione socio-sanitaria, cioè integrare e favorire la comunicazione e la rete tra professionisti e servizi differenti in un unico progetto di aiuto, non andando a focalizzarsi su una singola problematica, ma cercando di cogliere la complessità delle situazioni prese in carico. L’integrazione socio-sanitaria viene attuata in tutte quelle situazioni in cui è necessario attivare sia interventi sanitari sia interventi sociali nel medesimo progetto di aiuto. In relazione a ciò verrà analizzata una strategia di miglioramento del servizio, che la Casa di Cura Villa Igea, vorrà attuare in futuro proprio in relazione all’aumento delle complessità delle problematiche legate alla non autosufficienza. L'obiettivo della struttura è l'inserimento della figura dell'assistente sociale ospedaliero all'interno dell'equipe esistente.
“Integrazione Socio-Sanitaria e sviluppo dell’ufficio di Servizio Sociale in una struttura sanitaria privata accreditata: una risposta al crescente bisogno di assistenza legato all’invecchiamento della popolazione e al fenomeno della non autosufficienza”
LILA, ALESSIA
2022/2023
Abstract
Il progressivo invecchiamento della popolazione e l'aumento del fenomeno della non autosufficienza, sono due questioni molto attuali, e che caratterizzano il contesto socio-demografico italiano ed europeo. L’Italia, secondo diverse ricerche condotte dall’Istat, è uno degli stati in cui è maggiore il processo di invecchiamento della popolazione, nel 2023 sono circa 14 milioni le persone anziane residenti in Italia e secondo l’Istituto Superiore di Sanità rappresenteranno il 35,4% della popolazione totale nel 2050. A ciò si accompagna un aumento non solo delle persone anziane, ma anche delle persone anziane parzialmente o totalmente non autosufficienti. La non autosufficienza può essere definita come: l’incapacità o la ridotta capacità di occuparsi in maniera autonoma delle attività legate alla vita quotidiana, come vestirsi, lavarsi, mangiare, prepararsi i pasti e muoversi in autonomia. L'Istat sottolinea che nel 2019 erano 4 milioni le persone con gravi patologie e limitazioni delle attività funzionali di base. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento del fenomeno della non autosufficienza rappresentano delle sfide per la società attuale e per i servizi pubblici e privati. I servizi ad oggi garantiti per la non autosufficienza risultano molto standardizzati, frammentati e poco adatti a rispondere in modo adeguato ai problemi e le necessità legate alla non autosufficienza. Ciò porta nella maggior parte dei casi a una delega di responsabilità ai caregiver familiari, per questo motivo il sistema di welfare italiano viene definito: welfare fai da te. Un approccio che potrebbe consentire di superare questa frammentazione di competenze e servizi, è il modello Bio-Psico-Sociale di George Libman Engel del 1977, che trae spunto dalla definizione di salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), del 1948, che definisce la salute e il benessere come: uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto un'assenza di malattia o infermità. Promuovendo un approccio olistico alla salute, alla malattia e al benessere delle persone, sottolineando l’importanza di considerare l’intreccio tra i diversi fattori biologici, sociali e psicologici. Questo può essere realizzato cercando di promuovere una maggiore integrazione socio-sanitaria, cioè integrare e favorire la comunicazione e la rete tra professionisti e servizi differenti in un unico progetto di aiuto, non andando a focalizzarsi su una singola problematica, ma cercando di cogliere la complessità delle situazioni prese in carico. L’integrazione socio-sanitaria viene attuata in tutte quelle situazioni in cui è necessario attivare sia interventi sanitari sia interventi sociali nel medesimo progetto di aiuto. In relazione a ciò verrà analizzata una strategia di miglioramento del servizio, che la Casa di Cura Villa Igea, vorrà attuare in futuro proprio in relazione all’aumento delle complessità delle problematiche legate alla non autosufficienza. L'obiettivo della struttura è l'inserimento della figura dell'assistente sociale ospedaliero all'interno dell'equipe esistente.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/150526