L'argomento che verrà trattato all’interno di questa ricerca di tesi è il XVII Congresso del Partito socialista italiano, noto più comunemente come il «Congresso di Livorno», evento storico/politico di rilevanza cruciale per il nostro paese. Alla luce di ciò è necessario comprendere le premesse che portarono gli esponenti del PSI a riunirsi al teatro Goldoni di Livorno il 15 Gennaio 1921; le radici della storia del partito Comunista italiano (PCI) risiedono nella Russia del 1917, in cui il partito bolscevico guidato da Lenin, attraverso la rivoluzione armata, riuscì a conquistare il potere grazie alle rivolte dei proletari verso la monarchia zarista. Il successo bolscevico sarà fonte d'ispirazione per tutti i partiti socialisti/comunisti in Europa, divenendo catalizzatore del processo di rivoluzione che stava avvenendo nei paesi europei, inoltre forniva al movimento socialista un punto di riferimento fondamentale, una linea di demarcazione rispetto alla quale era inevitabile e necessario per ogni partito socialista definire la propria posizione; il fascino della rivoluzione russa fu così forte per i Partiti socialisti in tutto il mondo, tanto che questi ultimi individuarono nella figura di Lenin la guida a capo della III Internazionale Comunista . Una volta divenuto rappresentante di tutti i socialismi uniti Lenin poté avviare il suo progetto di realizzazione della «Società comunista», adottando la fatidica «lista dei 21 punti» attraverso cui tutti i partiti socialisti si sarebbero dovuti adattare per garantirsi la permanenza presso l'internazionale. Partendo dal congresso di Modena del 1911 , i socialisti erano già divisi in tre distinte frazioni: i riformisti di destra, capeggiati da Bissolati , i quali erano a favore dell’allora governo Giolitti ; i riformisti di sinistra, guidati da Filippo Turati e Claudio Treves , che invece preferivano non sostenere sistematicamente Giolitti, anche se non escludevano la possibilità di poter giungere accordi con il suo governo; infine vi era l’ala rivoluzionaria, in cui spiccava la figura di Mussolini, nei cui temi pretendeva in maniera piuttosto confusa e disordinata di giungere alla rivoluzione armata. Durante il Congresso di Reggio Emilia , la frangia rivoluzionaria riuscì a far espellere dal partito i riformisti di destra, ma a loro volta espulsi con il sopraggiungere della guerra a causa della loro indole interventista. Giunti nel dopo guerra, e all’indomani dei fatti avvenuti in Russia, ad animare il dibattito durante il Congresso di Livorno, furono principalmente i «21 punti» del programma previsto dall'Internazionale, la frazione comunista si schierò apertamente a favore delle tesi di Lenin, sostenendo in maniera decisa le argomentazioni della lista (in special modo il punto che prevedeva l'espulsione dei membri contrari ai programmi comunisti), i principali attacchi furono rivolti verso l'ala Massimalista che in un primo momento si era dichiarata favorevole durante il Congresso di Bologna, ma era tuttavia contraria alla volontà scissionista dei compagni comunisti e soprattutto verso la frangia riformista, accusata di essere avversa all'internazionale e bersaglio delle critiche da parte di Amedeo Bordiga e compagni. Il dibattito sulla ormai inevitabile scissione si protrasse per diversi giorni (dal 15 al 21 Gennaio) caratterizzati da forti confronti comprendenti accuse, rivendicazioni, critiche e insulti tra le varie fazioni. La conclusione del congresso si ebbe il 21 Gennaio 1921, con

Il Congresso di Livorno e la nascita del Partito Comunista

MARMO, MATTEO
2022/2023

Abstract

L'argomento che verrà trattato all’interno di questa ricerca di tesi è il XVII Congresso del Partito socialista italiano, noto più comunemente come il «Congresso di Livorno», evento storico/politico di rilevanza cruciale per il nostro paese. Alla luce di ciò è necessario comprendere le premesse che portarono gli esponenti del PSI a riunirsi al teatro Goldoni di Livorno il 15 Gennaio 1921; le radici della storia del partito Comunista italiano (PCI) risiedono nella Russia del 1917, in cui il partito bolscevico guidato da Lenin, attraverso la rivoluzione armata, riuscì a conquistare il potere grazie alle rivolte dei proletari verso la monarchia zarista. Il successo bolscevico sarà fonte d'ispirazione per tutti i partiti socialisti/comunisti in Europa, divenendo catalizzatore del processo di rivoluzione che stava avvenendo nei paesi europei, inoltre forniva al movimento socialista un punto di riferimento fondamentale, una linea di demarcazione rispetto alla quale era inevitabile e necessario per ogni partito socialista definire la propria posizione; il fascino della rivoluzione russa fu così forte per i Partiti socialisti in tutto il mondo, tanto che questi ultimi individuarono nella figura di Lenin la guida a capo della III Internazionale Comunista . Una volta divenuto rappresentante di tutti i socialismi uniti Lenin poté avviare il suo progetto di realizzazione della «Società comunista», adottando la fatidica «lista dei 21 punti» attraverso cui tutti i partiti socialisti si sarebbero dovuti adattare per garantirsi la permanenza presso l'internazionale. Partendo dal congresso di Modena del 1911 , i socialisti erano già divisi in tre distinte frazioni: i riformisti di destra, capeggiati da Bissolati , i quali erano a favore dell’allora governo Giolitti ; i riformisti di sinistra, guidati da Filippo Turati e Claudio Treves , che invece preferivano non sostenere sistematicamente Giolitti, anche se non escludevano la possibilità di poter giungere accordi con il suo governo; infine vi era l’ala rivoluzionaria, in cui spiccava la figura di Mussolini, nei cui temi pretendeva in maniera piuttosto confusa e disordinata di giungere alla rivoluzione armata. Durante il Congresso di Reggio Emilia , la frangia rivoluzionaria riuscì a far espellere dal partito i riformisti di destra, ma a loro volta espulsi con il sopraggiungere della guerra a causa della loro indole interventista. Giunti nel dopo guerra, e all’indomani dei fatti avvenuti in Russia, ad animare il dibattito durante il Congresso di Livorno, furono principalmente i «21 punti» del programma previsto dall'Internazionale, la frazione comunista si schierò apertamente a favore delle tesi di Lenin, sostenendo in maniera decisa le argomentazioni della lista (in special modo il punto che prevedeva l'espulsione dei membri contrari ai programmi comunisti), i principali attacchi furono rivolti verso l'ala Massimalista che in un primo momento si era dichiarata favorevole durante il Congresso di Bologna, ma era tuttavia contraria alla volontà scissionista dei compagni comunisti e soprattutto verso la frangia riformista, accusata di essere avversa all'internazionale e bersaglio delle critiche da parte di Amedeo Bordiga e compagni. Il dibattito sulla ormai inevitabile scissione si protrasse per diversi giorni (dal 15 al 21 Gennaio) caratterizzati da forti confronti comprendenti accuse, rivendicazioni, critiche e insulti tra le varie fazioni. La conclusione del congresso si ebbe il 21 Gennaio 1921, con
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/150423