L'elaborato ha l'obiettivo di spiegare quali sono le possibilità che un manager finanziario ha di fronte a se in seguito alla chiusura dell'esercizio ed avanzo di liquidità. Nel caso in cui non vi siano piani di investimento appetibili in grado di generare flussi di cassa superiori al costo del capitale (a VAN positivo), la scelta può ricadere sulla remunerazione degli azionisti. Spesso, è il management stesso a scegliere comunque questa seconda opzione, in quanto spinto dalla volontà di mandare segnali al mercato sulle future performance economiche. Il mercato però riconosce una forte asimmetria informativa tra di esso e i vertici d'azienda e per questo è molto attento a valorizzare solo quei segnali che reputerà credibili. La prima possibilità di remunerazione avviene attraverso la distribuzione di dividendi deliberata dall'assemblea in occasione dell'approvazione del bilancio di esercizio. Tale pratica è molto comune in Italia ed Europa ma non è semplice da attuare; fondamentale per una buona riuscita è, infatti, cercare di mantenere un flusso costante dal momento che il mercato pone maggiore attenzione alle variazioni piuttosto che al valore assoluto dei dividendi stessi. Aumentare il valore vuol infatti dire impegnare la società anche nel futuro e ciò potrebbe essere rischioso se non si ha la certezza di poterlo sostenere nel tempo a venire. Una seconda strada percorribile è quella del riacquisto di azioni proprie, buyback, molto utilizzato in America. In questo caso non impegna la società nel lungo periodo ma può essere un'operazione straordinaria. Il riacquisto può avvenire nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve ed è normalmente volto a sostenere/difendere la quotazione dei titoli azionari. Alla luce di quanto esposto è stata eseguita un'analisi empirica sulle quaranta società appartenenti al listino del FTSE MIB volta a mostrare le imprese che sono state protagoniste di cambi ai vertici aziendali e l'influenza che ciò ha avuto sui valori dei dividendi negli anni. Questi ultimi sono stati considerati sia in valore assoluto, sia attraverso i due indicatori di mercato principali, dividend yield e payout ratio. Infine, è stata effettuata una semplice correlazione tra le variabili considerate per osservare il settore che negli ultimi anni ha subito maggiori cambi in termini di corporate governance.

La politica dei dividendi: un'analisi empirica sul FTSE MIB

BARATELLA, ROBERTA
2019/2020

Abstract

L'elaborato ha l'obiettivo di spiegare quali sono le possibilità che un manager finanziario ha di fronte a se in seguito alla chiusura dell'esercizio ed avanzo di liquidità. Nel caso in cui non vi siano piani di investimento appetibili in grado di generare flussi di cassa superiori al costo del capitale (a VAN positivo), la scelta può ricadere sulla remunerazione degli azionisti. Spesso, è il management stesso a scegliere comunque questa seconda opzione, in quanto spinto dalla volontà di mandare segnali al mercato sulle future performance economiche. Il mercato però riconosce una forte asimmetria informativa tra di esso e i vertici d'azienda e per questo è molto attento a valorizzare solo quei segnali che reputerà credibili. La prima possibilità di remunerazione avviene attraverso la distribuzione di dividendi deliberata dall'assemblea in occasione dell'approvazione del bilancio di esercizio. Tale pratica è molto comune in Italia ed Europa ma non è semplice da attuare; fondamentale per una buona riuscita è, infatti, cercare di mantenere un flusso costante dal momento che il mercato pone maggiore attenzione alle variazioni piuttosto che al valore assoluto dei dividendi stessi. Aumentare il valore vuol infatti dire impegnare la società anche nel futuro e ciò potrebbe essere rischioso se non si ha la certezza di poterlo sostenere nel tempo a venire. Una seconda strada percorribile è quella del riacquisto di azioni proprie, buyback, molto utilizzato in America. In questo caso non impegna la società nel lungo periodo ma può essere un'operazione straordinaria. Il riacquisto può avvenire nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve ed è normalmente volto a sostenere/difendere la quotazione dei titoli azionari. Alla luce di quanto esposto è stata eseguita un'analisi empirica sulle quaranta società appartenenti al listino del FTSE MIB volta a mostrare le imprese che sono state protagoniste di cambi ai vertici aziendali e l'influenza che ciò ha avuto sui valori dei dividendi negli anni. Questi ultimi sono stati considerati sia in valore assoluto, sia attraverso i due indicatori di mercato principali, dividend yield e payout ratio. Infine, è stata effettuata una semplice correlazione tra le variabili considerate per osservare il settore che negli ultimi anni ha subito maggiori cambi in termini di corporate governance.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/150371