Il Sarin è uno degli aggressivi chimici più famosi e il più vicino ai nostri giorni, infatti l'ultimo utilizzo risale al 2013 in Siria. Parliamo quindi di un arma di distruzione di massa capace di mettere in ginocchio un'intera città in base al suo utilizzo. Il primo episodio risale al 1988 nella guerra Iran-Iraq, fu proprio Saddam Hussein ad utilizzarlo contro i curdi, ma la sua creazione risale al 1943 da alcuni esperimenti tedeschi, i quali però non lo utilizzarono mai per scopi militari. Parliamo di un composto appartenente alla famiglia degli organo fosfati, il quale agisce sul sistema nervoso, inibisce quindi l'azione dell'acetilcolinesterasi agendo sulle cellule nervose. Il trattamento di emergenza prevede l'utilizzo di atropina attraverso un'iniezione, la quale agisce da rilassante per alleviare gli spasmi. Questo farmaco è presente in tutti i kit sanitari militari, ma esiste una prevenzione che prevede l'utilizzo di un indumento protettivo e di una maschera in cado di attacco chimico. A tal proposito l'Esercito Italiano si è sempre impegnato nella formazione e specializzazione di personale in grado di contrastare la minaccia nel più breve tempo possibile. Proprio negli ultimi anni, a seguito degli studi fatti, ha preso parte il progetto “Soldato Futuro”, il quale prevede un rinnovamento dell'indumento protettivo con uno più attagliato al tipo di operazione e di una nuova maschera con nuove modalità che permettono di portare a termine la missione assegnata nel migliore dei modi.

Il Sarin e la prevenzione dell'Esercito Italiano agli Aggressivi Chimici

CINQUANTA, ALEX
2019/2020

Abstract

Il Sarin è uno degli aggressivi chimici più famosi e il più vicino ai nostri giorni, infatti l'ultimo utilizzo risale al 2013 in Siria. Parliamo quindi di un arma di distruzione di massa capace di mettere in ginocchio un'intera città in base al suo utilizzo. Il primo episodio risale al 1988 nella guerra Iran-Iraq, fu proprio Saddam Hussein ad utilizzarlo contro i curdi, ma la sua creazione risale al 1943 da alcuni esperimenti tedeschi, i quali però non lo utilizzarono mai per scopi militari. Parliamo di un composto appartenente alla famiglia degli organo fosfati, il quale agisce sul sistema nervoso, inibisce quindi l'azione dell'acetilcolinesterasi agendo sulle cellule nervose. Il trattamento di emergenza prevede l'utilizzo di atropina attraverso un'iniezione, la quale agisce da rilassante per alleviare gli spasmi. Questo farmaco è presente in tutti i kit sanitari militari, ma esiste una prevenzione che prevede l'utilizzo di un indumento protettivo e di una maschera in cado di attacco chimico. A tal proposito l'Esercito Italiano si è sempre impegnato nella formazione e specializzazione di personale in grado di contrastare la minaccia nel più breve tempo possibile. Proprio negli ultimi anni, a seguito degli studi fatti, ha preso parte il progetto “Soldato Futuro”, il quale prevede un rinnovamento dell'indumento protettivo con uno più attagliato al tipo di operazione e di una nuova maschera con nuove modalità che permettono di portare a termine la missione assegnata nel migliore dei modi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/150286