The present thesis aims to analyze Lillian Gish's ability to characterize characters at a physiognomic level in her films, rendering them speaking bodies in a period when cinema was still silent. To this end, this study is structured into three chapters: the first aims to trace the origins of physiognomy, with references to the studies of Charles Le Brun, Lavater, Cesare Lombroso, and Giovanni Della Porta, before analyzing how theater and, subsequently, cinema have utilized such knowledge for the construction of characters by actors. Specifically, given Lillian Gish's background in theater, the difference between theatrical and cinematic physiognomy will be examined. In the former case, actors must masterfully control gesture, body language, vocal intonation, and, depending on the circumstances – as seen in Greek and Latin theater – may use masks or makeup, as they cannot rely on camera movements that allow close-ups of the character's face to highlight expressions. In the case of cinema, the theories of Béla Balàzs, as formulated in the essay "The Visible Man," regarding the close-up as the essence of cinema, as well as Sergej Ejzenstejn's typage, will be explored. In the second chapter, after introducing Lillian Gish's biography and artistic journey, focus will be placed on her transition from theater to cinema. Specifically, it will be demonstrated how, in a period when cinema was still silent, the actress managed to make her characters speak through a skillful use of expression and facial mimicry, aided by David Griffith's direction, which granted her numerous close-ups, making her face iconic. The third chapter will examine the construction of the character Lucy Burrows in "Broken Blossoms" (1919) by Lillian Gish, starting from the use of cinematic close-ups that allow the actress to express the emotions the character experiences.

Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di analizzare la capacità di Lillian Gish di caratterizzare a livello fisiognomico i personaggi che interpreta nei propri film, riuscendo a renderli dei corpi parlanti in un periodo in cui il cinema è ancora muto. A tal proposito, questo studio si articola in tre capitoli: nel primo si intende ripercorrere l'origine della fisiognomica,  con cenni agli studi di Charles Le Brun, Lavater, Cesare Lombroso e Giovanni Della Porta, per poi analizzare il modo in cui il teatro e, successivamente, il cinema si sono avvalsi di tali conoscenze per la costruzione dei personaggi da parte degli attori. Nello specifico, data la provenienza di Lillian Gisch dal mondo del teatro, ci si soffermerà sulla differenza tra la fisiognomica teatrale e quella cinematografica. Nel primo caso, infatti, non potendo servirsi dei movimenti della macchina da presa che consentono inquadrature sul volto del personaggio che ne evidenzino le espressioni, l'attore di teatro deve padroneggiare sapientemente il gesto, la mimica del corpo, l'intonazione della voce, e a seconda dei casi – si pensi al teatro greco e latino- può avvalersi dell'uso di maschere o del trucco. Nel caso del cinema, si approfondiranno le teorie di Béla Balàzs formulate nel saggio L'uomo visibile, relative al primo piano come essenza del cinema, nonchè quella del typaz di Sergej Ejzenstejn. Nel secondo capitolo, dopo aver introdotto la biografia e la parabola artistica di Lillian Gish, ci si soffermerà sul suo passaggio dall'esperienza teatrale a quella cinematografica. Nello specifico si dimostrerà come, in un periodo in cui il cinema è ancora muto, l'attrice riesca a far parlare i suoi personaggi grazie ad un sapiente uso dell'espressione e della mimica facciale e alla compicità della regia di David Griffith che le concede numerosi primi piani, rendendo il suo volto iconico. Nel terzo capitolo si prenderà in esame la costruzione del personaggio di Lucy Burrows in Giglio infranto (1919) da parte di Lillian Gish, a partire da un utilizzo del primo piano cinematografico che permette all'attrice di esprimere le emozioni che esso prova.

L'arte di dar voce ai personaggi nel cinema muto: Lillian Gish in Broken Blossoms

GALLIANI, ILENIA
2023/2024

Abstract

Il presente lavoro di tesi si pone come obiettivo quello di analizzare la capacità di Lillian Gish di caratterizzare a livello fisiognomico i personaggi che interpreta nei propri film, riuscendo a renderli dei corpi parlanti in un periodo in cui il cinema è ancora muto. A tal proposito, questo studio si articola in tre capitoli: nel primo si intende ripercorrere l'origine della fisiognomica,  con cenni agli studi di Charles Le Brun, Lavater, Cesare Lombroso e Giovanni Della Porta, per poi analizzare il modo in cui il teatro e, successivamente, il cinema si sono avvalsi di tali conoscenze per la costruzione dei personaggi da parte degli attori. Nello specifico, data la provenienza di Lillian Gisch dal mondo del teatro, ci si soffermerà sulla differenza tra la fisiognomica teatrale e quella cinematografica. Nel primo caso, infatti, non potendo servirsi dei movimenti della macchina da presa che consentono inquadrature sul volto del personaggio che ne evidenzino le espressioni, l'attore di teatro deve padroneggiare sapientemente il gesto, la mimica del corpo, l'intonazione della voce, e a seconda dei casi – si pensi al teatro greco e latino- può avvalersi dell'uso di maschere o del trucco. Nel caso del cinema, si approfondiranno le teorie di Béla Balàzs formulate nel saggio L'uomo visibile, relative al primo piano come essenza del cinema, nonchè quella del typaz di Sergej Ejzenstejn. Nel secondo capitolo, dopo aver introdotto la biografia e la parabola artistica di Lillian Gish, ci si soffermerà sul suo passaggio dall'esperienza teatrale a quella cinematografica. Nello specifico si dimostrerà come, in un periodo in cui il cinema è ancora muto, l'attrice riesca a far parlare i suoi personaggi grazie ad un sapiente uso dell'espressione e della mimica facciale e alla compicità della regia di David Griffith che le concede numerosi primi piani, rendendo il suo volto iconico. Nel terzo capitolo si prenderà in esame la costruzione del personaggio di Lucy Burrows in Giglio infranto (1919) da parte di Lillian Gish, a partire da un utilizzo del primo piano cinematografico che permette all'attrice di esprimere le emozioni che esso prova.
ITA
The present thesis aims to analyze Lillian Gish's ability to characterize characters at a physiognomic level in her films, rendering them speaking bodies in a period when cinema was still silent. To this end, this study is structured into three chapters: the first aims to trace the origins of physiognomy, with references to the studies of Charles Le Brun, Lavater, Cesare Lombroso, and Giovanni Della Porta, before analyzing how theater and, subsequently, cinema have utilized such knowledge for the construction of characters by actors. Specifically, given Lillian Gish's background in theater, the difference between theatrical and cinematic physiognomy will be examined. In the former case, actors must masterfully control gesture, body language, vocal intonation, and, depending on the circumstances – as seen in Greek and Latin theater – may use masks or makeup, as they cannot rely on camera movements that allow close-ups of the character's face to highlight expressions. In the case of cinema, the theories of Béla Balàzs, as formulated in the essay "The Visible Man," regarding the close-up as the essence of cinema, as well as Sergej Ejzenstejn's typage, will be explored. In the second chapter, after introducing Lillian Gish's biography and artistic journey, focus will be placed on her transition from theater to cinema. Specifically, it will be demonstrated how, in a period when cinema was still silent, the actress managed to make her characters speak through a skillful use of expression and facial mimicry, aided by David Griffith's direction, which granted her numerous close-ups, making her face iconic. The third chapter will examine the construction of the character Lucy Burrows in "Broken Blossoms" (1919) by Lillian Gish, starting from the use of cinematic close-ups that allow the actress to express the emotions the character experiences.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/150252