La Valsessera è una vallata piemontese situata nella parte nord- orientale della Provincia di Biella;l'area di studio del presente elaborato è il bacino idrografico del Torrente Sessera. Sono state identificate due tipologie ambientali: quella del torrente alpino, dove vivono trota e scazzone; quella del fiume di fondovalle, dove risiedono trota marmorata, vairone, barbo comune, barbo canino, cavedano, ghiozzo, cobite, sanguinerola e trota iridea.Si è inoltre preso in esame i dati relativi all'IBE, all'IFF e ai parametri chimico-fisici dell'acqua. I dati raccolti nel 2009, durante i campionamenti ittiogenici, hanno permesso di conoscere la composizione delle popolazioni ittiche presenti. Tali ricerche sono state eseguite nei tratti di torrente maggiormente frequentati dagli aironi o dai cormorani. Dall'altro lato sono stati effettuati avvistamenti di avifauna ittiofaga per tutto il corso dell'anno passato, ponendo particolare attenzione al luogo, all'ora, alle condizioni meteo e all'attività svolta dagli uccelli rintracciati. Oltre a questo sono stati presi in considerazione altri segni della presenza di questi uccelli, ad esempio le ferite riportate dai pesci. E' opinione diffusa nel mondo alieutico che la causa del degrado o della contrazione delle popolazioni ittiche dei corsi d'acqua sia da imputare quasi esclusivamente alla predazione da avifauna ittiofaga. Seppur tale convinzione sia in parte fondata, occorre allargare l'analisi a fattori che hanno importanti ripercussioni sul quadro d'insieme. Per il controllo di un predatore o si agisce direttamente su questo o si cerca di intervenire nel complicare l'azione o la resa dell'attività predatoria. Non sono da prendere in considerazioni eventuali piani di abbattimento sporadici di aironi che, come dimostrato, non portano ad un successo duraturo. Gli abbattimenti massivi invece sono inconciliabili con lo stato di tutela riservato a questo uccello e con una corretta visione delle problematiche ambientali. Sono invece da incoraggiare tutti quegli interventi di riqualificazione fluviale che possono andare a migliorare la qualità dell'ambiente offrendo maggiori rifugi alla fauna ittica. Tra questi troviamo la piantumazione delle rive con alberi e arbusti, la ricostruzione di un ambiente fluviale complesso con l'inserimento in alveo di massi e tronchi, creando buche e raschi. Queste opere sarebbero soprattutto da applicare alla bassa valle del Sessera ove l'alveo è più largo e banalizzato. Non bisogna dimenticare che un ambiente seppur complesso per funzionare ha bisogno di un'adeguata portata idrica; sono quindi da disincentivare la realizzazione di nuove derivazioni idriche anche a scopo idroelettrico o irriguo. In conclusione, alle escavazioni, alle banalizzazioni degli alvei, alle artificializzazioni delle sponde, al diradamento o all'eradicazione della vegetazione riparia, alla diminuzione delle portate idriche ed alle opere trasversali, come dighe, briglie e soglie, va imputato l'incremento dell'impatto dell'avifauna ittiofaga sulle comunità ittiche della Valsessera.

avifauna ittiofaga nel torrente sessera: studio dell'impatto sull'ittiofauna e proposte gestionali

FOGLIA PARRUCIN, ALESSANDRA
2008/2009

Abstract

La Valsessera è una vallata piemontese situata nella parte nord- orientale della Provincia di Biella;l'area di studio del presente elaborato è il bacino idrografico del Torrente Sessera. Sono state identificate due tipologie ambientali: quella del torrente alpino, dove vivono trota e scazzone; quella del fiume di fondovalle, dove risiedono trota marmorata, vairone, barbo comune, barbo canino, cavedano, ghiozzo, cobite, sanguinerola e trota iridea.Si è inoltre preso in esame i dati relativi all'IBE, all'IFF e ai parametri chimico-fisici dell'acqua. I dati raccolti nel 2009, durante i campionamenti ittiogenici, hanno permesso di conoscere la composizione delle popolazioni ittiche presenti. Tali ricerche sono state eseguite nei tratti di torrente maggiormente frequentati dagli aironi o dai cormorani. Dall'altro lato sono stati effettuati avvistamenti di avifauna ittiofaga per tutto il corso dell'anno passato, ponendo particolare attenzione al luogo, all'ora, alle condizioni meteo e all'attività svolta dagli uccelli rintracciati. Oltre a questo sono stati presi in considerazione altri segni della presenza di questi uccelli, ad esempio le ferite riportate dai pesci. E' opinione diffusa nel mondo alieutico che la causa del degrado o della contrazione delle popolazioni ittiche dei corsi d'acqua sia da imputare quasi esclusivamente alla predazione da avifauna ittiofaga. Seppur tale convinzione sia in parte fondata, occorre allargare l'analisi a fattori che hanno importanti ripercussioni sul quadro d'insieme. Per il controllo di un predatore o si agisce direttamente su questo o si cerca di intervenire nel complicare l'azione o la resa dell'attività predatoria. Non sono da prendere in considerazioni eventuali piani di abbattimento sporadici di aironi che, come dimostrato, non portano ad un successo duraturo. Gli abbattimenti massivi invece sono inconciliabili con lo stato di tutela riservato a questo uccello e con una corretta visione delle problematiche ambientali. Sono invece da incoraggiare tutti quegli interventi di riqualificazione fluviale che possono andare a migliorare la qualità dell'ambiente offrendo maggiori rifugi alla fauna ittica. Tra questi troviamo la piantumazione delle rive con alberi e arbusti, la ricostruzione di un ambiente fluviale complesso con l'inserimento in alveo di massi e tronchi, creando buche e raschi. Queste opere sarebbero soprattutto da applicare alla bassa valle del Sessera ove l'alveo è più largo e banalizzato. Non bisogna dimenticare che un ambiente seppur complesso per funzionare ha bisogno di un'adeguata portata idrica; sono quindi da disincentivare la realizzazione di nuove derivazioni idriche anche a scopo idroelettrico o irriguo. In conclusione, alle escavazioni, alle banalizzazioni degli alvei, alle artificializzazioni delle sponde, al diradamento o all'eradicazione della vegetazione riparia, alla diminuzione delle portate idriche ed alle opere trasversali, come dighe, briglie e soglie, va imputato l'incremento dell'impatto dell'avifauna ittiofaga sulle comunità ittiche della Valsessera.
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