La tesi analizza il volgarizzamento del De vulgari eloquentia di Dante Alighieri realizzato da Giovan Giorgio Trissino e da lui pubblicato per i tipi di Tolomeo Ianiculo nel 1529; ci si è concentrati sul primo libro del trattato. Il primo capitolo della tesi informa dei caratteri generali del volgarizzamento e della sua tradizione manoscritta. Il secondo capitolo si concentra sulla biografia e sulla produzione letteraria di Trissino, accenna al ruolo dell'opera dantesca nel dibattito cinquecentesco relativo alla questione della lingua e quindi alla reazione dei letterati alla traduzione del Trissino, reazione scatenatasi già per quanto il traduttore aveva anticipato del contenuto dell'opera prima che il volgarizzamento fosse pubblicato. Il terzo capitolo, lessicografico, analizza alcuni termini usati per descrivere i quattordici volgari che Dante individua in Italia. L'analisi parte dal termine dantesco e dal suo significato all'interno del De vulgari eloquentia e lo confronta prima con altri passi danteschi in cui tale termine viene usato, poi con la traduzione fornita da Trissino (confrontata a sua volta con altri usi di tali termini da parte di altri autori del Cinquecento). Si prendono in considerazione inoltre le traduzioni di Enrico Fenzi e di Mirko Tavoni comparse rispettivamente nella "Nuova Edizione commentata delle Opere Dantesche" e nell'edizione delle opere di Dante per i Meridiani Mondadori. Nell'analisi ho fatto ricorso a strumenti lessicografici come l'Enciclopedia Dantesca, il Grande Dizionario della Lingua Italiana, le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, il Tesaurus Linguae Latinae e le Derivationes di Uguccione da Pisa.

Trissino e il "De vulgari eloquentia": la traduzione dei termini riferiti ai volgari italiani

AIMAR, DOMIZIANA
2018/2019

Abstract

La tesi analizza il volgarizzamento del De vulgari eloquentia di Dante Alighieri realizzato da Giovan Giorgio Trissino e da lui pubblicato per i tipi di Tolomeo Ianiculo nel 1529; ci si è concentrati sul primo libro del trattato. Il primo capitolo della tesi informa dei caratteri generali del volgarizzamento e della sua tradizione manoscritta. Il secondo capitolo si concentra sulla biografia e sulla produzione letteraria di Trissino, accenna al ruolo dell'opera dantesca nel dibattito cinquecentesco relativo alla questione della lingua e quindi alla reazione dei letterati alla traduzione del Trissino, reazione scatenatasi già per quanto il traduttore aveva anticipato del contenuto dell'opera prima che il volgarizzamento fosse pubblicato. Il terzo capitolo, lessicografico, analizza alcuni termini usati per descrivere i quattordici volgari che Dante individua in Italia. L'analisi parte dal termine dantesco e dal suo significato all'interno del De vulgari eloquentia e lo confronta prima con altri passi danteschi in cui tale termine viene usato, poi con la traduzione fornita da Trissino (confrontata a sua volta con altri usi di tali termini da parte di altri autori del Cinquecento). Si prendono in considerazione inoltre le traduzioni di Enrico Fenzi e di Mirko Tavoni comparse rispettivamente nella "Nuova Edizione commentata delle Opere Dantesche" e nell'edizione delle opere di Dante per i Meridiani Mondadori. Nell'analisi ho fatto ricorso a strumenti lessicografici come l'Enciclopedia Dantesca, il Grande Dizionario della Lingua Italiana, le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, il Tesaurus Linguae Latinae e le Derivationes di Uguccione da Pisa.
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