Lo studio ha come principale obiettivo quello di analizzare le dinamiche di variazione di copertura del suolo sul territorio nazionale con particolare riferimento all'impermeabilizzazione del suolo, cioè la forma più impattante e diffusa di consumo di suolo. Quest'ultimo è un fenomeno di origine antropica che comporta un impatto significativo sull'ambiente e sul paesaggio, oltre ad influenzare negativamente i servizi ecosistemici del suolo, ad esempio contribuendo al cambiamento climatico. Il fenomeno si è diffuso successivamente al boom economico e demografico che ha interessato il nostro Paese dopo il 1950, aumentando a ritmi considerevoli fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui rappresenta una notevole problematica. Proprio per questo motivo, sul tema della salvaguardia del suolo si è avviata una discussione a livello nazionale ed internazionale, per proteggere questa risorsa fondamentale da tutti i processi e le minacce, che lo degradano, con l'obiettivo di arrivare ad una legge nazionale sul tema. Infatti l'intensificarsi di questi processi può compromettere anche in modo irreversibile le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo. Sono ormai ben noti a tutti i livelli istituzionali i problemi generati da un eccessivo consumo di suolo. Il dibattito si è quindi soffermato anche sulle possibili strategie per limitare e mitigare gli impatti generati da questa problematica. Tra i temi oggetto di attenzione vi sono in particolare i servizi ecosistemici del suolo. Questo perché spesso le amministrazioni locali, coloro che assumo le principali decisioni che influenzano il consumo di suolo trattano ancora il tema della perdita dei servizi ecosistemici con poca consapevolezza e con strumenti conoscitivi poco adeguati. Per questo è necessaria una pianificazione territoriale che integri nei processi di decisione la valutazione dei benefici ambientali che il suolo “in buona salute” garantisce alla società. Per cercare di fermare il consumo di suolo, dagli anni '90 (in particolare, dopo la Conferenza di Rio del 1992) sono state adottate politiche specifiche da parte dei governi nazionali e a livello Europeo con lo scopo di proteggere i suoli, che in alcuni casi non hanno portato a sbocchi normativi. Tuttavia, molte proposte principalmente a livello Europeo hanno stabilito dei punti fondamentali da rispettare per arrivare ad azzerare il consumo di suolo nel 2050, e molti Stati tra cui l'Italia hanno sottoscritto l'Agenda 2030 con lo scopo di raggiungere gli obiettivi precedentemente fissati entro il 2030. Purtroppo, questi obiettivi sono stati già in parte disattesi. È per tanto necessario, come indicato dall'ISPRA (Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale) invertire la rotta per rispettare gli obiettivi entro i tempi stabiliti. Se è dunque di notevole importanza adottare misure volte a contrastare il consumo di suolo, è ulteriormente importante predisporre di strumenti in grado di monitorare l'andamento del fenomeno nel tempo in modo da poter intraprendere politiche urbane sostenibili. In Italia, l'ISPRA in collaborazione con SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente) ha istituito un sistema di monitoraggio efficace che ha permesso di ricostruire l'andamento del suolo consumato nel nostro Paese dal 1950 fino ad oggi. Nella tesi si è voluto fornire una panoramica nazionale della variazione di copertura del suolo e di analizzare le conseguenze che questo

Il consumo di suolo in Italia

QUAGLIO, RICCARDO
2018/2019

Abstract

Lo studio ha come principale obiettivo quello di analizzare le dinamiche di variazione di copertura del suolo sul territorio nazionale con particolare riferimento all'impermeabilizzazione del suolo, cioè la forma più impattante e diffusa di consumo di suolo. Quest'ultimo è un fenomeno di origine antropica che comporta un impatto significativo sull'ambiente e sul paesaggio, oltre ad influenzare negativamente i servizi ecosistemici del suolo, ad esempio contribuendo al cambiamento climatico. Il fenomeno si è diffuso successivamente al boom economico e demografico che ha interessato il nostro Paese dopo il 1950, aumentando a ritmi considerevoli fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui rappresenta una notevole problematica. Proprio per questo motivo, sul tema della salvaguardia del suolo si è avviata una discussione a livello nazionale ed internazionale, per proteggere questa risorsa fondamentale da tutti i processi e le minacce, che lo degradano, con l'obiettivo di arrivare ad una legge nazionale sul tema. Infatti l'intensificarsi di questi processi può compromettere anche in modo irreversibile le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo. Sono ormai ben noti a tutti i livelli istituzionali i problemi generati da un eccessivo consumo di suolo. Il dibattito si è quindi soffermato anche sulle possibili strategie per limitare e mitigare gli impatti generati da questa problematica. Tra i temi oggetto di attenzione vi sono in particolare i servizi ecosistemici del suolo. Questo perché spesso le amministrazioni locali, coloro che assumo le principali decisioni che influenzano il consumo di suolo trattano ancora il tema della perdita dei servizi ecosistemici con poca consapevolezza e con strumenti conoscitivi poco adeguati. Per questo è necessaria una pianificazione territoriale che integri nei processi di decisione la valutazione dei benefici ambientali che il suolo “in buona salute” garantisce alla società. Per cercare di fermare il consumo di suolo, dagli anni '90 (in particolare, dopo la Conferenza di Rio del 1992) sono state adottate politiche specifiche da parte dei governi nazionali e a livello Europeo con lo scopo di proteggere i suoli, che in alcuni casi non hanno portato a sbocchi normativi. Tuttavia, molte proposte principalmente a livello Europeo hanno stabilito dei punti fondamentali da rispettare per arrivare ad azzerare il consumo di suolo nel 2050, e molti Stati tra cui l'Italia hanno sottoscritto l'Agenda 2030 con lo scopo di raggiungere gli obiettivi precedentemente fissati entro il 2030. Purtroppo, questi obiettivi sono stati già in parte disattesi. È per tanto necessario, come indicato dall'ISPRA (Istituto Nazionale per la Protezione e la Ricerca Ambientale) invertire la rotta per rispettare gli obiettivi entro i tempi stabiliti. Se è dunque di notevole importanza adottare misure volte a contrastare il consumo di suolo, è ulteriormente importante predisporre di strumenti in grado di monitorare l'andamento del fenomeno nel tempo in modo da poter intraprendere politiche urbane sostenibili. In Italia, l'ISPRA in collaborazione con SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente) ha istituito un sistema di monitoraggio efficace che ha permesso di ricostruire l'andamento del suolo consumato nel nostro Paese dal 1950 fino ad oggi. Nella tesi si è voluto fornire una panoramica nazionale della variazione di copertura del suolo e di analizzare le conseguenze che questo
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