Iconografia di un pontificato: l'immagine di Pio XII nei mezzi di comunicazione di massa

Pius XII was the pope of large gatherings and the first pontiff to use the mass media to comunicate an image of authority at a time in history marked by war and profound political and social transformation. In this work, we will analyze the ways in which the pope and ecclesiastical hierarchies have used radio, cinema, television and photography to elevate the figure of the pontiff to international guide of peace, to universal father and also as a reference point for a population exhausted by war, without models to look at and forced to face the changes that post-war reality faced. The figure of the “white father”, tall, elegant, very thin, hieratic became the symbol of a Catholic Church that, between fears and hopes, also used the new media to dialogue with the world in a pervasive and widespread way. We will highlight the guidelines of an official policy and the juggles of a Church grappling with a world that was changing and to which it had to adapt to spread the divine message. The first chapter is dedicated to the use of the radio, with the famous radio messages of Pius XII policy and juggles of a Church grappling with a world that was changing ant to which it had to adapt to spread the divine message. The first chapter is dedicated to the use of the radio, with the famous radio messages of Pius XII and the important contribution provided by Vatican Radio during the war period. The second chapter will deal with interventions in the field of the cinema, with the analysis of Pastor Angelicus, a film in which Pius XII himself is the protagonist, and some films of the time will be examined to analyze the propaganda policy of the Holy See through the use of movie frames. Finally, the third chapter will show the role of photography in the process of progressive sacralization of his figure, and of the exploitation of this same image, performed by the popular press. A relationship with images that will continue even after death.

Pio XII fu il papa dei grandi raduni e il primo pontefice a servirsi dei mass media per comunicare un'immagine di autorità in un momento della storia segnato dalla guerra e da profonde trasformazioni politico-sociali. Nel presente lavoro, analizzeremo le modalità con cui il papa e le gerarchie ecclesiastiche hanno utilizzato la radio, il cinema, la televisione e la fotografia per elevare la figura del pontefice a guida internazionale della pace, a padre universale e anche a punto di riferimento per una popolazione ora stremata dalla guerra e priva di modelli a cui guardare, ora costretta ad affrontare i cambiamenti che la realtà postbellica le metteva di fronte. La figura del “bianco padre”, alto, elegante, magrissimo, ieratico divenne il simbolo di una Chiesa cattolica che, tra timori e speranze, si servì anche dei nuovi mezzi di comunicazione per dialogare con il mondo in un modo pervasivo e diffuso. Si metteranno in luce le linee guida di una politica ufficiale e i destreggiamenti di una Chiesa alle prese con un mondo che stava cambiando e a cui doveva adeguarsi per diffondere il messaggio divino. Il primo capitolo è dedicato all'uso della radio, con i celebri radiomessaggi di Pio XII e l'importante contributo fornito da Radio Vaticana durante il periodo bellico. Nel secondo capitolo si affronteranno gli interventi in materia cinematografica, con l'analisi del Pastor Angelicus, film in cui è protagonista lo stesso Pio XII e si prendono in esame alcune pellicole dell'epoca per analizzare la politica propagandistica della Santa Sede attraverso l'uso dei fotogrammi cinematografici. Infine, il terzo capitolo mostrerà il ruolo della fotografia nel processo di sacralizzazione progressiva della sua figura, e della strumentalizzazione di questa stessa immagine, compiuta dalla stampa popolare. Un rapporto con le immagini che si protrarrà anche dopo la morte.