In un mondo ricco di immagini, Emilio Garroni inverte il fenomeno di tendenza e con una specificazione aggiuntiva parlerà di figura e non di immagine, laddove quest'ultima è per lui l'immagine interna, e la figura, invece, è l'estrinsecazione materiale, ma parziale, di questa. Se la materialità dell'arte è allora così effimera da essere totalmente contingente, come definirla ancora come disciplina materiale e l'estetica come riflessione filosofica su di essa? Filosofia, arte ed estetica si confondono in un dialogo a più voci, in cui sarà coinvolta anche la semiotica, per scoprire una segreta analogia tra il linguaggio cinematografico e pittorico, nella misura in cui il nesso risulta essere l'equivalente di un sistema di segni in quanto struttura di senso e comunicazione. La chiave di volta della presente trattazione è dunque tale condizione dell'immagine interna, che verrà analizzata in tutte le sue manifestazioni: essa riflette, infatti, i suoi rapporti col pensiero, con la cultura, con i soggetti della relazione percettiva nonché con l'arte, come momento figurale di un processo immaginifico interiore. Specifico dunque che questa ricerca si pone l'obiettivo di comprovare che l'arte non figurativa, possa, al pari di quella figurativa, essere considerata figurale sulla base e in virtù di quanto detto in merito al rapporto stesso tra immagine interna e figura. Per Garroni la verifica della semioticità di un'opera non può essere fatta sulla base dell'oggetto, altrimenti si ricade nella stessa fallacia cui perviene la critica d'arte realistica; gli aspetti dell'immagine interna si danno alla coscienza come dei dati ottico-retinici organizzati; in questo modo la figura è un simbolo o un'icona. Per avvalere una teoria siffatta dell'immagine, dobbiamo considerarla come segno arbitrario di un segno convenzionale quale è la figura, unanimemente riconosciuto da tutti e inscrivibile all'interno di un sistema di segni. È in questo quadro che si colloca la pertinenza della semiotica e, in tal senso. Quello che ci aspettiamo dalla figura è la restituzione di un'idea dell'immagine interna, nella sua globalità intuitiva. L'arte, dunque, è semplicemente paradigmatica in questo senso per l'estetica, ma non è propriamente il suo oggetto epistemico, e l'estetica, infine, trova nell'arte l'occasione più esemplare di riflessione, per risalire, da essa, e arrivare a comprendere l'esperienza in generale, ricavandone lo statuto di filosofia non speciale. Di qui la Critica della facoltà di giudizio rivendica il suo posto all'interno della filosofia garroniana. Lo schematismo kantiano spiegherebbe proprio l'immagine interna, abbattendo quel referenzialismo gretto per cui un'immagine è la diretta corrispondente dell'oggetto di cui è immagine. Il Giudizio di gusto necessita di un principio nel suo uso conoscitivo, attraverso cui non determina un compiacimento, ma accorda l'immaginazione e l'intelletto sulla base di un'occasione immaginativa data. Quello che la presente tesi evidenzia è lo sforzo di racchiudere, intorno alla nozione di immagine, anche gli altri interrogativi e le osservazioni filosofiche garroniane, attraverso una consultazione bibliografica attenta alle sfumature cronologiche e ad una omogeneità d'analisi che restituisse una figura, se così vogliamo, del Garroni eclettico quale è stato.

L'ESTETICA DI EMILIO GARRONI

PIROSCIA, ERIKA
2019/2020

Abstract

In un mondo ricco di immagini, Emilio Garroni inverte il fenomeno di tendenza e con una specificazione aggiuntiva parlerà di figura e non di immagine, laddove quest'ultima è per lui l'immagine interna, e la figura, invece, è l'estrinsecazione materiale, ma parziale, di questa. Se la materialità dell'arte è allora così effimera da essere totalmente contingente, come definirla ancora come disciplina materiale e l'estetica come riflessione filosofica su di essa? Filosofia, arte ed estetica si confondono in un dialogo a più voci, in cui sarà coinvolta anche la semiotica, per scoprire una segreta analogia tra il linguaggio cinematografico e pittorico, nella misura in cui il nesso risulta essere l'equivalente di un sistema di segni in quanto struttura di senso e comunicazione. La chiave di volta della presente trattazione è dunque tale condizione dell'immagine interna, che verrà analizzata in tutte le sue manifestazioni: essa riflette, infatti, i suoi rapporti col pensiero, con la cultura, con i soggetti della relazione percettiva nonché con l'arte, come momento figurale di un processo immaginifico interiore. Specifico dunque che questa ricerca si pone l'obiettivo di comprovare che l'arte non figurativa, possa, al pari di quella figurativa, essere considerata figurale sulla base e in virtù di quanto detto in merito al rapporto stesso tra immagine interna e figura. Per Garroni la verifica della semioticità di un'opera non può essere fatta sulla base dell'oggetto, altrimenti si ricade nella stessa fallacia cui perviene la critica d'arte realistica; gli aspetti dell'immagine interna si danno alla coscienza come dei dati ottico-retinici organizzati; in questo modo la figura è un simbolo o un'icona. Per avvalere una teoria siffatta dell'immagine, dobbiamo considerarla come segno arbitrario di un segno convenzionale quale è la figura, unanimemente riconosciuto da tutti e inscrivibile all'interno di un sistema di segni. È in questo quadro che si colloca la pertinenza della semiotica e, in tal senso. Quello che ci aspettiamo dalla figura è la restituzione di un'idea dell'immagine interna, nella sua globalità intuitiva. L'arte, dunque, è semplicemente paradigmatica in questo senso per l'estetica, ma non è propriamente il suo oggetto epistemico, e l'estetica, infine, trova nell'arte l'occasione più esemplare di riflessione, per risalire, da essa, e arrivare a comprendere l'esperienza in generale, ricavandone lo statuto di filosofia non speciale. Di qui la Critica della facoltà di giudizio rivendica il suo posto all'interno della filosofia garroniana. Lo schematismo kantiano spiegherebbe proprio l'immagine interna, abbattendo quel referenzialismo gretto per cui un'immagine è la diretta corrispondente dell'oggetto di cui è immagine. Il Giudizio di gusto necessita di un principio nel suo uso conoscitivo, attraverso cui non determina un compiacimento, ma accorda l'immaginazione e l'intelletto sulla base di un'occasione immaginativa data. Quello che la presente tesi evidenzia è lo sforzo di racchiudere, intorno alla nozione di immagine, anche gli altri interrogativi e le osservazioni filosofiche garroniane, attraverso una consultazione bibliografica attenta alle sfumature cronologiche e ad una omogeneità d'analisi che restituisse una figura, se così vogliamo, del Garroni eclettico quale è stato.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
795303_tesi.erika.piroscia.l.estetica.di.e.garroni..pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.19 MB
Formato Adobe PDF
1.19 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/150150