Il comparto italiano dell'agroalimentare ha raggiunto, negli ultimi anni, secondo i calcoli governativi, un giro d'affari di circa 32 miliardi di euro. A questo dato partecipa anche il settore delle piante officinali di cui, storicamente, il nostro bacino geografico è sempre stato ricco. Una delle specie officinali con il più alto potenziale biochimico è il Thymus vulgaris L. Originario dell'area mediterranea è conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà organolettiche e officinali. Oggi il Thymus vulgaris è una delle piante aromatiche più diffuse e le ricerche sul suo valore officinale e nutraceutico stanno facendo luce sul suo potenziale, anche in altri settori come quello medico, fitosanitario e alimentare. L'aumento della consapevolezza riguardo il potere officinale di questa specie ha portato alla crescita del giro d'affari. La mancanza di produzioni adeguate causa una maggiore pressione, dovuta ai prelievi, sulle popolazioni naturali del nostro paese. Il progetto Opthymus (portato avanti da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino), nel quale si è inserito il mio lavoro sperimentale, punta alla creazione e valorizzazione di una filiera produttiva di timi spontanei delle Alpi occidentali. Prima di proseguire con la creazione di una filiera è necessario individuare popolazioni spontanee e stimare il loro contenuto in sostanze nutraceutiche. Nel mio lavoro sperimentale ho quindi indagato la concentrazione totale di polifenoli (tramite saggio di Folin-Ciocalteu) e l'attività antiossidante (tramite il FRAP test) di due popolazioni di timo valdostane. I campionamenti sono avvenuti durante il periodo di fioritura nelle località di Quart (AO) e Saint-Denis (AO). Successivamente una parte del materiale campionato è stato conservato a -20°C senza subire manipolazioni, un'altra parte è stata invece sottoposta a due diversi metodi di essiccazione: il primo tradizionale, il secondo basato sull'utilizzo di un essiccatore a freddo prodotto dall'azienda “North West Technology”. Una parte del materiale vegetale è stato estratto in soluzione acquosa utilizzando un apparecchio a ultrasuoni. Con il resto dei campioni vegetali sono stati preparati dei decotti. Per quanto riguarda il processo di essiccazione, le due diverse tecniche utilizzate non hanno influito sul contenuto finale di molecole polifenoliche o sull'attività antiossidante. I vantaggi dell'essiccazione a freddo, rispetto a quella tradizionale, sono correlati alla possibilità di un controllo costante dei parametri utilizzati nel processo. Per quanto riguarda il processo di estrazione, la resa dei decotti rispetto alle estrazioni con ultrasuoni è stata significativamente maggiore, probabilmente grazie alle temperature più alte e ai tempi più dilatati. L'indagine statistica dei risultati ha mostrato come la popolazione di Quart possegga un contenuto significativamente maggiore di polifenoli (p<0.05) rispetto alla popolazione di Saint-Denis, mentre non sono state rilevate differenze significative tra le due popolazioni per quanto riguarda l'attività antiossidante. I risultati ottenuti permettono di affermare che la popolazione di Thymus vulgaris L. proveniente da Quart sia la candidata più adatta per le fasi successive del progetto OpThymus.
Differenze nel contenuto di polifenoli e nell'attività antiossidante di due popolazioni valdostane di Thymus vulgaris L.
DAL COLLE, FRANCESCO
2018/2019
Abstract
Il comparto italiano dell'agroalimentare ha raggiunto, negli ultimi anni, secondo i calcoli governativi, un giro d'affari di circa 32 miliardi di euro. A questo dato partecipa anche il settore delle piante officinali di cui, storicamente, il nostro bacino geografico è sempre stato ricco. Una delle specie officinali con il più alto potenziale biochimico è il Thymus vulgaris L. Originario dell'area mediterranea è conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà organolettiche e officinali. Oggi il Thymus vulgaris è una delle piante aromatiche più diffuse e le ricerche sul suo valore officinale e nutraceutico stanno facendo luce sul suo potenziale, anche in altri settori come quello medico, fitosanitario e alimentare. L'aumento della consapevolezza riguardo il potere officinale di questa specie ha portato alla crescita del giro d'affari. La mancanza di produzioni adeguate causa una maggiore pressione, dovuta ai prelievi, sulle popolazioni naturali del nostro paese. Il progetto Opthymus (portato avanti da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino), nel quale si è inserito il mio lavoro sperimentale, punta alla creazione e valorizzazione di una filiera produttiva di timi spontanei delle Alpi occidentali. Prima di proseguire con la creazione di una filiera è necessario individuare popolazioni spontanee e stimare il loro contenuto in sostanze nutraceutiche. Nel mio lavoro sperimentale ho quindi indagato la concentrazione totale di polifenoli (tramite saggio di Folin-Ciocalteu) e l'attività antiossidante (tramite il FRAP test) di due popolazioni di timo valdostane. I campionamenti sono avvenuti durante il periodo di fioritura nelle località di Quart (AO) e Saint-Denis (AO). Successivamente una parte del materiale campionato è stato conservato a -20°C senza subire manipolazioni, un'altra parte è stata invece sottoposta a due diversi metodi di essiccazione: il primo tradizionale, il secondo basato sull'utilizzo di un essiccatore a freddo prodotto dall'azienda “North West Technology”. Una parte del materiale vegetale è stato estratto in soluzione acquosa utilizzando un apparecchio a ultrasuoni. Con il resto dei campioni vegetali sono stati preparati dei decotti. Per quanto riguarda il processo di essiccazione, le due diverse tecniche utilizzate non hanno influito sul contenuto finale di molecole polifenoliche o sull'attività antiossidante. I vantaggi dell'essiccazione a freddo, rispetto a quella tradizionale, sono correlati alla possibilità di un controllo costante dei parametri utilizzati nel processo. Per quanto riguarda il processo di estrazione, la resa dei decotti rispetto alle estrazioni con ultrasuoni è stata significativamente maggiore, probabilmente grazie alle temperature più alte e ai tempi più dilatati. L'indagine statistica dei risultati ha mostrato come la popolazione di Quart possegga un contenuto significativamente maggiore di polifenoli (p<0.05) rispetto alla popolazione di Saint-Denis, mentre non sono state rilevate differenze significative tra le due popolazioni per quanto riguarda l'attività antiossidante. I risultati ottenuti permettono di affermare che la popolazione di Thymus vulgaris L. proveniente da Quart sia la candidata più adatta per le fasi successive del progetto OpThymus.File | Dimensione | Formato | |
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