Ho cominciato a pensare di scrivere una tesi su questo argomento spinto da una duplice curiosità: da una parte mi ha sempre affascinato la storia del mio paese, un paese moderno le cui prime case in muratura risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, ma anche antichissimo, visto che i primi insediamenti umani per la produzione del sale risalgono al V secolo avanti Cristo, dall’altra come conseguenza di questa doppia natura antica e moderna, l’incapacità dei cittadini di trovare una identità comune, poiché la maggior parte degli abitanti proviene da altre realtà, come paesi limitrofi ma anche zone lontane. L’unico vero collante risulta essere la religione, il culto per i santi protettori, che accomunava in maniera molto evidente il popolo fino agli anni Ottanta del secolo scorso ma che adesso va sempre più scemando, tranne che in alcuni momenti, in occasione delle giornate in cui ricorrono le feste patronali, e le attrazioni ludiche, gastronomiche e turistiche ad esse collegate. Il beato Giovanni Paolo II nel suo Magistero ha dedicato particolare attenzione al fenomeno della religiosità popolare, che a suo parere non è altro che «una fede radicata profondamente in una cultura precisa, immersa sin nelle fibre del cuore e nelle idee, e soprattutto condivisa largamente da un popolo intero, che è allora popolo di Dio» (Giovanni Paolo II, 1982, p.1320). Proprio dalle parole dell’ex pontefice si evince come i diversi aspetti della religiosità popolare, principale elemento di discussione di questa tesi, superino spesso qualsiasi differenza di tipo geografico, politico, culturale e anagrafico in favore di un sentimento ancestrale, quasi magico, che unisce una comunità sotto un medesimo, metaforico tetto fatto di tradizioni, memoria collettiva ed emozioni. Il valore della memoria storica, sociale e culturale non è da ricercare in nostalgici ritorni al passato o in critiche distruttive del presente, è anzi la chiave che ci permette di aprire “uno scrigno” e di recuperare un “tesoro” fatto di conoscenze ed esperienze in grado di aiutarci a riconoscerci e rispettarci in un’identità collettiva che, nel paese preso in esame – Margherita di Savoia –, si rispecchia nel riconoscersi nelle cinque principali figure protagoniste della vita e della memoria storica di questa comunità, i santi protettori della città e dei lavoratori. Dall’analisi effettuata nel corso della mia ricerca emerge chiaramente come la prospettiva religiosa sia imprescindibile da tutti gli altri contesti che caratterizzano l’uomo e la società: anzi, li racchiude tutti, e si attiva come motore di impegno e responsabilità per ciascuno di noi. C’è inoltre un altro motivo che mi ha spinto ad indagare in maniera approfondita questo aspetto più profondo della tradizionale fede religiosa in senso stretto: l’allontanamento lento e progressivo dalla religione tradizionale, come dimostrano le ultimissime statistiche che riguardano i giovano studenti medi che rinunciano all’IRC (insegnamento religione cattolica) optando per l’approfondimento di altre discipline e l’avvicinamento a riti e proposte religiose di vario genere, sempre più frequenti nel mondo occidentale.
Margherita di Savoia: la più grande salina italiana fra tradizione, lavoro e religiosità popolare.
TAVANI, DOMENICO
2022/2023
Abstract
Ho cominciato a pensare di scrivere una tesi su questo argomento spinto da una duplice curiosità: da una parte mi ha sempre affascinato la storia del mio paese, un paese moderno le cui prime case in muratura risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, ma anche antichissimo, visto che i primi insediamenti umani per la produzione del sale risalgono al V secolo avanti Cristo, dall’altra come conseguenza di questa doppia natura antica e moderna, l’incapacità dei cittadini di trovare una identità comune, poiché la maggior parte degli abitanti proviene da altre realtà, come paesi limitrofi ma anche zone lontane. L’unico vero collante risulta essere la religione, il culto per i santi protettori, che accomunava in maniera molto evidente il popolo fino agli anni Ottanta del secolo scorso ma che adesso va sempre più scemando, tranne che in alcuni momenti, in occasione delle giornate in cui ricorrono le feste patronali, e le attrazioni ludiche, gastronomiche e turistiche ad esse collegate. Il beato Giovanni Paolo II nel suo Magistero ha dedicato particolare attenzione al fenomeno della religiosità popolare, che a suo parere non è altro che «una fede radicata profondamente in una cultura precisa, immersa sin nelle fibre del cuore e nelle idee, e soprattutto condivisa largamente da un popolo intero, che è allora popolo di Dio» (Giovanni Paolo II, 1982, p.1320). Proprio dalle parole dell’ex pontefice si evince come i diversi aspetti della religiosità popolare, principale elemento di discussione di questa tesi, superino spesso qualsiasi differenza di tipo geografico, politico, culturale e anagrafico in favore di un sentimento ancestrale, quasi magico, che unisce una comunità sotto un medesimo, metaforico tetto fatto di tradizioni, memoria collettiva ed emozioni. Il valore della memoria storica, sociale e culturale non è da ricercare in nostalgici ritorni al passato o in critiche distruttive del presente, è anzi la chiave che ci permette di aprire “uno scrigno” e di recuperare un “tesoro” fatto di conoscenze ed esperienze in grado di aiutarci a riconoscerci e rispettarci in un’identità collettiva che, nel paese preso in esame – Margherita di Savoia –, si rispecchia nel riconoscersi nelle cinque principali figure protagoniste della vita e della memoria storica di questa comunità, i santi protettori della città e dei lavoratori. Dall’analisi effettuata nel corso della mia ricerca emerge chiaramente come la prospettiva religiosa sia imprescindibile da tutti gli altri contesti che caratterizzano l’uomo e la società: anzi, li racchiude tutti, e si attiva come motore di impegno e responsabilità per ciascuno di noi. C’è inoltre un altro motivo che mi ha spinto ad indagare in maniera approfondita questo aspetto più profondo della tradizionale fede religiosa in senso stretto: l’allontanamento lento e progressivo dalla religione tradizionale, come dimostrano le ultimissime statistiche che riguardano i giovano studenti medi che rinunciano all’IRC (insegnamento religione cattolica) optando per l’approfondimento di altre discipline e l’avvicinamento a riti e proposte religiose di vario genere, sempre più frequenti nel mondo occidentale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
783213_tavani1.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3.1 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.1 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/149993