In questa sede racconterò in breve la storia del controllo inglese sull'India fino al 1857, dando risalto ai momenti immediatamente precedenti la rivolta che più hanno influito su di essa. Successivamente approfondirò la situazione dell'esercito del Bengala descrivendo l'equipaggiamento e le problematiche che doveva affrontare un sepoy (il soldato indiano di fanteria al servizio della Compagnia delle Indie Orientali) durante la sua vita al servizio della Compagnia delle Indie Orientali. Dopodiché farò una breve analisi della questione delle cartucce, la scintilla che fece esplodere la ribellione, raccontando le preoccupazioni dei soldati e le risposte del governo della Compagnia, per poi narrare in sintesi i momenti salienti della ribellione, dalla sollevazione a Meerut agli assedi di Delhi, Lucknow e Kanpur, fino alle azioni militari che videro protagonista la regina di Jhansi. Infine, riassumerò in breve le conseguenze e i cambiamenti che si ebbero sulle modalità del dominio inglese. Nella seconda parte analizzerò singolarmente le cause che portarono alla rivolta dei sepoy, per continuare presentando casi specifici di personaggi che decisero di rimanere fedeli al British Raj o al contrario aderire alla ribellione. Tra i primi ho scelto gli esempi di Sitaram Pandey e di altri sepoy, dei sovrani sikh della regione del Cis-Sutlej e di alcuni abitanti di Delhi, analizzandone le motivazioni personali, religiose e politiche dietro la loro presa di posizione. Tra i ribelli ho scelto i casi di Mangal Pandey per la sua importanza come simbolo della rivolta, ricordato ancora oggi come martire della libertà da una certa parte politica indiana, Nana Saheb per il suo ruolo attivo nella preparazione della rivolta, la rani Lakshmi Bai di Jhansi per la particolarità delle sue motivazioni, e infine l'imperatore moghul Bahadur Shah Zafar, nominalmente il leader della ribellione e nel cui nome si è combattuto. Riguardo la nomenclatura di personaggi e luoghi ho utilizzato principalmente quella usata nelle fonti inglesi per questioni di semplicità, essendo esse la maggioranza delle fonti da me utilizzate. Riguardo all'autobiografia di Sitaram Pandey sono consapevole che le opinioni riportate sul testo potrebbero essere leggermente differenti dalle reali opinioni del sepoy Sitaram Pandey, dal momento che sono state dettate a un ufficiale inglese che poi ha provveduto a pubblicare l'opera. Credo tuttavia di poter considerare affidabili le informazioni che ho riportato direttamente o indirettamente dal testo.
Sepoy ribelli e soldati leali: le motivazioni nelle scelte dei militari durante la rivolta del 1857
RIZZUTI, ALESSANDRO
2018/2019
Abstract
In questa sede racconterò in breve la storia del controllo inglese sull'India fino al 1857, dando risalto ai momenti immediatamente precedenti la rivolta che più hanno influito su di essa. Successivamente approfondirò la situazione dell'esercito del Bengala descrivendo l'equipaggiamento e le problematiche che doveva affrontare un sepoy (il soldato indiano di fanteria al servizio della Compagnia delle Indie Orientali) durante la sua vita al servizio della Compagnia delle Indie Orientali. Dopodiché farò una breve analisi della questione delle cartucce, la scintilla che fece esplodere la ribellione, raccontando le preoccupazioni dei soldati e le risposte del governo della Compagnia, per poi narrare in sintesi i momenti salienti della ribellione, dalla sollevazione a Meerut agli assedi di Delhi, Lucknow e Kanpur, fino alle azioni militari che videro protagonista la regina di Jhansi. Infine, riassumerò in breve le conseguenze e i cambiamenti che si ebbero sulle modalità del dominio inglese. Nella seconda parte analizzerò singolarmente le cause che portarono alla rivolta dei sepoy, per continuare presentando casi specifici di personaggi che decisero di rimanere fedeli al British Raj o al contrario aderire alla ribellione. Tra i primi ho scelto gli esempi di Sitaram Pandey e di altri sepoy, dei sovrani sikh della regione del Cis-Sutlej e di alcuni abitanti di Delhi, analizzandone le motivazioni personali, religiose e politiche dietro la loro presa di posizione. Tra i ribelli ho scelto i casi di Mangal Pandey per la sua importanza come simbolo della rivolta, ricordato ancora oggi come martire della libertà da una certa parte politica indiana, Nana Saheb per il suo ruolo attivo nella preparazione della rivolta, la rani Lakshmi Bai di Jhansi per la particolarità delle sue motivazioni, e infine l'imperatore moghul Bahadur Shah Zafar, nominalmente il leader della ribellione e nel cui nome si è combattuto. Riguardo la nomenclatura di personaggi e luoghi ho utilizzato principalmente quella usata nelle fonti inglesi per questioni di semplicità, essendo esse la maggioranza delle fonti da me utilizzate. Riguardo all'autobiografia di Sitaram Pandey sono consapevole che le opinioni riportate sul testo potrebbero essere leggermente differenti dalle reali opinioni del sepoy Sitaram Pandey, dal momento che sono state dettate a un ufficiale inglese che poi ha provveduto a pubblicare l'opera. Credo tuttavia di poter considerare affidabili le informazioni che ho riportato direttamente o indirettamente dal testo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/149918