Secondo uno studio condotto nel 2017 dall'OMS, oltre 4 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di patologie metaboliche correlate all'obesità. I classici rimedi impiegati per ridurre il peso corporeo, dieta alimentare in primis, non risultano sempre efficaci ed i trattamenti farmacologici sviluppati sino ad ora possono provocare dei seri effetti indesiderati. Recentemente, all'interno dei depositi di tessuto adiposo bianco, sono state individuate particolari cellule, definite adipociti beige, che presentano caratteristiche simili agli adipociti del tessuto adiposo bruno. Gli adipociti beige infatti, possiedono un fenotipo multiloculare ed esprimono i geni UCP1, PRDM16 e PGC-1α fondamentali per la termogenesi adattativa, fenomeno che permette di produrre calore bruciando l'energia in eccesso. UCP1 (Uncoupling Protein 1) rappresenta il principale attore della termogenesi perché, localizzandosi nella membrana interna dei mitocondri, dissipa il gradiente protonico generato dalla catena respiratoria. Il processo fisiologico che determina la conversione degli adipociti bianchi in adipociti brown-like prende il nome di browning e può essere indotto da stimoli, quali l'esposizione a basse temperature, l'esercizio fisico e l'assunzione di alcuni alimenti. Quando l'organismo viene esposto a temperature rigide per lunghi periodi, ad esempio, le terminazioni nervose simpatiche all'interno del tessuto adiposo bianco, rilasciano la noradrenalina: questo neurotrasmettitore legandosi ai recettori β-adrenergici, attiva una via di segnalazione che promuove la lipolisi dei trigliceridi accumulati e l'espressione dei geni coinvolti nella termogenesi. Gli studi sperimentali condotti da Park et al. (2019) e Lim et al. (2019) dimostrano che anche prodotti naturali come il ginseng nero, possono indurre il browning degli adipociti bianchi in vitro. L'estratto di ginseng nero possiede molteplici proprietà benefiche e per tale motivo viene da tempo impiegato come fitofarmaco nella medicina tradizionale cinese e coreana. Nello studio condotto da Park et al. (2019) sono stati testati l'estratto di ginseng nero ed il ginsenoside Rb1, metabolita secondario presente nella radice di ginseng, sui preadipociti murini 3T3-L1 e sugli adipociti primari isolati dai depositi di tessuto adiposo bianco di topi wild type: i loro risultati dimostrano che entrambi i trattamenti determinano una riduzione dell'accumulo lipidico e promuovono l'espressione delle proteine UCP1, PRDM16 e PGC-1α, markers specifici della termogenesi, associati quindi al browning. Il loro gruppo di ricerca approfondisce anche i meccanismi intracellulari attivati da tali composti valutando lo stato di fosforilazione della chinasi AMPK, sensore del metabolismo energetico: negli adipociti trattati con ginseng nero e Rb1 la chinasi AMPK risulta maggiormente attivata rispetto alle cellule non trattate, sintomo che l'enzima è coinvolto nel transdifferenziamento degli adipociti bianchi in beige. Nello studio condotto da Lim et al. (2019) sono stati valutati gli effetti in vitro del ginsenoside Rb1: i risultati sperimentali ottenuti confermano la capacità di Rb1 di indurre il browning delle cellule 3T3-L1 e dimostrano che Rb1 agisce attivando i recettori β-adrenergici. La possibilità di utilizzare dei prodotti naturali per ridurre la massa grassa convertendo gli adipociti bianchi in cellule che bruciano l'energia in eccesso, rappresenta un'attraente prospettiva per lo sviluppo di terapie contro l'obesità.

Il browning del tessuto adiposo bianco come strategia contro l'obesità: effetti degli estratti di ginseng nero in vitro.

SAVORÈ, GIULIA
2019/2020

Abstract

Secondo uno studio condotto nel 2017 dall'OMS, oltre 4 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di patologie metaboliche correlate all'obesità. I classici rimedi impiegati per ridurre il peso corporeo, dieta alimentare in primis, non risultano sempre efficaci ed i trattamenti farmacologici sviluppati sino ad ora possono provocare dei seri effetti indesiderati. Recentemente, all'interno dei depositi di tessuto adiposo bianco, sono state individuate particolari cellule, definite adipociti beige, che presentano caratteristiche simili agli adipociti del tessuto adiposo bruno. Gli adipociti beige infatti, possiedono un fenotipo multiloculare ed esprimono i geni UCP1, PRDM16 e PGC-1α fondamentali per la termogenesi adattativa, fenomeno che permette di produrre calore bruciando l'energia in eccesso. UCP1 (Uncoupling Protein 1) rappresenta il principale attore della termogenesi perché, localizzandosi nella membrana interna dei mitocondri, dissipa il gradiente protonico generato dalla catena respiratoria. Il processo fisiologico che determina la conversione degli adipociti bianchi in adipociti brown-like prende il nome di browning e può essere indotto da stimoli, quali l'esposizione a basse temperature, l'esercizio fisico e l'assunzione di alcuni alimenti. Quando l'organismo viene esposto a temperature rigide per lunghi periodi, ad esempio, le terminazioni nervose simpatiche all'interno del tessuto adiposo bianco, rilasciano la noradrenalina: questo neurotrasmettitore legandosi ai recettori β-adrenergici, attiva una via di segnalazione che promuove la lipolisi dei trigliceridi accumulati e l'espressione dei geni coinvolti nella termogenesi. Gli studi sperimentali condotti da Park et al. (2019) e Lim et al. (2019) dimostrano che anche prodotti naturali come il ginseng nero, possono indurre il browning degli adipociti bianchi in vitro. L'estratto di ginseng nero possiede molteplici proprietà benefiche e per tale motivo viene da tempo impiegato come fitofarmaco nella medicina tradizionale cinese e coreana. Nello studio condotto da Park et al. (2019) sono stati testati l'estratto di ginseng nero ed il ginsenoside Rb1, metabolita secondario presente nella radice di ginseng, sui preadipociti murini 3T3-L1 e sugli adipociti primari isolati dai depositi di tessuto adiposo bianco di topi wild type: i loro risultati dimostrano che entrambi i trattamenti determinano una riduzione dell'accumulo lipidico e promuovono l'espressione delle proteine UCP1, PRDM16 e PGC-1α, markers specifici della termogenesi, associati quindi al browning. Il loro gruppo di ricerca approfondisce anche i meccanismi intracellulari attivati da tali composti valutando lo stato di fosforilazione della chinasi AMPK, sensore del metabolismo energetico: negli adipociti trattati con ginseng nero e Rb1 la chinasi AMPK risulta maggiormente attivata rispetto alle cellule non trattate, sintomo che l'enzima è coinvolto nel transdifferenziamento degli adipociti bianchi in beige. Nello studio condotto da Lim et al. (2019) sono stati valutati gli effetti in vitro del ginsenoside Rb1: i risultati sperimentali ottenuti confermano la capacità di Rb1 di indurre il browning delle cellule 3T3-L1 e dimostrano che Rb1 agisce attivando i recettori β-adrenergici. La possibilità di utilizzare dei prodotti naturali per ridurre la massa grassa convertendo gli adipociti bianchi in cellule che bruciano l'energia in eccesso, rappresenta un'attraente prospettiva per lo sviluppo di terapie contro l'obesità.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
864860_tesi_giulia_savor.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 770.86 kB
Formato Adobe PDF
770.86 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/149906