Il presente lavoro ha come obiettivo quello di esaminare in modo dettagliato la materia della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, a partire dalle prime apparizioni all'interno delle fabbriche, fino ai giorni nostri. L'esigenza dei lavoratori di essere tutelati anche all'interno dei luoghi di lavoro, si colloca cronologicamente nello stesso periodo in cui sono nate le prime associazioni a tutela dei lavoratori. Il primo capitolo tratta gli anni a partire dal secondo dopoguerra con l'introduzione nelle fabbriche delle Commissioni interne, organismo misto elettivo-sindacale che si occupavano anche di contrattazione, e le Sezioni Sindacali Aziendali, create da e per il sindacato, per cercare di controllare maggiormente i luoghi di lavoro. La situazione cambierà radicalmente alla fine degli anni '60, quando anche i sindacati verranno travolti da un forte cambiamento alimentato dalla classe operaia che porterà alla nascita dei Delegati, espressione della volontà di uno stretto collegamento tra rappresentanti e rappresentati. Tali forme di rappresentanza si formarono in assenza di una regolamentazione legislativa. Nacque così nel 1970 il c.d. Statuto dei Lavoratori, volto a regolare la presenza sindacale in azienda. Nel secondo capitolo ci si occuperà dell'art. 19 del suddetto Statuto, che consente alle rappresentanze sindacali di godere di ulteriori diritti e privilegi all'interno dell'azienda. La trattazione si concentra poi sui requisiti d'accesso a tali privilegi, fortemente criticati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. L'art 19, inoltre, diverrà quindi oggetto di numerose pronunce da parte della Corte Costituzionale che verrà chiamata a esaminare la legittimità dei requisiti di libertà sindacale, uguaglianza e solidarietà. Si esamineranno poi i profondi cambiamenti intercorsi in occasione del referendum svolto nel 1995 e la nascita delle rappresentanze sindacali unitarie, le quali elaboreranno una forma unitaria di rappresentanza aziendale col pregio di consentire la scelta diretta dei propri rappresentanti da parte dei lavoratori. Nel terzo capitolo la trattazione approfondisce il famosissimo caso Fiat vs Fiom, che porterà all'esclusione di un sindacato ritenuto scomodo, seppur maggiormente rappresentativo e alla conseguente rottura dell'unità sindacale. Si verificherà una crisi in materia di rappresentanza aziendale, a cui verrà in soccorso la Corte Costituzionale, con la famosa sentenza 231/2013. Infine, si esamineranno le varie strategie di fusione eseguite dall'amministratore delegato Sergio Marchionne che porteranno alla nascita della Fiat Chrysler Automobiles (FCA).

L'evoluzione delle rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro:il caso FCA

DANIELI, VERONICA
2018/2019

Abstract

Il presente lavoro ha come obiettivo quello di esaminare in modo dettagliato la materia della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, a partire dalle prime apparizioni all'interno delle fabbriche, fino ai giorni nostri. L'esigenza dei lavoratori di essere tutelati anche all'interno dei luoghi di lavoro, si colloca cronologicamente nello stesso periodo in cui sono nate le prime associazioni a tutela dei lavoratori. Il primo capitolo tratta gli anni a partire dal secondo dopoguerra con l'introduzione nelle fabbriche delle Commissioni interne, organismo misto elettivo-sindacale che si occupavano anche di contrattazione, e le Sezioni Sindacali Aziendali, create da e per il sindacato, per cercare di controllare maggiormente i luoghi di lavoro. La situazione cambierà radicalmente alla fine degli anni '60, quando anche i sindacati verranno travolti da un forte cambiamento alimentato dalla classe operaia che porterà alla nascita dei Delegati, espressione della volontà di uno stretto collegamento tra rappresentanti e rappresentati. Tali forme di rappresentanza si formarono in assenza di una regolamentazione legislativa. Nacque così nel 1970 il c.d. Statuto dei Lavoratori, volto a regolare la presenza sindacale in azienda. Nel secondo capitolo ci si occuperà dell'art. 19 del suddetto Statuto, che consente alle rappresentanze sindacali di godere di ulteriori diritti e privilegi all'interno dell'azienda. La trattazione si concentra poi sui requisiti d'accesso a tali privilegi, fortemente criticati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. L'art 19, inoltre, diverrà quindi oggetto di numerose pronunce da parte della Corte Costituzionale che verrà chiamata a esaminare la legittimità dei requisiti di libertà sindacale, uguaglianza e solidarietà. Si esamineranno poi i profondi cambiamenti intercorsi in occasione del referendum svolto nel 1995 e la nascita delle rappresentanze sindacali unitarie, le quali elaboreranno una forma unitaria di rappresentanza aziendale col pregio di consentire la scelta diretta dei propri rappresentanti da parte dei lavoratori. Nel terzo capitolo la trattazione approfondisce il famosissimo caso Fiat vs Fiom, che porterà all'esclusione di un sindacato ritenuto scomodo, seppur maggiormente rappresentativo e alla conseguente rottura dell'unità sindacale. Si verificherà una crisi in materia di rappresentanza aziendale, a cui verrà in soccorso la Corte Costituzionale, con la famosa sentenza 231/2013. Infine, si esamineranno le varie strategie di fusione eseguite dall'amministratore delegato Sergio Marchionne che porteranno alla nascita della Fiat Chrysler Automobiles (FCA).
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