Malus spp. belongs to Rosaceae family and, more specifically, to Pomoideae sub-family. The original distributional area of the apple tree is supposed to be in Kazakistan, on the borderline with China, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan and Kirgizistan. Likely this particular tree variety spread thanks to the caravans and to the animals that were used to live on wild apples along the silk way, communication link between Europe and Asia. Italy, thanks to its favourable pedoclimatic conditions, has always been a country strongly devoted to fruit farming. The ornamental nature of the apple tree, due to its charming and surprising blossoming and to its coloured and sweet-smelling fruits, has promoted its use for decorative purposes since the twelfth century b.C.. From age to age, the introduction of the apple tree in private gardens knew frequent evolutions, following many historical and cultural changes which cyclically affected its positioning towards other garden elements as well as its farming. Despite the many different roles the apple tree displayed within the private garden, its decorative presence has been attested by many document collections, historical cartographies and agricultural treatises, describing vegetable gardens, fruit farms and apple orchards like fenced fields for fruit tree growing only. Within these boundaries, whether isolated or included in lager areas, whether located inside of noble estates or inside of wide monasteries, the decorative role of the apple tree has never been dissociated from the productive one. This concept led to the orchard-gardens, real caskets containing several virtues, such as utilitas, venustas, voluptas and delectatio. The evolution of Italian fruit farming has deeply influenced both the apple orchard appearance and the agricultural landscape. Nowadays they're characterized jointly by intensive and ¿ more rarely ¿ extensive apple farming. The growing awareness that traditional agricultural landscape needs to be protected has encouraged several initiatives aimed to promote, through local farms and apple production, the knowledge of its territory and of its population. This approach has been supported also at the ¿2000 European Landscape Convention¿, where historical orchards have been credited with environmental, cultural, social and ethic value. All over Italy, as well as in Piedmont, ¿tasty routes¿ are widespread. Along these itineraries the traveller is guided through the agricultural landscape in order to make him discover the territory, its cultural, natural and artistic resources and the life style of its inhabitants. These courses address to passionate and well informed tourists who're looking for something more than just a quick, superficial excursion. Moving from this awareness, Piedmont Region arranged a systematic program for the identification, the preservation and the description of the genoplasm of the Piedmontese apple tree. This research highlights the excellence of nutritional, nutraceutical and decorative values deriving from the apple tree farming. It stress as well the need to safeguard it, in order to revitalize local custom and traditions and to feed a niche market satisfying the growing demand of the most exacting customers, who ask for typical products and for fruits of unique colour, shape and organoleptic values.

Il genere Malus appartiene alla famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Pomoideae. L'Italia, grazie alle sue favorevoli condizioni pedoclimatiche, è una terra da sempre fortemente vocata alla frutticoltura e alla melicoltura. L'evidente carattere ornamentale del melo, legato alle incantevoli fioriture e ai colorati frutti, ha favorito il suo impiego a scopo decorativo sin dal XII sec. a.C.. Con lo scorrere dei secoli, l'inserimento del melo nel giardino privato ha conosciuto continue evoluzioni, influenzate da ripetute svolte storiche e culturali, che ne hanno ciclicamente variato la posizione spaziale rispetto agli altri elementi del giardino e le forme d'allevamento. Tuttavia, l'utilizzo dell'albero di melo a scopo ornamentale è documentato con continuità da diversi documenti d'archivio,e scritti letterari, che descrivono accuratamente Verziere e Pometi come terreni recintati e riservati alla coltivazione degli alberi da frutta. In questi spazi limitati, disposti in siti isolati o all'interno d'aree più ampie, come giardini di residenze nobiliari o estesi complessi monastici, il ruolo ornamentale del melo non è mai stato dissociato da quello produttivo. Da questa idea sono sorti i giardini-frutteto, veri e propri scrigni di molteplici virtù, quali utilitas, venustas, voluptas e delectatio. A partire dagli anni '50 del 900, la continua evoluzione della frutticoltura italiana ha profondamente influenzato la fisionomia dei meleti e dei nostri paesaggi agrari, che oggi risultano caratterizzati dalla compresenza di una melicoltura intensiva ed una melicoltura estensiva. Attraverso una visione olistica dei luoghi, il paesaggio dei meleti estensivi e tradizionali si riveste di un carattere multifunzionale: le aree della melicoltura estensiva sono oggi lodate per le loro virtù estetiche, ambientali, culturali ed etiche e riconosciute come preziose risorse territoriali da difendere e valorizzare. La necessità di tutela e salvaguardia dei paesaggi agrari tradizionali, sostenuta anche dalla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, che attribuisce ai frutteti storici valori ambientali, culturali, sociali ed etici, ha favorito la nascita di diverse iniziative volte a far conoscere, attraverso i prodotti agricoli e melicoli locali, la storia di una popolazione e di un territorio. In tutta Italia sono ormai diffuse le strade del gusto, ovvero percorsi guidati attraverso il paesaggio agrario, che conducono il viaggiatore nella scoperta del territorio, delle sue risorse culturali, artistiche, naturali, enogastronomiche, dei segni della cultura materiale, dei modi di vivere della gente. Questi itinerari sono rivolti ad un turista attento ed informato, non alla ricerca di un'escursione mordi e fuggi, ma intento a far propria l'identità dei luoghi oggetto di visita, aderendo ad un nuovo turismo di tipo culturale. Spinta dalla consapevolezza che, quando s'intende conservare in modo attivo l'identità culturale di un paesaggio, anche la salvaguardia di una particolare varietà rappresenta un tassello per la valorizzazione ai fini turistico-ambientali, la Regione Piemonte sostiene un programma di conservazione del germoplasma di melo piemontese. Attraverso questo studio si sono messe in luce le eccellenti valenze nutrizionali, nutraceutiche e ornamentali delle antiche cultivar di mele, nonché la necessità della loro salvaguardia.

Il melo (Malus spp.), albero da frutto e albero da fiore: valenze paesaggistiche ed impieghi nel verde pubblico e privato.

BUSSO, VALENTINA
2008/2009

Abstract

Il genere Malus appartiene alla famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Pomoideae. L'Italia, grazie alle sue favorevoli condizioni pedoclimatiche, è una terra da sempre fortemente vocata alla frutticoltura e alla melicoltura. L'evidente carattere ornamentale del melo, legato alle incantevoli fioriture e ai colorati frutti, ha favorito il suo impiego a scopo decorativo sin dal XII sec. a.C.. Con lo scorrere dei secoli, l'inserimento del melo nel giardino privato ha conosciuto continue evoluzioni, influenzate da ripetute svolte storiche e culturali, che ne hanno ciclicamente variato la posizione spaziale rispetto agli altri elementi del giardino e le forme d'allevamento. Tuttavia, l'utilizzo dell'albero di melo a scopo ornamentale è documentato con continuità da diversi documenti d'archivio,e scritti letterari, che descrivono accuratamente Verziere e Pometi come terreni recintati e riservati alla coltivazione degli alberi da frutta. In questi spazi limitati, disposti in siti isolati o all'interno d'aree più ampie, come giardini di residenze nobiliari o estesi complessi monastici, il ruolo ornamentale del melo non è mai stato dissociato da quello produttivo. Da questa idea sono sorti i giardini-frutteto, veri e propri scrigni di molteplici virtù, quali utilitas, venustas, voluptas e delectatio. A partire dagli anni '50 del 900, la continua evoluzione della frutticoltura italiana ha profondamente influenzato la fisionomia dei meleti e dei nostri paesaggi agrari, che oggi risultano caratterizzati dalla compresenza di una melicoltura intensiva ed una melicoltura estensiva. Attraverso una visione olistica dei luoghi, il paesaggio dei meleti estensivi e tradizionali si riveste di un carattere multifunzionale: le aree della melicoltura estensiva sono oggi lodate per le loro virtù estetiche, ambientali, culturali ed etiche e riconosciute come preziose risorse territoriali da difendere e valorizzare. La necessità di tutela e salvaguardia dei paesaggi agrari tradizionali, sostenuta anche dalla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, che attribuisce ai frutteti storici valori ambientali, culturali, sociali ed etici, ha favorito la nascita di diverse iniziative volte a far conoscere, attraverso i prodotti agricoli e melicoli locali, la storia di una popolazione e di un territorio. In tutta Italia sono ormai diffuse le strade del gusto, ovvero percorsi guidati attraverso il paesaggio agrario, che conducono il viaggiatore nella scoperta del territorio, delle sue risorse culturali, artistiche, naturali, enogastronomiche, dei segni della cultura materiale, dei modi di vivere della gente. Questi itinerari sono rivolti ad un turista attento ed informato, non alla ricerca di un'escursione mordi e fuggi, ma intento a far propria l'identità dei luoghi oggetto di visita, aderendo ad un nuovo turismo di tipo culturale. Spinta dalla consapevolezza che, quando s'intende conservare in modo attivo l'identità culturale di un paesaggio, anche la salvaguardia di una particolare varietà rappresenta un tassello per la valorizzazione ai fini turistico-ambientali, la Regione Piemonte sostiene un programma di conservazione del germoplasma di melo piemontese. Attraverso questo studio si sono messe in luce le eccellenti valenze nutrizionali, nutraceutiche e ornamentali delle antiche cultivar di mele, nonché la necessità della loro salvaguardia.
ITA
Malus spp. belongs to Rosaceae family and, more specifically, to Pomoideae sub-family. The original distributional area of the apple tree is supposed to be in Kazakistan, on the borderline with China, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan and Kirgizistan. Likely this particular tree variety spread thanks to the caravans and to the animals that were used to live on wild apples along the silk way, communication link between Europe and Asia. Italy, thanks to its favourable pedoclimatic conditions, has always been a country strongly devoted to fruit farming. The ornamental nature of the apple tree, due to its charming and surprising blossoming and to its coloured and sweet-smelling fruits, has promoted its use for decorative purposes since the twelfth century b.C.. From age to age, the introduction of the apple tree in private gardens knew frequent evolutions, following many historical and cultural changes which cyclically affected its positioning towards other garden elements as well as its farming. Despite the many different roles the apple tree displayed within the private garden, its decorative presence has been attested by many document collections, historical cartographies and agricultural treatises, describing vegetable gardens, fruit farms and apple orchards like fenced fields for fruit tree growing only. Within these boundaries, whether isolated or included in lager areas, whether located inside of noble estates or inside of wide monasteries, the decorative role of the apple tree has never been dissociated from the productive one. This concept led to the orchard-gardens, real caskets containing several virtues, such as utilitas, venustas, voluptas and delectatio. The evolution of Italian fruit farming has deeply influenced both the apple orchard appearance and the agricultural landscape. Nowadays they're characterized jointly by intensive and ¿ more rarely ¿ extensive apple farming. The growing awareness that traditional agricultural landscape needs to be protected has encouraged several initiatives aimed to promote, through local farms and apple production, the knowledge of its territory and of its population. This approach has been supported also at the ¿2000 European Landscape Convention¿, where historical orchards have been credited with environmental, cultural, social and ethic value. All over Italy, as well as in Piedmont, ¿tasty routes¿ are widespread. Along these itineraries the traveller is guided through the agricultural landscape in order to make him discover the territory, its cultural, natural and artistic resources and the life style of its inhabitants. These courses address to passionate and well informed tourists who're looking for something more than just a quick, superficial excursion. Moving from this awareness, Piedmont Region arranged a systematic program for the identification, the preservation and the description of the genoplasm of the Piedmontese apple tree. This research highlights the excellence of nutritional, nutraceutical and decorative values deriving from the apple tree farming. It stress as well the need to safeguard it, in order to revitalize local custom and traditions and to feed a niche market satisfying the growing demand of the most exacting customers, who ask for typical products and for fruits of unique colour, shape and organoleptic values.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/14980